Yunho
«Ti p-prego...»la voce della mia migliore amica mi risvegliò da quel breve dormiveglia in cui ero caduto soltanto qualche istante prima. Aprii gli occhi cercando di abituarmi al buio della stanza e dopo alcuni secondi mi resi conto della situazione: Misun era sdraiata sul suo letto su se stessa, teneva le mani strette sul bordo del letto ed era come se stesse cercando di cambiare posizione ma non ci riuscisse. Diversi gemiti lasciavano le sue labbra e in quel momento mi preoccupai, non capendo cosa le stesse succedendo.
«Misun?»la richiamai ma mi resi conto che le cose non cambiavano, continuava a mugolare e a muoversi e anzi, sembrava essere anche peggiorata dopo averla chiamata. Mi alzai dalla poltrona su cui mi ero sistemato e mi diressi verso il letto, cercando di dare un'occhiata al suo viso. Avevo deciso di rimanere a dormire lí per paura che si sentisse male durante la notte e cosí era stato. Mi chinai e la scrollai mettendole una mano sulla spalla e una sulla schiena, ma nulla sembrava funzionare. Mi sedetti sul materasso al suo fianco e cercai di alzarla e metterla seduta; mi appoggiai con la schiena alla parete dietro e la sollevai.
«Svegliati, Misun, andiamo.»continuai a ripetere queste parole diverse volte, fino a quando iniziò a fermarsi. Poi ad un certo punto aprí gli occhi e si tirò all'indietro, come se fosse sorpresa di trovarsi in quel posto. Si guardò attorno come nel panico e i respiri si fecero profondi e continuo, fino a quando non posò lo sguardo su di me.
E quando lo fece scoppiò a piangere. Vidi chiaramente i suoi occhi gonfiarsi di lacrime che in un attimo presero a scendere prima che si coprisse la bocca con una mano.
«Era lí...»riuscí a dire soltanto prima di iniziare a singhiozzare e a guardare in alto, cosa che mi rese evidente il luccichio nei suoi occhi e lo spessore aumentato delle sue ciglia a causa del pianto.
«Chi era lí?»le chiesi confuso, poi mi sistemai sul letto e le misi una mano sul viso involontariamente, asciugandole poi le lacrime con le dita, anche se era tutto inutile visto che continuavano a scendere copiose lungo le guance.
«Lui...papà...era lí e io...»ma anche questa volta non riuscí a terminare la frase che riprese a piangere. Non mi ci volle molto per capire cosa le era successo, cosa stava sognando, e in quel momento non potei non provare pena per lei e per quello che aveva dovuto passare durante l'infanzia.
E a pensare che se quella notte non fossi andato al bagno le cose sarebbero continuate per ancora altro tempo se non per sempre mi faceva venire i brividi. Mi capitava spesso di ripensare a quello che mi si era parato davanti gli occhi quella famosa notte e ogni volta che succedeva mi veniva voglia di picchiare quell'uomo di nuovo e sentivo una sensazione di disgusto proprio nella bocca dello stomaco.
«Misun, non c'era nessuno, era solo un sogno.»le dissi prendendole il viso tra le mani e cercando di creare un contatto visivo tra noi, per infonderle almeno un po' di coraggio. Lei però continuò a guardare ovunque se non dalla mia parte, perciò mi chiesi se avesse anche dei ricordi negativi su di me.
«No lui...noi eravamo lí, al bagno e tu...»iniziò ma poi prese a respirare sempre più velocemente e per un attimo mi chiesi se non stesse avendo un attacco di panico proprio in quel momento. Volli guardarla negli occhi ma non me lo permise perchè continuava a cambiare direzione dello sguardo.
«Sono qui, tranquilla, non c'è nessun'altro se non io, nessuno ti farà più del male.»cercai di dirle ancora togliendole i capelli dal viso che ora le se erano appiccicati alla fronte a causa del sudore. Il fatto che fossimo a marzo e che in realtà l'aria fosse fredda e lei stesse sudando mi fece capire che non stava bene e che la situazione non sarebbe cambiata se non avessi fatto qualcosa.
«Misun, respiriamo insieme, sono qui con te.»dissi ancora prendendo a fare dei respiri profondi e lenti, lei puntò lo sguardo su di me e per un attimo sembrò funzionare quando prese a seguire i miei movimenti, ma non durò molto perchè scoppiò di nuovo a piangere.
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Good Lil Boy[J.Y.]
Fanfiction«Non riesco a starti lontano.» «E io non voglio che tu lo faccia.» Misun è al suo ultimo anno di liceo, ha un fratello maggiore e degli amici conosciuti grazie a sua madre, che aveva voluto che i suoi figli facessero amicizia con quelli delle sue du...