Quando Rebecca e le gemelle entrarono in Sala da Pranzo, i posti erano quasi tutti occupati e gli Gnomi stavano già servendo le portate correndo come forsennati da una parte all'altra. Rebecca notò una lunga serie di tavoli rotondi, destinati alle allieve, e una lunga tavolata rettangolare davanti alla porta finestra, dove sedevano gli insegnanti.
Trovarono un tavolo, poco distante da quello dei docenti, occupato da alcune ragazze del secondo anno. C'erano tre posti liberi.
"Possiamo?" – chiese Barbara a una di loro.
"Certo."
Sedettero e aspettarono l'arrivo degli Gnomi. Rebecca provò quasi un moto di compassione per loro. Erano così piccoli che perfino i vassoi sembravano più grandi di loro e la Sala era così piena che sfrecciavano da un tavolo all'altro senza sosta. Per un attimo si domandò se quella mole di lavoro non fosse eccessiva per degli esseri così minuscoli.
"Ho una fame da lupi!" – esclamò Barbara, allungando il collo verso un vassoio traboccante di gamberoni che uno Gnomo stava servendo ai professori.
Due minuti dopo, due Gnomi raggiunsero il loro tavolo con un piatto colmo di antipasti e una teglia di lasagne al ragù. Non ebbero nemmeno il tempo di finire le lasagne che videro spuntare uno Gnomo con un vassoio enorme di risotto ai funghi.
Quando fu servito il branzino alla griglia con contorno di patate arrosto e gamberi alla fiamma, Rebecca non aveva più spazio nemmeno per una briciola di pane. Mentre fissava, con un certo disgusto, Barbara che si gettava a capofitto sul pesce, pensò che nemmeno sua madre le aveva mai cucinato tutto quel bendiddio. Se questi erano i pasti normali ad Amtara, nel giro di tre anni avrebbe raggiunto il doppio del suo peso.
Si rilassò sulla sedia osservando di sottecchi i professori.
Una donna minuta, con i capelli neri e occhiali spessi che nascondevano due occhietti da topo si stava riempiendo il piatto di gamberi e patate, mentre parlava ad un uomo con i capelli grigi e l'aria assente, che non sembrava particolarmente interessato all'argomento.
Accanto a loro sedeva una donna giovane, con corti capelli corvini che non parlava con nessuno e consumava la sua cena guardandosi pigramente intorno.
Al centro della tavola sedeva la preside; alla sua destra, una signora anziana con una folta chioma bionda e il viso solcato da profonde rughe e, al suo fianco, un uomo con i capelli neri e folte sopracciglia, dall'aria arcigna.
"Dove sono gli altri professori?" – chiese alla ragazza seduta accanto a lei.
La giovane la guardò smarrita. "Quali altri professori?"
"Sono solo cinque?" – replicò Rebecca esterrefatta.
"Certo. Qui si studiano solo cinque materie."
"Solo cinque?" – ripetè Brenda, sorpresa.
"Non ve l'hanno detto?" La ragazza e le sue compagne risero.
"No." – rispose Brenda, un po' offesa da quella reazione.
"Allora non sarà così dura come temevamo." – disse Barbara allegra rivolta a Brenda.
"Fossi in te non ci giurerei." – disse la ragazza, frenando il suo entusiasmo. "Vedete la vecchia bionda?" – aggiunse indicando la donna anziana.
Brenda e Barbara annuirono.
"E' Ignatia Poliglotter, insegnante di Lingue Demoniache. L'anno scorso se n'è uscita con un compito in classe a sorpresa alla fine dell'anno. E' stato un disastro e ha rovinato la media dei voti a tutte."
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La Stella di Amtara
FantasyQuesta storia è liberamente ispirata alla saga di Harry Potter, ma al femminile. Ho voluto cimentarmi, a modo mio, su questo tema. Rebecca Bonner è una Strega Bianca e la sua vita sta per cambiare per sempre...