Confronto

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All'inizio di giugno il professor Garou fu dimesso. Camminava con l'aiuto delle stampelle e il suo volto era ancora deturpato dalle ferite riportate nella terribile lotta contro il lupo.

Rebecca andò nel suo ufficio un pomeriggio, dopo la fine delle lezioni.

Garou stava sistemando le sue carte sulla scrivania.

"Disturbo?" – domandò Rebecca, affacciandosi sulla soglia.

Il professore alzò la testa, sorpreso di vederla.

"Niente affatto. Entra."

Rebecca notò la pila di fogli sul tavolo. "Posso tornare in un altro momento, se ha da fare."

"Oh no, non ti preoccupare. E' tutto lavoro arretrato, ma può aspettare."

Rebecca entrò, chiudendo la porta.

Aveva deciso da tempo di affrontare Garou, ma ora che era lì scoprì di sentirsi in imbarazzo. Non era facile, specialmente dopo tutti quei mesi passati a criticarlo e sospettarlo di essere una spia del Demone Supremo.

"Accomodati." – la invitò il professore.

Rebecca obbedì.

"Come si sente?" – gli chiese.

"Un po' acciaccato ma, considerate le circostanze, piuttosto fortunato." – rispose sorridendo.

Rebecca abbozzò un sorriso e abbassò subito lo sguardo.

"Tutto merito tuo." – disse Garou. "La Anderson mi ha detto che se non mi avessi portato subito qui, per me sarebbe stata la fine."

"Ho fatto quello che dovevo."

"Però mi dispiace per il prezzo che hai dovuto pagare."

Rebecca lo guardò di sottecchi.

"Sì, le voci sul tuo Potere sono giunte fino a me." – confermò il professore.

"Lo rifarei altre mille volte. Ma non sono venuta qui per parlare di questo."

"Ah no?"

"No. Sono venuta per chiederle scusa."

Garou aprì la bocca, sorpreso. "Per chiedermi scusa? E di cosa, buon cielo?"

"Per averla giudicata male fin dall'inizio. Per aver sospettato di lei, per averla detestata con tutte le mie forze."

Il professore scoppiò a ridere. "Quando sei sincera, sei sincera!"

Rebecca arrossì, temendo di aver esagerato. Ma non ce la faceva più a tenersi tutto dentro.

"Mi dispiace."

"Sai, mi ero accorto di non piacerti particolarmente, ma da qui a pensare che fossi io il colpevole..."

"Beh, le sue assenze erano quanto meno sospette. E ogni volta che tornava a far lezione aveva un aspetto terribile."

Garou tornò serio. "Stavo male."

Rebecca avrebbe tanto voluto chiedergli il motivo del suo malessere, ma c'erano altre cose che voleva sapere prima.

"Lo so. Per questo ho cominciato a pensare che qualcosa non andava. E poi che mi dice del giorno in cui Elettra è scomparsa?"

"Che vuoi dire?" – rispose Garou, inarcando un sopracciglio.

"Quel giorno in classe, quando la Collins è entrata per dire che Elettra era scomparsa, lei non ha battuto ciglio."

"Che avrei dovuto fare?"

"Non lo so... mostrare un minimo di dispiacere, per esempio."

"Cosa ti fa pensare che non fossi dispiaciuto?"

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