Azione e reazione

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Quella notte Rebecca dormì beatamente. Si sentiva incredibilmente in pace con il mondo, sia per essersi finalmente confidata con qualcuno, sia perché Brenda e Barbara, a seguito del loro chiarimento, avevano riscoperto il loro rapporto. Rebecca, da quando le conosceva, non le aveva mai viste così unite e spensierate. L'atteggiamento di Brenda si era decisamente ammorbidito e questo aveva influito positivamente sull'umore di Barbara. E anche sul suo.

Tuttavia, la sera prima, a cena, si era chiesta per un attimo se l'essersi confidata così apertamente con loro fosse realmente stata una buona idea. Brenda e Barbara l'avevano ricoperta di attenzioni al punto da farla sentire in imbarazzo.

"Ehm, Barbara, sono ancora in grado di servirmi il pesce da sola, grazie." Barbara aveva preso il vassoio del pesce e le aveva servito sul piatto una quantità industriale di gamberoni allo spiedo.

"Lo so. Ma stasera mi va di essere gentile." – era stata la risposta.

Anche Brenda non era stata da meno. Ogni volta che Rebecca finiva il suo bicchiere d'acqua, lei tornava a riempirglielo con precisione maniacale.

Rebecca non sapeva se sentirsi lusingata o irritata. Non le piaceva l'idea di essere compatita e aveva la netta impressione che fosse proprio quello che stava accadendo. Tuttavia, non protestò. In fondo, tutte quelle premure erano solo un segno di amicizia e solidarietà per tutto quello che aveva passato. Apprezzava il loro sforzo.

Quella sera andarono a letto presto e il mattino dopo si alzarono di buon'ora.

"Non dimentichi niente?" – chiese Brenda a Rebecca, prima di scendere a colazione.

Rebecca, sulla soglia, la guardò per qualche istante, senza capire.

"La relazione di Orchese!" – esclamò Brenda spazientita.

"Oh cavolo!" Rebecca tornò indietro di corsa e afferrò il compito. Doveva consegnarlo quella mattina e, dal momento che quel giorno non avevano lezione con la Poliglotter, pensò di portarlo direttamente in Sala Professori, prima di colazione. Voleva fare una buona impressione, dopo tutto quello che era successo.

Quando Rebecca bussò, la preside aprì la porta. Indossava lo stesso abito scuro del primo giorno di scuola.

"Bonner! Che ci fai qui?" – chiese stupita.

"Buongiorno professoressa. Io ... dovrei consegnare questo alla professoressa Poliglotter." – rispose mostrandole il compito.

Il volto rugoso dell'insegnante di Lingue Demoniache fece capolino dietro la Collins.

"Che tempismo, Bonner." – osservò, facendosi avanti e afferrando in modo brusco la pila di fogli. "Spero che tu abbia fatto un buon lavoro." – aggiunse, lanciando al compito un'occhiata di sufficienza.

Il sangue le ribollì nelle vene, ma Rebecca ebbe la saggezza di tacere. Dietro di lei, la Collins la fissava con espressione interrogativa. Si domandò se la Poliglotter avrebbe parlato con lei della sua punizione.

Il solo pensiero le provocò una fitta allo stomaco. Le sarebbe dispiaciuto molto se la Collins si fosse fatta un'idea sbagliata sul suo conto. Per qualche ragione, il suo giudizio contava molto per lei, pensò dirigendosi verso l'Aula di Protezione.

Prese posto accanto alle gemelle giusto qualche attimo prima che la Rudolf entrasse.

L'insegnante spiegò che avrebbe insegnato a contrastare le Cinque Maledizioni Assassine usate dalle Streghe Nere. Durante le lezioni avrebbe dato dimostrazioni pratiche delle Maledizioni stesse, insegnando le Cinque Contromaledizioni da utilizzare in difesa dei Protetti. Per farlo, si sarebbe servita di comuni topini bianchi, che sarebbero stati usati come cavie.

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