Justine

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Per quanto le era stato possibile, Rebecca aveva cercato di spiare ogni movimento di Garou, senza però venire a capo di nulla. All'apparenza, il professore conduceva una vita assolutamente normale. Quando finiva le lezioni, si rinchiudeva nella sua stanza e ne usciva solo per mangiare. Solo occasionalmente, Rebecca e le gemelle lo incontravano in giardino per una boccata d'aria fresca. Suo malgrado, fu costretta ad ammettere che non c'era niente di strano o di anomalo nel suo comportamento né nel suo stile di vita.

Verso la fine di febbraio, Garou si ammalò nuovamente e, di nuovo, fu la Collins a sostituirlo. Si cominciò a mormorare che fosse affetto da un virus misterioso, forse contagioso, e che la preside doveva essere pazza a non prendere provvedimenti.

"Quante idiozie!" - ruggì Barbara un mattino a colazione, mentre ne parlavano.

"Tu credi?" - le chiese Brenda, poco convinta.

"Se fosse davvero così, a quest'ora dovremmo essere tutte malate, no?"

"Beh, immagino di sì. Comunque, tutta questa faccenda è ben strana."

Febbraio lasciò il posto ad un marzo freddo e pungente, che portò giornate limpide e serene, accompagnate da un glaciale vento di tramontana. Era chiaro che la primavera era ancora lontana.

Garou era da poco tornato al lavoro, dopo una settimana di assenza. Stavolta la malattia aveva lasciato profondi segni sul viso e occhi lucidi e febbricitanti, al punto che alcune Streghe si spaventarono seriamente quando lo videro.

Si era appena seduto in cattedra, quando bussarono alla porta.

"Avanti" – disse.

La professoressa Collins entrò. Era bianca come un morto e Rebecca si spaventò. L'ultima volta che le aveva visto quell'espressione in viso era stato il mattino in cui Elettra era scomparsa.

La preside marciò a passo spedito verso la cattedra, ignorando gli sguardi delle ragazze. Rebecca lanciò un'occhiata in direzione di Brenda e Barbara che, come lei, mostravano chiari segni di inquietudine.

Tutta la classe restò in silenzio mentre i due professori confabularono tra loro per qualche istante. Rebecca guardò Garou, che però non sembrava sconvolto tanto quanto la Collins.

Quando la preside uscì, Garou cominciò la lezione come se nulla fosse accaduto.

Rebecca, assalita da mille dubbi, non ascoltò una parola.

Quando scesero a pranzo, il tavolo dei professori era vuoto.

"Non mangiano?" – domandò Barbara.

"Lo sapevo, è successo qualcosa." – disse Rebecca, preoccupata.

Prima che potessero aggiungere altro, la Collins entrò. Rebecca si aspettava che prendesse posto al suo tavolo, ma non fu così.

"Posso avere la vostra attenzione, per cortesia?"

Tutte si voltarono a guardarla. Rebecca notò che aveva gli occhi arrossati.

"Ho appena convocato tutta la scuola in Aula Magna." Guardò l'orologio. "Tra dieci minuti."

Poi, senza aggiungere altro, uscì.

"Che altro sarà successo?" – domandò Barbara ad alta voce, guardando attonita la porta attraverso cui si era appena dileguata la preside.

"Qualcosa di molto grave, questo è certo." – rispose Rebecca. "Andiamo."

Seguirono le altre su per le scale e raggiunsero l'Aula Magna, che era già quasi piena. Fecero appena in tempo a prendere posto, quando la Collins entrò, seguita dai cinque professori.

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