"Ehm ... Rebecca, lo stai rovesciando dappertutto." Barbara fissò la macchia scura che si stava allargando sulla tovaglia.
Rebecca, resasi conto del disastro, imprecò. Si stava versando il tè, soprappensiero e, inavvertitamente, lo aveva fatto fuoriuscire dalla tazza. Afferrò un tovagliolo di carta e cominciò a tamponare la tovaglia.
"Si può sapere che ti succede?" – domandò Brenda, esasperata. Il suo panino imburrato era diventato una poltiglia appiccicosa.
"Scusa." – mormorò Rebecca.
"E' dal giorno della Premonizione che sei strana."
"Chissà come mai." – commentò Barbara.
Rebecca sospirò, depressa.
Era la verità. Da quel giorno non aveva più avuto un attimo di pace. Tutto quello che fino al giorno prima era importante, di colpo aveva perso ogni interesse per lei. Non le importava più un accidenti dei topi della Rudolf, di imparare le Lingue Demoniache, delle noiose lezioni di Cogitus. La sua mente tornava continuamente alle immagini della Premonizione che Brenda era stata costretta, suo malgrado, a descriverle fin nei minimi dettagli. Rebecca aveva sperato di captare qualche segnale, qualunque cosa che avrebbe potuto aiutarla a fare luce su quello che sarebbe successo. Ma Brenda non era stata in grado di aiutarla più di tanto. Il ricordo della Premonizione, con il passare dei giorni, diventava via via sempre più sbiadito e alla fine Rebecca dovette arrendersi all'evidenza: non ne avrebbe cavato un ragno dal buco.
"Te l'abbiamo già detto, non serve a niente torturarsi in questo modo." – disse Barbara ragionevole. "Tanto non c'è niente che tu possa fare."
"E' proprio per questo che mi preoccupo."
"Non riesco a seguire il tuo ragionamento." – rispose Barbara con gli occhi ridotti a due fessure. "Illuminami."
Rebecca sospirò. "Sono terrorizzata che possa accadere qualcosa a qualcuna di noi. E se Posimaar in persona decidesse di attaccare Amtara?"
Brenda corrugò la fronte. "Non ti sembra di galoppare un po' troppo con la fantasia?"
"Con il Demone Supremo potrebbe accadere qualunque cosa."
"Sì, ma non possiamo smettere di vivere per questo, ti pare? Sono giorni che a malapena tocchi cibo e stai trascurando un po' troppo lo studio."
"Quello mi pare il minore dei mali...." – mormorò Barbara, che tacque subito di fronte all'occhiataccia della sorella.
"Non riesco a smettere di pensarci." – disse Rebecca in tono tetro.
"Lo so. Ma non hai considerato per un momento che magari accadrà tutto in modo molto più semplice di quanto ti aspetti?"
Rebecca inarcò un sopracciglio. "Cosa intendi?"
"Voglio dire che, probabilmente, quando accadrà, qualunque cosa sia, tu sarai pronta per affrontarla. Anche se adesso hai paura, e anche se probabilmente ne avrai anche in quel momento, riuscirai a fare quello che devi e tutto andrà per il meglio."
Rebecca non rispose. Apprezzava infinitamente il tentativo di Brenda di farla sentire meglio, anche se dubitava che le cose sarebbero andate proprio così.
Ma l'amica aveva ragione. Non poteva continuare a torturarsi in quel modo.
"Vedrai che la festa di Halloween ti aiuterà a distrarti." – disse Barbara.
"Tu dici? Non ho mai partecipato ad una festa di Halloween. Sarà divertente?"
"Se le fate non verranno a rompere i cocomeri, sicuramente sì."
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La Stella di Amtara
FantasyQuesta storia è liberamente ispirata alla saga di Harry Potter, ma al femminile. Ho voluto cimentarmi, a modo mio, su questo tema. Rebecca Bonner è una Strega Bianca e la sua vita sta per cambiare per sempre...