4. Pura cucina italiana

128 13 133
                                    

La pioggia che batteva contro i vetri delle finestre aveva creato un sottofondo frenetico alla base, tanto che Steve dovette rifugiarsi nella sua stanza per cercare un po' di tranquillità e non venire trascinato anche lui nella confusione.
Un temporale improvviso aveva sorpreso tutti, portando gli agenti a scappare in fretta nel riparo più vicino e i soldati a terminare velocemente l'allenamento, anche se colei che doveva sorvegliarli, ovvero Amelia Baracca, non pareva per nulla turbata dalla situazione. Si era semplicemente limitata a rivolgere uno sguardo verso i nuvoloni neri che oscuravano il cielo, mormorare qualcosa nella sua lingua madre e rilassare i muscoli non appena la pioggia iniziò a bagnarle i capelli e correre lungo i suoi lineamenti, non impedendole certo di bere dalla sua solita bottiglia in vetro e portare a termine il suo lavoro. 

Una cosa che Rogers aveva notato di lei era la sua costante calma in ogni situazione, come se avesse una piena fiducia nel destino o ciò che succedesse attorno a lei non le importasse minimamente. Lui non avrebbe saputo dire quale delle due ipotesi fosse quella corretta, ma c'era qualcosa che lo spingeva ad indagare e scoprire di più sul carattere del suo superiore, anche se ne aveva costante timore. 
Gli veniva naturale paragonarla ad un lupo: solitario, affascinate ed enigmatico, ma il cui sguardo era quello degli orsi: freddo e distante, tanto che pur avendolo davanti non riuscivi a capire se ti stava per attaccare o voleva ignorarti e lasciarti in vita.

Provando a togliersi la donna dalla testa iniziò a frugare nella sua borsa, prendendo uno dei libri che si era portato e provando a dedicare alcune delle sue ore libere alla lettura, ma ancor prima che potesse terminare un solo capitolo qualcuno lo chiamò dall'altro capo della porta, attirando la sua attenzione e riportandolo alla realtà.

«Rogers, disturbo?» chiese educatamente il dottor Erskine, senza entrare nella stanza e restando sulla soglia

«No no, venite pure avanti. Mi stavo solo prendendo una piccola pausa»

«Lo vedo»  rispose, indicando il libro che il mingherlino teneva aperto sulle ginocchia «Ma Amelia è riuscita a procurarsi qualche "prodotto italiano" e sta preparando una piccola cena niente male. Se vuoi aggiungerti alla compagnia...»

«Non sarei di disturbo?»

«No, figurati. Dopo la prova con la bandiera sei entrato nelle sue grazie, anche se non lo ammetterà mai. E poi, se vuoi un consiglio, non ti conviene perderti dei piatti preparati da lei»

***

Amelia socchiuse appena gli occhi, portandosi alle labbra il cucchiaio in legno contente giusto due fughi porcini e sentendo il sapore provocarle un lieve brontolio allo stomaco, mentre i ricordi la investivano senza sosta. 

Grazie all'aiuto di Howard e un po' d'astuzia un mese fa era riuscita a trasformare la stanza libera accanto alla sua in una cucina completa di tutto: tavolo, fornelli, stoviglie... L'unica cosa che le mancava ora era il suo aereo, nascosto nel capanno che si trovava in fondo al campo e che solitamente si utilizzava come magazzino di scorta per le munizioni.
La voglia di andare lì e mettersi a sistemare il veicolo era talmente tanta che a stento riusciva a nasconderla, anche se al momento -ma solo in quel momento- la pietanza che stava cucinando aveva la precedenza.

«Credimi,» disse rivolta a Stark, seduto al tavolo alle sue spalle, senza però voltarsi a guardarlo ma tornando a girare la polenta che stava preparando «Un piatto come questo non l'hai mai mangiato qui in America. Non farti ingannare dalla sua semplicità: la bontà non è arte! Non... Non so come si dice qui oltreoceano, ma noi ripetiamo spesso che "il vino buono sta nella botte piccola", e lo stesso vale per la cucina»

«Va bene. Entro la mezzanotte mi farai assaggiare qualche altra delizia italiana, per caso?» chiese lui, con una nota di malizia nella voce

THE SKY IN YOUR EYESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora