21.Tentate dichiarazioni

88 11 74
                                    

Una caratteristica che avevano Steve e Amelia quando cercavano di lavorare insieme era che non passavano inosservati.
Facevano più rumore di cento uomini messi insieme, ad ogni occasione iniziavano a discutere e i loro passi erano tutt'altro che leggerei. In un certo senso, il loro "attacco a sorpresa" fu tutt'altro che a sorpresa, e Schmidt si ritrovò ad aspettarli nella cabina di pilotaggio, un po' annoiato e un po' in preda ad un esaurimento nervoso.
Lui, col suo aereo, era decollato da almeno una decina di minuti, tutto stava andando alla perfezione e, cosa più importante, pensava di essersi liberato del supersoldato e dell'aviatrice, ma fu proprio allora che sentì la voce di lei provenire dal fondo del mezzo.

Melli aveva un tono particolarmente alto, in effetti, cosa che in situazioni come quelle non la aiutavano affatto. Era un dono bellissimo quand'era il momento di cantare, ma se si vuole attaccare un esercito tedesco non è proprio il caso.
Per di più, era quel tipo di ragazza che non riusciva neppure a stare zitta troppo a lungo, sentendo la continua necessità di dire la sua o ironizzare sulla situazione ogni qualvolta se ne presentasse l'occasione, altro fattore che in un certo senso poteva ostacolare il buon andamento della missione.

Steve aveva notato benissimo questi due fattori, ma per ogni volta che le diceva di abbassare la voce o addirittura stare in silenzio lei rispondeva con una smorfia, non accennando a voler seguire il consiglio.

"Ci farà ammazzare. È la volta buona che ci beccano" pensava lui, osservando come Amelia pareva totalmente a suo agio all'interno di quella ferraglia volante e, per via di ciò, di come la sua voce pareva essersi fatta più chiara e udibile, tanto che pure il suo accento italiano era più marcato. In realtà, non sapeva se lo stesse facendo apposta o le venisse naturale.

Più la guardava, però, e più gli veniva naturale paragonarla ad un'antica spada medievale: bellissima e mortale allo stesso tempo.

Questo pure Schmidt lo aveva notato, sentendo arrivare i due e preparandosi a colpirli prima che riuscissero a raggiungerlo, solo che non appena li vide restò bloccato qualche istante e perse per poco di vantaggio che aveva.
Amelia aveva indossato un elmetto tedesco preso da uno dei soldati che doveva aver battuto qualche istante prima, rubandogli anche gli occhiali e i guanti da aviatore; mentre in mano reggeva una spada costruita malamente con alcuni pezzi di ferraglia e tenuta insieme da alcuni pezzi di divisa dei soldati dell'Hydra.

«Che stai facendo conciata così?» chiese il tedesco, abbassando leggermente la guardia per lo stupore «Non sei l'Amelia di cui Erskine andava fiero! Che fine ha fatto il tuo onore, la tua dignità, i valori di un combattimento leale e corretto?»

«Aho, Crucco, prima di tutto non mi parlare di combattimento corretto dopo che ho visto che vuoi abbattere la mia Venezia. Secondo: questo è avere stile e prendere la vita con ironia. Ma ovviamente non mi aspetto che uno come te lo capisca» rispose lei con nonchalance, anche se a quelle parole Steve si passò una mano davanti al volto e decise di prendere in mano la situazione prima che le cose degenerassero.

«Guarda, lasciala stare. È tutto oggi che è strana»

«Wo, Stevie, non iniziare che dopo aver finito con lui me la prendo con te, eh. Che è un pezzo che sto cercando di fare una dichiarazione importante in inglese e non in italiano e c'è sempre qualcosa che me lo impedisce. Quindi sì, questo mi rompe le scatole parecchio. Ma lascia stare questa cosa, che è un'altra questione. Piuttosto, quel cubetto azzurro è tanto bello, posso prenderlo per usarlo come fermacarte?»

A quelle parole Schmidt tornò a stringere con più forza la sua arma alimentata dal Tesseract, sparando nella direzione dei due ma non considerando la velocità dei riflessi di Steve, che riuscì a parare il colpo col suo scudo.
Quella fu la scintilla che fece partire lo scontro, portando Amelia a tornare seria e avvicinarsi rapidamente al tedesco, dimostrando nuovamente una forza inaudita e decisamente inumana, tanto da riuscire a mettere Teschio Rosso con le spalle al muro in breve tempo. Era in grado di combattere con una tale armonia che sembrava danzare sul campo da battaglia, schivando gli attacchi con piccoli colpi decisi e contrattaccando con la stessa velocità, tanto che diventava quasi impossibile starle dietro.

Per un istante Steve ebbe la sensazione che pure lei fosse stata sottoposta al siero del Supersoldato, ma cancellò subito quell'ipotesi dalla testa: l'aspetto della donna non era cambiato di una sola curva e, considerando che lui ormai conosceva ogni suo lineamento a memoria, se ne sarebbe sicuramente accorto se fosse successo. Inoltre il dottor Erskine era morto il giorno stesso del Progetto Rinascita, quindi era impossibile che lei dopo avesse seguito la procedura da sola. Per di più, se ben ricordava, Amelia era sempre stata contraria a tutto ciò, a quel tipo di esperimenti, quindi non avrebbe avuto senso che si fosse offerta volontaria ad una cosa che non approvava, visto soprattutto il suo orgoglio.
Si chiese se la sua forza derivasse semplicemente dai suoi geni, dal duro allenamento e dalla sua testardaggine che l'aveva portata a non arrendersi mai, ma con lei non si poteva mai sapere. Era una donna che non ti permetteva di avere certezze, un dubbio costante.

«Eddai, userò quel cubetto per delle carte importanti» diceva nel frattempo Amelia, mentre Schmidt arretrava fino a trovarsi bloccato tra l'agente e la fonte d'energia tanto contesa «Chessò, per le bozze della mia biografia! Sarebbero molto importanti, e verresti citato anche tu, sai?»

«Sei solo una bambina viziata! Non sai qual è il vero potere!» gridò il tedesco, facendosi prendere dall'ira e afferrando il Tesseract 

In quello stesso istante un lampo di luce invase l'aereo, colpendo il loro nemico e risucchiandolo verso l'alto, come se il potere che lui tanto bramava lo avesse corroso dall'interno e condannato a morire per mano delle sue stesse ambizioni. Fu solo una questione di pochi istanti, perché non appena Schmidt scomparve il cubo cadde a terra, sciogliendo i vari strati d'acciaio sotto di lui e precipitando nell'oceano, mentre sia Amelia che Steve guardavano la scena impotenti. 

«Ripensandoci, non mi va più di usarlo come fermacarte. Però, hey, la nostra autrice deve essersi stancata e are posto fine alla questione in fretta! Buon per noi, giusto?» mormorò l'italiana, mentre Steve non fece caso a quel commento -anche perché non lo capì- e si precipitò al comando dell'aereo

«Dobbiamo fermare questo coso prima che raggiunga la destinazione. Sembra ci sia il pilota automatico, o...»

«Levati, lascia fare a me. Sono un'aviatrice, ricordi?» prese il comando la donna, sedendosi al posto del pilota e dando una veloce occhiata ai comandi

«Sicura di capirci qualcosa? Questo mezzo presenta una tecnologia parecchia avanzata, mentre gli aerei che guidi te sono... Come dire... Più vintage, classici»

«Ma sempre di un aereo si tratta, non dimenticarlo» si limitò a rispondere lei, lasciando che il resto di ciò che voleva realmente dire gli morisse in gola

"Credimi, Steve, questa è l'unica cosa di cui sono sicura. Se la vita fosse semplice, per me, come guidare un'aeroplano, allora ti avrei detto già da tempo quanto ti amo. Perché ti amo, dannazione. Ti amo in ogni vita, e so che mai smetterò di farlo, ma ancora non riesco a dirtelo come vorrei"

THE SKY IN YOUR EYESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora