Melli seguiva ciecamente i due soldati davanti a lei, non facendo una sola domanda su dove andare o perché preferissero certe strade rispetto ad altre, riponendo una tale fiducia nel capitano che era al comando tale da stupire se stessa.
Non era abituata a stare in fondo alla fila: solitamente guidava lei le missioni, anche se non formalmente, e se vi erano delle decisione da prendere faceva sempre e solo di testa sua, ma in quel momento Steve le dava un senso di protezione in grado di calmarla come mai prima d'ora. Aveva notato che tendeva a rallentare davanti alle cartine geografiche appese alle pareti, che non si lasciava scappare nessun dettaglio e che molto spesso faceva qualche passo indietro per controllare che non vi fossero altri prigionieri, e per la Baracca ciò bastava per farla stare tranquilla. In fin dei conti, non era tanto male condividere il peso della responsabilità che tendeva a gravare sulle sue spalle.
«Allora...» iniziò una conversazione Bucky, dopo infiniti attimi di silenzio «Tu sei la famosa Amelia di cui Steve mi scriveva, giusto?»
«Bucky!» lo rimproverò il capitano, voltandosi di scatto e irrigidendosi di colpo «Melli, non è vero. Non gli ho mai scritto nulla su di te, niente riguardo ai tuoi allenamenti o al tuo accento, davvero»
«Ma Sebastiano non ha detto nulla sul mio accento» rifletté a voce alta l'aviatrice, rendendosi conto subito dopo di aver nuovamente sbagliato nome «Cioè, Bucky. James. Barnes. Diavolo, ma un nome più semplice te no? Cambialo. Ah, Stevie, ora da che parta andiamo?»
Il supersoldato sorrise leggermente, non volendo farle notare il modo in cui lei l'aveva istintivamente chiamato e preferendo tenerlo per sé, limitandosi quindi a condurre i due fuori dalla base, anche se a breve il rumore di un'esplosione li fece rabbrividire, portandoli a trasformare la loro camminata in una corsa e cercarono di raggiungere il punto più alto, visto che ogni alta via era bloccata.
Solo il cielo sa cosa avrebbe dato Amelia per avere il suo aereo in quella situazione. Avrebbe forse potuto aprirsi un varco a forza dall'esterno, o condurre verso l'aerea di atterraggio i due soldati e...
«Captain America!» bloccò i suoi pensieri una voce a lei ben conosciuta, dall'altra parte di una passerella che dovevano attraversare « Che emozione! Io sono un grande ammiratore dei tuoi film! Allora il dottor Erskine è riuscito a farcela, alla fine! Non è un grande miglioramento, tuttavia, direi... sbalorditivo!»
«No, vabbè» si intromise lei nella discussione, mentre Steve avanzava verso l'uomo «El crucco*! Johann Schmidt! Come sta la tua autostima, Jonny? L'ultima volta che l'ho vista era sottoterra!»
«Amelia Baracca,» riprese il tedesco, con un'acidità nella voce che esprimeva bene l'odio provavano l'uno verso l'altra «La protetta del dottore, che a quanto pare non ha perso i suoi istinti suicidi. Erskine voleva provare il siero su di te, se non ricordo male, ma a quanto pare ha capito che non ne valeva la pena sprecare un bene del genere su una donnaccia-»
Prima che potesse terminare l'insulto Steve gli sferrò un colpo all'altezza dello stomaco, dando inizio ad uno scontro in grado di lasciare tutti col fiato sospeso.
Erano alla pari, con la stessa forza e la stessa determinazione, ma prima che si potesse decretare un vincitore Zola, che si trovava alle spalle di Schmidt, azionò un comando e ritirò la passerella, così da poter separare i due sfidanti.«Qualunque cosa ti abbia raccontato Erskine, sono stato io il suo più grande successo!» sbraitò Johann, iniziando a togliersi quella che allora capirono essere una maschera, mostrando così il suo vero volto.
«Tu non hai una di quelle, vero?» chiese Bucky al suo migliore amico, non riuscendo a togliere gli occhi dal viso nemico, rosso come il sangue e privo di ogni umanità
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THE SKY IN YOUR EYES
FanfictionAmelia non voleva realmente quel lavoro in America. Non voleva lasciare la sua casa, la sua terra e la sua famiglia; ma quando le era arrivata quella lettera dall'SSR e seppe che Erskin l'aveva raccomandata non poté rifiutare. Il suo sogno era sempr...