Quando era molto piccola, Pietro aveva portato Amelia a vedere il luogo in cui era caduto l'aereo di suo padre, decidendo che fosse giunto il momento di metterla di fronte alla cruda realtà della vita.
In quegli anni il Montello, ovvero un rilievo montuoso di appena 371 metri sul livello del mare, doveva ancora riprendersi dalla Grande Guerra combattuta su di lui, e i verdi boschi che lo caratterizzavano erano rasi al suolo e il terreno ancora molto provato.
Melli non era del tutto consapevole di dove stavano andando, ma seguiva il suo patrigno fedelmente, come un cucciolo segue il suo padrone, osservando il paesaggio attorno a sé e cercando di ignorare quel gelo che stava iniziando a percepire sotto la pelle.
Si era autoimposta di dare la colpa al freddo autunnale, anche se ciò che stava provando era più interno, come un sesto senso che stava cercando di metterla in guardia da un pericolo imminente.Ignorando tutto ciò superò il luogo conosciuto come "Busa dełłe Rane"*, e a distanza di pochi metri sentì una fitta al cuore colpirla all'improvviso, mentre le lacrime iniziarono a pungerle dietro gli occhi e spingere per scendere.
"Qui" disse semplicemente l'adulto, prendendola in braccio e sentendo anche lui bisogno di conforto "È qui che è caduto, Melli. Era giusto che tu lo sapessi, che non credessi a quel monumento che stanno costruendo nel posto sbagliato. Le persone a volte fanno cose sbagliate per mero e semplice interesse, per... Marketing"
"Papà..." rispose invece lei, ignorando quel discorso e allungando un braccio verso la croce in legno posta in mezzo ad una fossa ancora annerita e incolta.
Nonostante gli anni la vegetazione doveva ancora ricrescere in quel punto, come se la natura stessa si rifiutasse di cancellare ciò che vi era stato, e i segni lasciati dall'aereo erano ancora ben evidenti, anche se tutta l'attenzione era concentrata solo su due misere assi in legno incrociate sopra un cumulo di sassi bianchi.
"Papà!" gridò con più forza la piccola, cercando di divincolarsi dalla presa di Pietro e scoppiando a piangere
Si ritrovò a gridare, scalciare, urlare finché non le mancò il fiato, stremata dal dolore e sentendo un freddo pungente farsi spazio nel suo animo, per niente confortato dalla presenza del patrigno.
Prima di allora non aveva ancora metabolizzato la morte di Francesco Baracca, suo padre, sentendo quella convivenza con Margherita e Pietro come una semplice vacanza, come se la guerra non fosse ancora finita e lei dovesse aspettare.
Aspettare, era questo che stava facendo.
Stava aspettando il ritorno dei suoi genitori, ma in quell'istante si era resa conto che nessuno sarebbe venuto a riprenderla.
Era sola. Completamente sola.Nel corso della sua vita non sentì più un dolore paragonabile a quello, neppure alla morte del suo -unico- amico Erskine, almeno fino a quando, sul quel treno in cui si trovava, non sentì l'urlo agghiacciante di Steve, seguito da quello sempre più lontano di Bucky.
Lo riconobbe. Lo stesso grido che aveva lanciato lei, la stessa straziante agonia trasformata in voce, la stessa rabbia dovuta all'impotenza mescolata ad una presa di coscienza di ciò che stava accadendo."No! Non a lui, no!" Riuscì solo a pensare, mentre quell'attimo di distrazione permise all'avversario che stava affrontando di colpirla allo stomaco e prenderla alla sprovvista.
Ma quel colpo fisico non era affatto paragonabile a quello che stava provando in quel momento.
Si riprese in un istante, usando tutta la forza che aveva in corpo per mettere fuori gioco il soldato contro cui stava combattendo e correre verso Steve, col cuore in gola e l'ansia che la soffocava.Vi erano molti vagoni a separarli, ma il siero del supersoldato che le scorreva nelle vene iniziò a bruciare, dandole una scossa in grado di spingerla oltre quelle che credeva fossero le sue capacità e raggiungendo il capitano in un tempo inimmaginabile.
«Steve!» lo chiamò, trovandolo aggrappato alla parete esterna del treno e aiutandolo a rientrare
Lui non le rispose, non osando neppure guardarla in volto e continuando a piangere, ignorando le sparatorie, i nemici e la situazione circostante, mentre le mani continuavano a torturarsi a vicenda e il suo sguardo era perso verso il vuoto.
«Bucky...» mormorava, tra un singhiozzo e l'altro «Bucky...»
Melli prese lo scudo del capitano e lo usò per creare un piccola barriera dietro cui ripararsi, inginocchiandosi poi accanto al supersoldato e guardandolo dritto negli occhi, senza dire alcuna parola.
Lei capiva quel dolore, quel freddo mitragliato dai sensi di colpa per non aver fatto qualcosa, per non aver salvato la persona a cui teneva di più. In quel momento non c'era nulla che si potesse dire in grado di confortarlo, né qualcosa che si potesse fare per cancellare ciò che era successo.«Portiamo a termine la missione» sussurrò la donna, pesando bene le parole che voleva dire «Finiamo il nostro dovere. Per ora»
Lui sollevo di poco gli occhi, sentendo la rabbia crescere nel suo animo e allontanare quel senso di giustizia che lo caratterizzava.
Non voleva solo combattere, ora cercava vendetta.Amelia lo notò, ma non fece nulla per fermarlo. Lei stessa, alla morte di Erskine, aveva cercato di sfogare in tal modo il dolore, ma pur sapendo che non era la scelta giusta non aveva intenzione di interferire.
Un flusso continuo di ricordi la stava travolgendo, impedendole di essere totalmente lucida e poter svolgere al meglio il suo ruolo.Ricordò l'immagine lontana della caduta di suo padre, a cui lei assistette da lontano, protetta dietro una finestra e stretta tra le braccia amorevole di sua madre.
Era molto piccola all'epoca, ma ricordava ancora il suo sguardo che seguiva vigile il "Barone Rosso Italiano" e il tocco della progenitrice che si fece più stretto non appena l'aereo scomparve tra le colline.
Ricordò anche la morte di quest'ultima pochi mesi dopo, per alcune malattie a lei sconosciute, e l'arrivo nella sua vita di quella che avrebbe dovuto considerare la sua nuova famiglia.
Ricordò la presa di coscienza della realtà, grazie a Pietro e a quella croce che mai aveva avuto il coraggio di guardare, e il successivo cambio caratteriale: abbandonò la dolcezza, le illusioni infantili e la gentilezza e si armò di uno spiccato scetticismo e diffidenza che non le permise di avere un'adolescenza facile.
Si ricordò della partenza per l'America, di cui non era mai stata pienamente convinta, e della morte di Abraham, l'ennesimo colpo al cuore che la travagliò.Lasciando andare un sospiro alzò gli occhi al cielo, spingendo indietro le lacrime e rivolgendo un pensiero a Bucky, di cui aveva udito la caduta senza poter fare nulla.
Bucky.
Lo avevano appena salvato, sembrava si fosse ripreso e aveva anche iniziato ad uscire con una ragazza del suo paese... Melli non riusciva a spiegarsi perché il destino dovesse essere così crudele. Perché si portava via sempre i migliori, e rovinasse ogni momento sereno con qualche colpo fatale in grado di rovinare tutto.
Non riusciva a spiegarsi qual era lo scopo di tutto ciò, perché la vita doveva essere così difficile, perché la pace sembrava ad ogni passo più lontana."Madre, padre" pensò, chiudendo gli occhi e facendo una preghiera silenziosa "Voi che vegliate su di me, vi prego, aiutatemi. Aiutatemi a superare tuto questo, aiutate Steve ad andare avanti, e abbiate cura di Bucky. So che il peggio è appena iniziato"
⊰᯽⊱┈─╌❊ 𝑺𝒑𝒂𝒛𝒊𝒐 𝑨𝒖𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆 ❊╌─┈⊰᯽⊱
*Busa delle rane = stagno d'acqua vicino cui, il 24 Giugno 1918, cadde il Maggiore Francesco Baracca, a Nervesa della Battaglia.
Tutt'oggi è visitabile (io stessa ci sono andata più di una volta), e nel luogo esatto dov'è stato trovato l'aereo ora vi è una croce in onore dell'aviatore. Il monumento a lui dedicato è stato costruito a circa 1km dall'Ossario ai Caduti (sempre a Nervesa), per semplici questioni artistiche, anche se non sempre viene detto (sì, ho visitato pure quello).Vi comunico anche, soprattutto per i lettori di "Mondi Paralleli" o i fan di J in generale (che so essere anche qui), che ho creato alcune playlist dedicate ai miei OC sul mio account Spotify, e mi piacerebbe farne altre chiamate "i lettori consigliano..." realizzate, appunto, con i vostri consigli su certe canzoni che vi ricordano determinati personaggi (in particolare Melli, magari)
Che ne dite come idea?
Se vi piace vi lascio il link del mio profilo nei commenti e aspetto i vostri titoli!
Per il resto, ci vediamo al prossimo capitolo!
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THE SKY IN YOUR EYES
FanfictionAmelia non voleva realmente quel lavoro in America. Non voleva lasciare la sua casa, la sua terra e la sua famiglia; ma quando le era arrivata quella lettera dall'SSR e seppe che Erskin l'aveva raccomandata non poté rifiutare. Il suo sogno era sempr...