6. Un proiettile dritto al cuore

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L'ultima cosa che Amelia ricordava è che si stava lamentando dell'altezza di Steve, quando all'improvviso un'esplosione colse tutti di sorpresa e una sparatoria scoppiò talmente velocemente che lei non ebbe neppure il tempo di mettere mano alla sua sua arma.
Aveva visto un uomo correrle in contro, tentare di colpirla e mancarla per poco, mirando poi ad Abraham e premere il grilletto con sicurezza.
L'urlo della donna spezzò l'aria, mentre il proiettile maledetto andava a perforare il petto del suo migliore amico, colpendo indirettamente anche lei, come se una scheggia invisibile le avesse trafitto l'anima.
Col fiato che le mancava corse al capezzale del dottore, spingendo tutte le persone che aveva di fronte e inginocchiandosi al fianco dell'uomo in pochi millesimi di secondo, ignorando anche Steve, che aveva fatto la medesima azione nello stesso istante.

«Abraham...» mormorò, con le parole che le uscivano miste ad un lamento «No, ti prego. Resisti. Ti prego»

Lacrime salate iniziarono a bagnarle il volto e increspare le labbra, mentre con le mani tremanti sciolse la bandiera al suo polso e la usò per tamponare la ferita, provando ad ignorare il sangue che inzuppava il bianco del tricolore e le tingeva le mani.
Il dottore socchiuse le labbra a quel gesto, cercando probabilmente di riprendere fiato e alzando con fatica una mano verso il soldato alla sua destra, toccandogli il petto due volte con l'indice e voltandosi subito dopo verso Amelia, in procinto di dire qualcosa di -apparentemente- vitale importanza ma spirando un attimo prima. I suoi occhi si spensero, vitrei e assenti contro quelli sconvolti della giovane, e la testa gli cadde all'indietro, mentre Melli parve sentire con le sue stesse mani il cuore  dell'amico smettere di battere.

In quell'istante, esattamente insieme al dottore, le parve di morire: gridò, senza proferire delle parole precise ma lasciando solo che il dolore lasciasse il suo corpo come il sangue da un taglio profondo, mentre ogni suono le giungeva ovattato e distante, provenendo da tutt'altro pianeta e in una lingua a lei estranea.
Abbassò lo sguardo, offuscato dalle lacrime, sulle mani imbrattate di sangue e ancora tremanti, soffermandosi fin troppo su quel liquido scarlatto. 
Sangue, segno per lei della morte. Lo stesso che aveva strappato via suo padre, che aveva ferito sua madre e tolto la felicità a Pietro e la giovinezza a Margherita.
La sua condanna, fin da quando aveva memoria.

L'aspro sapore della bile le riempì il palato, portandola a digrignare i denti e storcere il naso, mentre nel suo sguardo lampeggiava quell'unico pensiero che ora le offuscava la ragione: vendetta.

***

Steve aveva visto il cambiamento negli occhi di Amelia, che passava dal dolore alla rabbia.
L'aveva vista stringere il pugno contro la bandiera che solitamente teneva con cura e poi mollarla all'improvviso, mentre con uno scatto appena percettibile era balzata in piedi ed era corsa fuori, inseguendo colui che aveva appena assassinato la sua unica parte buona. 
Lui, ovviamente, le corse dietro. 

Una volta capita la direzione che aveva preso riuscì a raggiungerla appena in tempo, vedendola intenta a sparare contro una macchina che le veniva in contro e spingendola di lato per evitare che venisse investita, anche se lei non gli parve troppo grata.

«MALEDETT-»

«TI HO APPENA SALVATO» la bloccò, anche se ebbe un po' di timore ad alzare la voce

«Era mio!» replicò lei, alzandosi di scatto e ricominciando a correre verso la direzione in cui era andata l'auto

«Scusa!» rispose il soldato, seguendola nuovamente

Durante gli allenamenti si era reso conto di non essere tra i più veloci del gruppo, ed era perfettamente consapevole che Amelia riusciva a batterlo in ogni sfida fisica, ma in quel momento si ritrovò a raggiungerla, sentendo i muscoli delle gambe contrarsi e l'adrenalina scorrere nelle vene, portando il cuore a pulsare ad una velocità sempre maggiore. Solo che, per una volta, non era per via della fatica.

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