Stark stava finendo di sistemare alcuni progetti per delle nuovi armi quando Amelia piombò nella stanza, con l'indecisione intrisa nello sguardo e la mani che torturavano i polsi.
«Melli! Accidenti, mi hai fatto prendere un'infarto! Qualcosa non va?»
«È stata indetta una riunione» rispose brevemente lei, portando gli occhi altrove e cercando di prendere tempo «Tra circa una mezz'ora. Zola ha confessato dove si trovano le basi, quindi bisogna preparare un piano d'attacco. Potrebbe essere la missione definitiva questa»
«Bene, allora finalmente anche questa questione sarà risolta! Eppure... Ho come la sensazione che tu non sia venuta a parlarmi solo di questo. O sbaglio?»
«No, io...» continuò lei, abbassando lo sguardo e riducendo la voce ad un tono appena udibile «Ho un problema. Un grande problema. Sono... Sono nel boh»
«Nel cosa?»
«Nel boh! Sì, scusa, a volte mi dimentico che l'ho inventato io. Be', per farla breve è quello stato emotivo di profonda indecisione, in cui ti trovi quando una persona -o te stessa- ti fa una certa domanda importante e tu non sai cosa rispondere. Quando... Quando forse la risposta ce l'hai, sei consapevole che c'è una certa tendenza verso un "sì" o un "no", ma non riesci ad ammetterlo, neppure tra te e te. E allora, invece di cercare di descrivere ad altri questo mare in tempesta che hai dentro, dici semplicemente "boh". Senza troppi preamboli, senza dover restare intrappolata in frasi contorte o che rischiano di non rendere a pieno ciò che stai provando»
«Va bene...» cercò di capire Howard, poggiandosi contro la scrivania e comprendendo che la conversazione sarebbe stata alquanto interessante «E il tuo "boh" è...?»
«Steve» sussurrò lei, buttando fuori quel nome come se fosse un veleno che la stava consumando «Steve. Sono mesi che ci penso, non so come... Non so cosa fare. Non so come togliermelo dalla testa»
«Be', onestamente basta che indoss-... Aspetta un attimo, togliertelo dalla testa? In che senso? Perché? Semmai il consiglio serve su "come faccio a dichiararmi" -perché è palese che provi qualcosa per lui-, non su come dimenticarlo»
«No... Non ho intenzione di dichiararmi» rispose lei, avvicinandosi all'uomo e sedendosi sull'unica sedia presente accanto alla scrivania «Lui è "troppo" per me. È dolce, modesto, coraggioso, cortese, educato e... Insomma, diciamo che non sono la persona adatta a lui. Merita di meglio. Quindi, per il suo bene, devo dimenticarlo e concentrarmi solo sulla missione»
Stark si sbatté una mano sulla fronte, negando col capo e lasciando andare un sospiro, mentre si chiedeva cosa aveva fatto di male per sentire certe parole.
«Ah, Melli, Melli, Melli, ma non lo vuoi capire che lui è cotto di te? Sin dal primo giorno che ti ha visto, già ai tempi degli allenamenti lui non faceva che cercare scuse per stare con te. Possibile che non te ne sia accorta?»
Lei arrossì leggermente, iniziando a giocare con un lembo della camicia e mordendosi il labbro per sfogare lo stress.
In fondo lo sapeva: anche se ciò che diceva Stark era vero lei non avrebbe mai osato dichiararsi. Rischiare di rovinare l'amicizia che si era creata era troppo pericoloso per lei, un rischio che non aveva intenzione di correre.
Preferiva vivere nell'incertezza ma essere sicura che non avrebbe rovinato il loro rapporto piuttosto che buttarsi nel vuoto e non sapere come si sarebbe conclusa quella storia.In fin dei conti, a lei bastava anche quel sentimento così puro e piacevole, se non poteva avere altro.
E non avrebbe cambiato idea tanto facilmente.Con una scusa lasciò il l'ufficio del miliardario, ricordandosi solo dopo che oltre a lui doveva andare ad avvisare anche Steve della riunione, ritrovando obbligata a cambiare direzione a metà strada e correre verso la stanza del capitano, rimembrando che era pure il ritardo.
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THE SKY IN YOUR EYES
FanfictionAmelia non voleva realmente quel lavoro in America. Non voleva lasciare la sua casa, la sua terra e la sua famiglia; ma quando le era arrivata quella lettera dall'SSR e seppe che Erskin l'aveva raccomandata non poté rifiutare. Il suo sogno era sempr...