Dean x Reader - 4 | Il mostro sotto al letto pt. 1

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Parole: 1590

Un demone è l'ultima delle cose che Dean potrebbe mai diventare, hai sempre pensato.

E se mai lo diventerà, riuscirò ad passarci sopra, giuravi a te stessa.

Dio, tutto ciò che credi è una bugia.

La tua fronte, premuta contro il duro legno della scrivania di camera tua, chiede pietà.

Senti le tempie insistere sul tuo cranio sempre più forte ad ogni secondo che passa.

Le braccia tremanti, la pelle d'oca.

I palmi delle tue mani sono umidi, sudati, mentre si muovono avanti e indietro sulle tue cosce, si chiudono, si aprono, si strofinano fra di loro, in gesti nervosi e veloci.

Il tuo respiro non è regolare, i tuoi singhiozzi sono silenziosi, ma ininterrotti.

Sei sempre stata brava a non scoppiare in pianti rumorosi e continui, fin da piccola. Ogni volta che ti sentivi triste, stressata o arrabbiata, trovavi altri modi per sfogarti, per liberarti di tutti i pesi che portavi con te da fin troppo tempo.

Ma non sempre si ha la forza necessaria, per scacciare certi pesi.

Più passano i minuti, più i massi crescono, sulle tue spalle. Ti senti schiacciata, indifesa e debole, a tutto quel peso che è la verità dei fatti. Ora lo sai bene. La verità fa male.

Dean Winchester è un demone. Il Marchio di Caino lo alimenta, lo nutre, lo fa vivere. Lo carica e lo rende spietato.

Tu e Sam avete iniettato sangue umano nelle sue vene, più e più volte, nel tentativo di farlo tornare umano. Dopo l'ennesima siringa e l'ennesimo fallimento, giù, nei sotterranei, sei corsa in camera tua, hai sbattuto la porta, e sei crollata su una sedia, singhiozzando per almeno un'ora, fino ad arrivare a questo momento.

Ti alzi in piedi, lentamente, e rimani a guardare il vuoto, davanti a te. L'unica cosa alla quale riesci a pensare è una domanda: perché?

Perché proprio lui?

Perché un demone?

Perché tutto questo?

E perché a voi?

Ogni "perché" chiesto ne fa nascere un altro, e un altro ancora, immediatamente, creando confusione ed echi nella tua testa sovraccarica.

Di scatto, ti chini sulla sedia dove hai passato l'ultima ora a disperarti, l'afferri per le gambe e la lanci dietro di te con tutta la forza possibile. La sedia va a colpire una mensola, che cede e cade spargendo sul pavimento tutto ciò che si trovava sopra ad essa.

La rabbia ha preso il posto della tristezza.

"Y/N?! Che succede?" Sam irruppe nella tua stanza, e corre da te dopo aver visto la confusione a terra, la sedia ribaltata e libri sparsi ovunque.

"Sono stanca, Sam. Sono stanca di tutto," scuoti la testa, la tua voce è roca e tremante.

"Y/N, te lo prometto," Sam ti stringe a sé in un abbraccio saldo. "Riusciremo a riaverlo indietro," cerca di rassicurarti. "Continueremo a lottare."

Non ricambi l'abbraccio; stai pensando ad altro. Lo guardi negli occhi.

"Sam," inizi.

"No, Y/N, ne abbiamo già parlato," se lo aspettava.

"Non sai nemmeno cosa stavo per dirti," cerchi di salvare la situazione.

"Invece lo so benissimo," scioglie l'abbraccio, e rimane in piedi davanti a te, con le mani sulle tue spalle. "Vuoi andare nelle segrete, a parlarci. Da sola."

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