23: il rientro dopo la tragedia

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Era il 09 di gennaio, iniziavo l'ultimo quadrimestre del mio 3º anno.

Mi stavo preparando, non ero in grado di tornare a scuola, durante la battaglia erano morti tanti dei nostri, tra cui Derek e Cora Hale, Jackson Whittemore e Isaac Lahey.

Ne erano morti molti, oggi ci sarebbe stato i primi due funerali e domani gli altri due.

Oggi gli Jackson e Isaac e domani gli Hale.

Perciò, quel giorno mi misi pantaloni di jeans neri sfalsati in fondo, maglietta nera a maniche corte inserita nei pantaloni, scarpe nere e giacca di pelle nera.

Fuori c'era il sole, ma non era una giornata allegra, dentro di me era una giornata cupa e nera.

Per quel giorno mi misi solo il mascara e poco rossetto rosso.

Poi mi feci i boccoli e legai due estremità del ciuffo dietro.

Qualche minuto dopo arrivano Liam e Allison a prendermi, io il branco avevamo deciso di vestirci di nero per ricordare che ogni giorno muoiono persone, soprattutto il giorno della battaglia.

Allison portava un vestito nero con le calze nere e le scarpe con il tacco.

Liam, invece, portava una t-shirt nera e jeans neri, poi Nike nere.

Li salutai entrambi con un abbraccio, poi mi misi al posto dietro al guidatore e partimmo.

Arrivammo a scuola, li trovammo Scott, Stiles e Theo, anche loro vestiti di nero.

Scott e Stiles portavano gli stessi vestiti di Liam a parte le scarpe, solo che Stiles portava una felpa rigorosamente nera.

Theo, invece portava una camicia nera con jeans neri.

Ci salutammo ed entrammo dentro la scuola.

Mancavano parecchie persone, mancava circa un quarto degli studenti normali, molti mancavano per via della battaglia, i 'caduti' li chiamavamo noi, persone sia sovrannaturali che cacciatori.

Altri mancavano perché i genitori di essi avevano deciso di trasferirsi in una città "sicura", ma non sapevano che in tutto il mondo c'erano pericoli del genere.

Purtroppo questo non aiutava le cose, tutti per i corridoi ci guardavano come se avessimo avuto la peste o l'ebola.

Ci facemmo forza lo stesso ed entrammo.

Suonò la prima campanella, avevo economia, così presi il libro è mi avviai.

Entrai in classe, eravamo 14 su 22, il coach rimase sconvolto.

Iniziammo la lezione comunque.

Dopo circa 20 minuti, al citofono della scuola si sentì la voce del preside.

-Lydia Martin è pregata di recarsi in presidenza- e chiuse.

Così io presi le mie cose e andai.

Entrai, trovai il preside con il mio fascicolo scolastico in mano, con un cenno della testa mi fece capire che dovevo sedermi.

-ti ho convocato per dirti che te hai dei voti molto promettenti- fece una pausa e poi ripartì.

-ti sto proponendo di diplomarti quest'anno- disse senza troppi giri di parole.

-non so che dire, ma accetto- dissi io.

Un amore improbabile|| stydia ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora