Avete presente il nulla cosmico. Ecco, è quello che ho scoperto su Arya da Ness.
Ho tentato di farle delle domande che l'avrebbero spinta prima o poi a dirmi qualcosa, ma nulla, neanche una piccola cosa. Non sapevo più che pesci pigliare, le avevo provate tutte.
Almeno fino a cena eravamo liberi di fare ciò che volevamo.
Ne approfittai per farmi un bagno. Arya non era in camera, quindi presumi che fosse di sotto a parlare con Ness e Kat. Meglio così, avrei avuto un po' di pace.
Uscii dal bagno per vestirmi, presi una maglietta nera e dei pantaloni dello stesso colore. Mi osservai allo specchio; i capelli erano arruffati dopo che li avevo asciugati leggermente con un asciugamano ma erano sempre umidi. Avevo addosso solo i boxer e diciamo che dopo tutti gli allenamenti di mio padre, un fisico del genere me l'ero proprio meritato. Un'altra motivazione per la quale le ragazze volevano sempre venire a letto con me.
Non ci posso fare nulla se sono un dio.
-E mettitela una maglietta! – mi urlò una voce femminile alle mi spalle. La sua voce.
Mi voltai e le lanciai un sorriso malizioso. – Andiamo, lo so che ti piace il panorama. –
Lei fece una smorfia di disgusto. – Questa è una frase sentita e risentita, sinceramente, mi da il voltastomaco. – attraversò la stanza e si sedette su una delle poltrone nel piccolo salottino. Il fuoco scoppiettò e Arya sussultò, alla fine si ricompose guardandomi con la coda dell'occhio, prese un libro e si voltò dall'altra parte per leggere.
-Vestiti e esci, voglio farmi una doccia anche io. – mi informò.
-Bè, perché non la fai mentre mi vesto. – dissi mentre mi infilavo la maglia.
Lei ridacchiò. – Manco da morta faccio la doccia con un pervertito bastardo come te nella stanza accanto. –
-Chiudi a chiave. –
Lei scrollò le spalle. – Troveresti il modo per entrare lo stesso. –
Mi rimisi anche i pantaloni e uscii dalla stanza non prima di averle detto: - Non avevo la minima intensione di guardarti. – "Forse" ma questo non glielo dissi, mi avrebbe lanciato il libro in testa, sennò.
Chiusi la porta alle mie spalle e fece finta di andarmene. Feci pochi passi ma tornai in tempo davanti la porta per sentire Arya dare due mandate. Ha davvero così tanta paura che io possa entrare e vederla mentre si fa una stupida doccia?
Risi tra me e me mentre scendevo le scale per andare in cucina dove c'erano Kat e Mike che stavano bevendo un liquido ambrato. Sorridevano così tanto che mi stupii che le loro facce non si fossero già sgretolate. Ed erano fin troppo vicini.
Mi schiarii la gola, loro sobbalzarono accorgendosi finalmente della mia presenza. – Oh, ciao. – fece Mike diventando peggio di un pomodoro. Anche Kat era rossissima, si mise una ciocca di capelli rosa dietro l'orecchio, era stra in imbarazzo.
-Eravate troppo vicini, che stavate facendo? – chiese superandoli e prendendo un bicchiere per poi riempirlo con quello che stavano bevendo loro.
-Niente, parlavamo. – rispose troppo in fretta Mike.
Si certo, come no. E io sono brutto. Ma chi vogliono prendere in giro.
-Avete le labbra tutte rosse e gonfie, come se vi foste appena baciati. – dissi.
Kat si tocco le labbra.
-Ascolta... - iniziò Mike, ma lo interruppi subito. – Non dirò nulla. Potete fidarvi. –
-Ehi, che succede qui!? – Jordan entrò in quel momento in cucina. I due piccioncini si allontanarono ancora di più l'uno dall'altra.
-N-nulla. Dobbiamo andare a prepararci, tra poco si va a cena. – balbettò Mike. – Si. – confermò Kat ed entrambi uscirono dalla cucina.
Ridacchiai, Jordan mi guardò perplesso. – Ma che è successo? – chiese con un sopracciglio alzato.
Scrollai le spalle. – Nulla. – avevo promesso di non dire nulla e non l'avrei fatto.
-Sai, sta mattina sono per caso passato davanti al ristorante che Arya ha scelto per sta sera – cambiò discorso lui.
-Ecco dove ti eri cacciato. A un certo punto non ti abbiamo più trovato. –
Quella mattina Jordan era sparito per un bel po' di tempo.
Lui deviò il discorso con un gesto della mano. – Vabbè. E' un posto fighissimo. – gli brillarono gli occhi. – Una come Arya non poteva di certo scegliere qualcosa di poco chick. –
Mi riempii di nuovo il bicchiere. – Devo ammettere che la ragazza ha buon gusto su certe cose. –
-Ha buon gusto in tutto. – mi corresse Jordan poggiando i gomiti sul tavolo in mogano al centro della stanza.
Bevvi tutto d'un fiato l'ultimo sorso di liquore, posai il bicchiere sul tavolo. – Può d'arsi. – mi allontanai dalla cucina. Volevo tornare in camera per farmi una dormita prima di uscire, sempre se non ci fosse ancora quella a farsi la doccia.
Per fortuna trovai la porta aperta. Mi aspettavo di trovarla dentro a leggere o a prepararsi ma non c'era.
Mi sdraiai sul letto e tentai di addormentarmi. Il mio sguardo però finì sul borsone che Arya aveva lasciato aperto, forse se n'era scordata. Era pieno di vestiti neri e grigio scuro, almeno era quello che si riusciva ad intravedere. Sul pavimento era caduto un guanto, mi alzai e lo raccolsi, era fatto di un tessuto impermeabile ed era ancora umido. Si era fatta la doccia con quello addosso?
Rimisi il guanto nella borsa e me ne tornai a dormire. Non mi importava di come si faceva il bagno.
Fortunatamente riuscii a dormire un'ora prima che la squillante voce di Ness mi svegliasse.
-SVEGLIA! – urlò praticamente buttando giù la porta.
Mi rigirai nel letto coprendomi la testa con un cuscino. – Non esiste una manopola per abbassare la tua voce. – mugugnai.
Lei mi strappò il cuscino dalla faccia. – Ahah, no, non l'hanno ancora inventato. – aprii leggermente gli occhi, Ness guardò il borsone di Arya, posò le mani sui fianchi e sbuffò. – Guarda che casino. – chiuse la lampo e lo rimise sotto al letto insieme alle altre borse che si era portata.
-Che ore sono? – chiesi sedendomi sul lato del materasso.
Ness guardò l'orologio alla parete sopra lo stipite della porta. – Quasi le sette, mancano cinque minuti. – continuava a ripetermi di alzarmi.
-Ora mi alzo. – sbadigliai.
Lei sorrise. – Perfetto! Tra dieci minuti usciamo, quindi vedi di essere sveglio. – mi informò. Biascicai un "sisi" mentre usciva.
Mi sistemai i capelli arruffati dal sonno, mi misi una camicia che si abbinava perfettamente con i pantaloni neri e presi una giacca.
Scesi nel salone dove tutti mi aspettavano, ero l'ultimo ad arrivare.
Le ragazze avevano più eleganti rispetto a quelli della mattina. Rosso per Ness, violetto per Kat e uno rosa cipria per Arya. I ragazzi erano vestiti più o meno come me; eleganti ma non troppo.
Eravamo tutti pettinati e profumati, non sembravamo degli assassini.
-Bene, ora che anche Logan è arrivato, possiamo andare. – fece Arya alzandosi dalla poltrona. Aveva due guanti che le coprivano le braccia fin sopra al gomito dello stesso colore dell'abito. – La carrozza sta aspettando fuori. –
Finalmente si mangia, stavo morendo di fame.
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academy of murderers
General FictionL'Accademia degli Assassini era il posto meno appropriato dove passare la propria adolescenza. Ti addestrano per diventare una macchina omicida, poi, quando sei abbastanza forte, ti mandano in missione - così le chiamano loro -per uccidere qualcuno...