-Non guardarmi così. Mi ha costretto. – Logan si fece largo tra me e la porta ed entrò. Mi strinsi istintivamente nell'accappatoio che mi ero infilata poco prima di aprirgli.
Sbuffai, ormai ero esasperata. – Che hai lì? – chiesi indicando con un cenno del mento quello che teneva in mano.
-Oh, si, giusto. – me lo porse. – Hai detto di volerti fare un bagno, no? – annuii. – Con quale bagnoschiuma? E lo shampoo? Aspetta, hai dimenticato anche la camicia da notte. –
In effetti dentro la scatola che mi aveva dato c'erano tutte le mie cose. Lo guardai sollevando le sopracciglia. – Perché sei qui, ripetimelo? –
Lui sbuffò. – Senti, io non volevo venire, okay! Ma la tua amica è folle e mi ha categoricamente ordinato di tenerti d'occhio. Si, ordinato, non ridere! – tardi, ormai ero già scoppiata.
-Tu, - lo indicai – che ti fai dare ordini da Ness?! Il grande Logan Bennet che si fa comandare da una diciottenne con le paranoie?! –
-Ti ho detto di non ridere! – sembrava incazzato.
Ma io non mi trattenni e nella stanza risuonò la mia risata. – Con cosa ti ha minacciato? Ti voleva tirare una teiera in testa? –
-Vatti a lavare e taci. – ringhiò lui trascinandomi verso il bagno. Nervosetto?
Stava per richiudermi la porta alle spalle ma la fermai. – Si può sapere che cazzo hai? –
Logan scrollò le spalle. – Nulla. –
-Sicuro? No perché meno di un'ora fa eri il solito stronzo rompipalle e ora sembra che tu abbia il ciclo. E non mi risulta che tu possa averlo. –
-Non è assolutamente vero. – rispose lui tirando la porta per tentare di chiuderla, ma glielo impedii.
La spalancai ancora di più. – Vattene! Non ho bisogno della tata per una notte fuori. Di a Ness quello che ti pare, inventati qualche scusa, ma vattene da questa stanza! – urlai e gli sbattei la porta in faccia.
Già dovevo condividere la camera con lui alla villa quando si comportava da stronzo rompipalle. E, se quando era così lo sopportavo un minimo, in versione Logan-ho qualche problemino ha gestire la rabbia dopo che qualche idiota mi ha fatto incazzare, l'avrei ammazzato.
LOGAN
Non era stata Ness ad avermi costretto a sorvegliare Volpe, almeno in parte era responsabile, ma ci ero andato da solo.
Ero tornato alla villa per dire a Ness che Arya era viva e vegeta, quindi lei stava assillando tutti per andare a controllarla quando bussarono alla porta.
Quando Kat tornò aveva una busta bianca in mano.
-Non so da chi venga ma è per te. – e me la porse.
Era ancora sigillata quando la aprii.
Dopo la figura di merda che hai fatto fare a tuo padre, mi stupisce che ti dia un lavoro così importante.
Sei solo un puttaniere.
Tale madre tale figlio, insomma.
Era tutto ciò che diceva la lettera.
Sentii la rabbia ribollirmi dentro. Un conto era insultare me, ma se toccavano mia madre perdevo la ragione.
Non sapevo chi era il bastardo che aveva inviato quella roba, fatto sta che la accartocciai e la infilai in tasca.
-Log, dove vai? – chiese qualcuno. Non riuscivo neanche ad identificare la voce degli altri, ero incazzato di brutto.
Salii in camera, sbattendo la porta alle mie spalle, e sprofondai nel letto.
Lo so che era una reazione esagerata per una persona che non avevo neanche mai visto, ma era mia madre. Poteva anche essere una serpe come papà, ma nella mia mente, nei miei sogni lei era la persona migliore del mondo.
In casa nostra non saltava mai fuori l'argomento "madre", era un taboo, quindi ero cresciuto immaginandola come preferivo.
Lunghi capelli castani, occhi color caramello dolci ma severi. La donna più bella dell'universo. Gentile, solare, spiritosa.
Era proprio tra quei pensieri che, ancora arrabbiato, vidi, dalla porta aperta del bagno, il set di prodotti da bagno di Arya.
Voleva lavarsi senza neanche essersi portata dietro la roba. E anche la camicia da notte, perché misi la mano sotto al cuscino e la trovai piegata perfettamente.
Sospirando mi alzai e misi shampoo, bagnoschiuma e altre cose che erano lì, dentro una bacinella di legno piccolina e misi sopra la camicia da notte rosso sbiadito e la coprii con un panno.
Scesi le scale di corsa. – Dove vai, ora? – mi chiese Mike cercando di venirmi incontro.
-Non aspettatemi alzati. Farò tardi. – fu l'unica cosa che dissi loro prima di sbattermi la porta alle spalle.
Venti minuti dopo ero a bussare alla stanza che Arya aveva preso per la notte. E dopo neanche cinque minuti, di nuovo fuori.
La serata non stava migliorando. Neanche un po'.
Quanto mi fa salire i nervi quella ragazza!
Giuro, mi fa ammattire!
ARYA
-Mi hai fatto morire di paura! – non avevo fatto in tempo a mettere piede in casa che Ness già mi stava urlando contro. – Sai quanto mi sono sentita in pensiero quando non sei tornata a casa! –
-Tranquilla, mamma, sto bene. Non ho accettato caramelle dagli sconosciuti, nessun passaggio in carrozza da tipi poco raccomandabili e niente sesso con uno appena conosciuto e con il quale ho preso la sbronza del secolo! – ribatto io.
Ness alza gli occhi al cielo e sbuffa un sorriso.
La supero e mi dirigo verso le scale. – Lasciami posare questa roba e scendo. Così mi romperai l'anima per un'altra ora. –
Lei borbottò qualcosa ma non riuscii a sentire nulla, ormai ero già in cima al corridoio.
Ero così stanca, anche se mi ero riposata molto la sera prima.
E' che questa città mi fa innervosire e arrabbiare.
Ero troppo vicina a quella casa. A mio padre. E mi ero ripromessa di non tornarci più.
Lasciai i prodotti da bagno che mi aveva portato Logan sul letto, mentre io sprofondai nel divano.
Log aveva ragione, era proprio scomodo!
Mi massaggiai le tempie.
Il mio sguardo ricadde sul tavolino lì davanti. La busta di una lettera accartocciata e buttata là. La raccolsi.
Logan
Era indirizzata a lui ma non avevano scritto il mittente. Il francobollo era di questa città e la calligrafia mi sembrava familiare.
Merda!
Per poco non strappai la lettera cercando di aprirla.
Merda, merda, merda.
Riuscii ad estrarre la lettera. Le mani mi tremavano e stavo cercando di calmare i battiti accelerati del mio cuore per evitare, di nuovo, un attacco di panico.
Quella grafia, certo che la conoscevo. Ed era un grosso problema.
Lessi il messaggio. Capii coso voleva dire e mi dispiacque molto per Logan.
-Ma buongiorno! Oggi ci siamo svegliati dalla parte giusta del letto? – parli del diavolo. Logan entrò nella stanza a petto nudo, ma non ci feci caso. Aggrottò le sopracciglia. – Che stai facendo? –
-Perché ti ha scritto? – lui non rispose. – Perché mio padre ti ha scritto!? -
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academy of murderers
General FictionL'Accademia degli Assassini era il posto meno appropriato dove passare la propria adolescenza. Ti addestrano per diventare una macchina omicida, poi, quando sei abbastanza forte, ti mandano in missione - così le chiamano loro -per uccidere qualcuno...