Logan

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La pioggia batteva contro le finestre della villa. Era da quella mattina che pioveva e non dava segno di voler smettere.

Non andavo da Arya dal giorno prima e avrei dovuto aspettare che Ness e Kat tornassero dalla loro visita per poter andare.

Non riuscivo a fermarmi un secondo, dovevo sempre avere qualcosa da fare, altrimenti sarei impazzito.

Tentavo di distrarmi dalle grida, ormai flebili, del nostro ostaggio allenandomi per ore infinite, fino allo sfinimento.

Ero arrivato a cucinare e pulire l'intera villa.

Scendere nel seminterrato era fuori discussione. Almeno, non dopo quello che mi aveva detto un paio di giorni fa. Stentavo ancora a crederci.

In cucina entra Jordan che mi guarda sbalordito. – Non ci credo. –

Corrugo le sopraccigli. – A che cosa? –

-Tu stai davvero cucinando? – si sfrega gli occhi con fare teatrale. – Che ti è successo? Hai la febbre? –

Sospiro e torno ad impastare quelli che dovrebbero diventare biscotti. Almeno sparavo diventassero biscotti.

-Finiscila di fare lo spiritoso. – dissi. – Sono ancora preoccupato e dovevo trovare qualcosa da fare prima di finire rinchiuso in un ospedale psichiatrico. –

-Sta bene. Sentito il dottore: è fuori pericolo. –

Già, ma per quanto ancora?

Jor, notando il mio sguardo perso e triste, si avvicina posandomi una mano sulla spalla. – Sapere del suo problema ci ha destabilizzati tutti, capisco come ti senti. –

-No che non lo sai! – sbottai. – Lo sapevo. Sapevo da settimane, Jor! Ma non ho potuto salvarla lo stesso. –

-Ma tu l'hai salvata. – rispose lui. – Se non fosse stato per te, ora sarebbe morta. –

Aveva ragione, ma continuavo a pensa che se mi fossi accorto prima del sangue quando tossiva forse non avrebbe provato... ripensare ad Arya in quel bagno faceva male.

Il nodo che mi si era formato in gola quasi mi impediva di respirare. – Non posso perderla. – sussurrai.

-Non succederà. –

Continuai a tenere lo sguardo basso e distante. – Wow, quella ragazza ti ha davvero mandato il cervello in pappa, amico! – cerca di sdrammatizzare Jor.

Riuscì a strappare dalle mie labbra un piccolo sorriso.

Si, l'aveva fatto. Mi aveva stregato il suo sorriso, i suoi occhi, il modo con cui parlava di ciò che amava fare. Da come ogni notte si metteva alla finestra e guardava le stelle pensando di essere sola.

Jordan mi avvicinò qualcosa alla faccia. – Ma che fai!? –

-Ti asciugo la bava che ti esce dalla bocca quando pensi a quel piccolo uragano. – rispose. Jor aveva dato quel soprannome ad Arya anni prima e lo usava solo quando eravamo io e lui.

Gli do un pugno scherzoso sul braccio. – Piantala. –

Gli occhi gli si accesero di divertimento. – Ne hai ancora un po' qua. – disse facendo finta di pulirmi il lato della bocca.

A quel punto presi una manciata di farina, piccola sennò Ness chi la sente, e gliela lanciai. – Ti avevo avvertito. –

-Brutto bastardo! – ringhiò lui divertito.

Fece per lanciarmela anche lui, ma la schivai prontamente. – Ehi! Sarò un bastardo, ma non sono di certo brutto. – rimbeccai. – Al contrario tuo. –

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