Arya

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Tutto pensavo eccetto risvegliarmi.

Eccetto riaprire di nuovo gli occhi e, come la prima volta, essere accecata dalla potente luce sul soffitto.

"No!" fu il mio primo pensiero.

Mi faceva male la testa. Quando girai lo sguardo notai l'ago della flebo nel braccio.

Il destro.

Senza il guanto.

Qualcuno lo aveva tolto.

Mi salì il panico. Staccai l'ago il più veloce e indolore possibile (anche se non sentivo quasi più nulla da quel braccio).

Non riuscivo a distogliere gli occhi da quel ammasso di pelle bruciata. Non riuscivo quasi a respirare. L'aria sembrava essere diventata di piombo.

Cercai qualcosa, qualunque cosa mi portasse definitivamente via da quel mondo.

Tremavo e sentivo calde lacrime scorrermi sul viso, appannandomi la vista.

No. No. No.

Perché?

Perché l'universo, il destino o quello che cazzo era non voleva lasciarmi andare!?

Sussultai quando due braccia mi circondarono in un abbraccio.

-Devi calmarti. – disse la voce di Logan.

Era distante, come se qualcuno mi parlasse mentre ero sott'acqua.

-Va tutto bene. – ripeteva mentre mi accarezzava la schiena con la mano. Quel tocco fece partire una scarica di scintille dentro di me. Ma non bastò a calmarmi.

-Perché? – dissi con la voce spezzata dai singhiozzi. – Perché sono ancora qua? –

Lui non rispose. La mano si spostò sui miei capelli.

-Voglio andare con la mamma. –

-Lo so, ma non puoi. -

-Perché? –

-Perché non ti avremmo mai lasciata morire. Io non l'avrei permesso. – rispose lui.

Quelle parole fecero uscire altre lacrime. – Non è vero. – lo accusai.

-Ary... -

-Non è vero! Non mi volete! –

Sospirò. – Si, invece, non devi mai pensare ad una cosa del genere. –

Scossi la testa. – No. Nessuno mi vuole, come si può volere una cosa del genere. Come si può amare qualcuno come me? –

-Io ti amo! –

Per un secondo il mondo intero si fermò.

Aveva appena detto...

I singhiozzi cessarono, come le lacrime. Alzai il volto per guardarlo negli occhi.

-Non è vero. – replicai in un sussurro. – Lo dici per farmi stare zitta. –

Logan mi prese il viso tra le mani e con il pollici ce mi asciugò una lacrima. Senza togliere gli occhi dai miei. – Ti amo. – ripeté. – Da quando mi hai rivolto quel sorriso mesi fa. Da quando abbiamo iniziato a sfidarci. Da quando sei arrivata... anzi, da prima ancora di conoscerti. –

Io ascoltavo senza dire una parola. Non sapevo se stavo ancora respirando o no. Non mi importava neanche che il braccio fosse scoperto.

-Non lo sapevo, solo ora l'ho capito. E, vederti in quello stato, mi ha fatto capire che se ti avessi perso... - scosse la testa come per scacciare il pensiero. – Mi avresti lasciato con un vuoto che non sarei più riuscito a colmare. Mi avresti lasciato col rimpianto di non averti mai potuto dire queste parole. –

Poggiò la fronte contro la mia e chiuse gli occhi. – Tu... mi ami. – era la prima volta che dicevo qualcosa da quando aveva iniziato. La mia voce era un sussurro.

Lui annuì. – Si. Prima che tu dica qualcosa, lo so che non proverai ne ora ne mai un sentimento differente dall'odio per me, ma avevo bisogno di dirtelo, anche perché non so quanto sarei riuscito a tenermi dentro tutto questo. –

Prima che potesse ritrarsi, lo attirai a me e lo baciai.

In un primo momento rimase immobile, ma poi ricambiò.

Fui invasa da un'ondata di calore per tutto il corpo. Era bellissimo.

Quando la sua lingua sfiorò la mia alzai una mano verso il suo viso. Quando gliela posai sulla guancia lui si irrigidì.

Mi staccai da lui, accorgendomi che quello era il braccio bruciato.

Lo ritrarsi subito, indietreggiando a mia volta. – Non guardarlo. – gli dissi, ma lui aveva gli occhi sul mio volto.

-L'hanno dovuto togliere per forza, ho detto loro di non farlo, ma non è servito. – mi avvisò Logan. – Non ho visto nulla. –

-D-davvero? –

Annuì. – Finché non sarai tu a permettermi di vederlo, non lo farò. –

Come avevo fatto a vivere senza di lui.

Come era possibile che non mi fossi accorta di quanto fosse dolce e meraviglioso.

Ormai era chiaro: quel ragazzo era la cosa migliore che mi fosse mai capitata nella vita.

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