44- Sentimenti

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Attenzione smut.

La missione non fu’ mai svolta da Selene, il compito lo svolsero Blaise e Amycus, tutti gli altri vegliavano sulla ragazza distesa sul letto dalla mattina precedente, Narcissa lanciò una diagnosi con l’elfo alquanto sbalorditiva ma che gli altri non dovessero sapere.

Controllavano ogni ora il battito, il respiro, se rispondesse agli stimoli pungendo o pizzicando la carne scoperta, constatando che il quadro generale era nella norma, non capivano il perché di questo suo stato di trance, come se fosse caduta in un sonno profondo, l’alcool che aveva nel corpo era stato smaltito con qualche fiala di dissolvenza dei liquidi corporei estranei, il cuore pulsava regolarmente e i nervi reagivano al minimo sfioramento.

Un'ora dopo.

I ragazzi alternavano i turni, Draco e Theodore facevano avanti e indietro per sentire i nuovi lavori, Pansy non si smosse mai dal suo fianco accarezzandole il viso e lasciandole baci per le guance rassicurandola che se si fosse svegliata sarebbero andate lontane da qui in un modo o nell’altro, Lucius tornò due o tre volte nel corso della sua dormienza osservandola sempre nello stesso modo in cui l’aveva trovata.

Il suo piccolo corpo giaceva a pancia in su nel materasso, la sua amica le adagiò i capelli lungo le spalle spazzolandoli lentamente, le braccia distese lungo i fianchi, la pelle di porcellana più chiara del solito, le labbra e le gote colorate di un rosa pallido, le palpebre chiuse e distese sugli smeraldini occhi.

Il giovane Riddle non abbandonò per nessun motivo al mondo la stanza, soffermandosi con lo sguardo attento su di lei, rimase seduto sulla poltrona in fondo alla camera, notando come le persone entrassero e uscissero repentinamente, soltanto Narcissa parve accorgersi di lui e del suo umore poggiandogli una mano sulla spalla come a rassicurarlo prima che lei uscisse.

Si beava di quei sospiri che lasciavano i suoi polmoni, dello sterno che si alzava e abbassava lentamente, cercava di rimanere fermo e saldo a quella sedia, perché se si fosse mosso per sbaglio o alzato avrebbe distrutto l’intero mondo magico.

Tensione, la paura di perdere qualcuno a cui si tiene, stava sperimentando una nuova emozione che non riusciva più a controllare già da un po’.

Questa situazione non gli piaceva affatto, anzi per niente, stava male percepiva il sangue scorrergli fluente nelle vene pulsandogli fino al cervello, le mani strette ai braccioli che entravano nella pelle della poltrona, la mascella che gli ticchettava, il pomo di Adamo che scendeva al suo deglutire, il ticchettio di quel fastidioso pendolo che rintoccava ad ogni maledetto secondo….

E la sua voce, quella melodiosa dolce voce che non sentiva più, gli bastava solamente un urlo per infastidirlo o provocarlo per tenerlo buono.

Si alzò di scatto spingendo indietro il posto dove era seduto udendone il frastuono all’ennesima persona che con le lacrime agli occhi lasciava la stanza, come se lei non ci fosse più.

Freneticamente si diresse verso la porta chiudendola a chiave non volendo più nessuno che la disturbasse e inspirò profondamente.

Fece l’unica cosa che gli venne in mente, si inginocchiò ai piedi del letto, come a pregarla di ritornare, avvicinò cautamente una mano alla sua e si portò le dita alle sue labbra chiudendo gli occhi quando gli baciò il dorso, in silenzio la stava supplicando di non lasciarlo <<Me l’hai promesso>> la voce ridotta ad un sussurro straziante ricordando di quando i loro corpi si unirono e si rivelarono promesse che mai avrebbero voluto spezzare.

Tutti i suoi buoni propositi erano andati a farsi fottere quando non ebbe nessuna risposta, ma lui sperava soltanto che lo sentisse, non riusciva proprio ad immaginare la sua esistenza senza la luce, era arrivata nel periodo più buio della sua vita e gli aveva fatto prender una boccata d’aria così bella che adesso non sarebbe riuscito più a farne a meno.

Descendant || Draco Malfoy or Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora