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Mi stacco velocemente da Federico, recupero le mie cose che nel frattempo mi erano cadute e corro fuori dall'hotel, verso la piscina, da Matteo.
-hey piccoletta, eccoti finalmente- mi dice.
-ho un problema Teo, un problema gigante.
-riguarda Leo?
-non solo Leo, anche Fede.
-Cristo santissimo, dimmi tutto- si siede sulla sdraio, tirando sulla testa gli occhiali da sole.
-io e Leo questo pomeriggio abbiamo chiarito, ma non li abbiamo detto a nessuno. L'abbiamo fatto...
-non c'è modo migliore per chiarire- ridacchia.
-poi se n'è andato in camera e sei venuto tu, io mi sono preparata e mentre scendevo Federico mi ha presa da parte e...
-non mi dire- si mette le mani in faccia.
-mi ha baciata-finisco la frase.
-scommetto che non è finita qui- continua.
-no, Leonardo ci ha visti, e sicuramente pensa che l'ho baciato io.
Matteo impreca e poi mi guarda -madonna santa ma sei tipo una calamita di casini in amore.
-a quanto pare... Ma questo non mi vieta un bagno col mio migliore amico per distrarmi- tendo la mano e lui batte il cinque -ovvio- conferma per poi tuffarsi in piscina.
Io lo seguo, ma non rimango molto in acqua, anche perché poco dopo sarebbe stata ora di cena.
-non penso verrò a mensa stasera- dico mentre mi avvolgo nell'asciugamano.
-tranquilla, se ti serve qualcosa fammi uno squillo che ci sono sempre- mi fa un occhiolino buffo -ora se permetti vado a farmi una doccia- ci salutiamo e rimango da sola sulla sdraio.
Il tempo scorre ma i miei pensieri no, rimangono fissi su Leonardo.
Un'oretta dopo aver chiarito, è tornato tutto come prima. Fanculo.
Sento dei passi venire nella mia direzione, spero sia chiunque tranne che lui, e fortunatamente per una volta vengo ascoltata, infatti, alzo lo sguardo e vedo mio padre -tesoro, ancora qui?- si siede accanto a me.
-si, ho fatto un bagno con Matteo per chiacchierare un po insieme- lui annuisce e per qualche secondo cala il silenzio.
-comunque stasera non penso che sarò a cena, mangio in camera. Devo fare una videochiamata con le mie amiche per cenare insieme mentre facciamo un po do gossip...- tutto chiaramente inventato.
-va bene, basta che non è per qualche motivo strano, in ogni caso io ci sono se ti serve qualcosa- mi mette una mano sulla spalla scuotendola leggermente.
-ora vado, ci vediamo o stasera o domani- mi sorride.
Poco dopo essersene andato, raccolgo le mie cose e torno in hotel. Qui, chiedo alla receptionist di farmi portare la cena in camera e subito dopo vado nella mia stanza.
Una volta dentro, corro a togliermi il costume per poi entrare in doccia e sciacquarmi via tutti i pensieri.
Esco dalla doccia e mi guardo al grande specchio attaccato sopra al lavandino.
Mi asciugo il volto e guardo la ragazza che sono.
Occhi verdi contornati da ciglia ne troppo lunghe ne troppo corte. Naso a scivolo, un po grande ma comunque non troppo, labbra rosee, il superiore poco più piccolo dell'inferiore. Guance rosa, senza lentiggini, ma comunque carine.
Fronte di una grandezza classica, addobbata da un paio di sopracciglia spesse, castane come i miei capelli lisci, che scendono fino alle orecchie abbastanza piccole se proporzionate al resto del volto, ma che costituiscono comunque un bell'abbinamento.
Questa dono io, la ragazza innamorata di Leonardo Bonucci, che, in teoria, dovrebbe ricambiare quel grande amore. Ma forse non è così.
A spezzare quella melodia di sentimenti e pensieri che si era creata, è il bussare ripetutamente di una mano sulla porta della camera.
Quel tok tok infinito mi riporta alla realtà, infatti appena lo sento prendo un respiro e vado ad aprire.
-mi prendi per il culo?- la sua figura imponente su di me era qualcosa di indescrivibile, mi sentivo come una formica se messa in confronto a quello che era realmente Bonucci.
-mi ha baciata lui- sussurro a denti stretti.
-e tu hai ricambiato- respira profondamente su di me -in ogni caso bacio meglio io- mi avvolge il collo con una mano e mi sbatte contro la parete, per poi lasciarmi un bacio molto profondo sulla bocca.
Oltre a questo, mi da un piccolo morso sul labbro inferiore, arrivando al punto di farlo leggermente sanguinare.
-guai a te se succede una cosa del genere. Io ti amo e questo te lo devi ficcare in quella cazzo di testa. Mi dispiace se a volte sarò pesante ma è quello che sono, e ti sto chiedendo di amarmi proprio per come sono fatto, dentro e fuori. Solo questo.
Dette quelle parole esce dalla stanza e sbatte la porta.
-porca puttana, mi sa che è impazzito- sussurro la frase facendomi uscire una risatina, stesa sul letto, mentre mi lecco le gocce di sangue che mi escono dal labbro.

•A UN PASSO DAL PARADISO//LEONARDO BONUCCI•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora