DOLORE

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LIAM'S POV
Ho perso ogni speranza, non rivedrò più la luce del sole e forse è meglio. Meglio per me, per la mia famiglia, per i miei amici, per tutti...

Nessuno mi è venuto a cercare ed io sto sempre più male, non ce la faccio più ad andare avanti ed è per questo che mi domando: "Dio perchè proprio a me?!" "Che cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?!" Orami le mie migliori amiche sono le mie sottili e tristi lacrime, abituate a rigare il mio volto. Ogni giorno la disgustosa persona che mi ha rinchiuso qui, stringe le catene che mi tengono bloccato ed il sangue non smette di uscire. E io... io sono impotente a tutto questo, posso impormi, ma non lo faccio: ormai non ho più forze e nemmeno la voglia.

E sì, sono solo passati due giorni, ma per me sono trascorsi come due secoli.
Sto vivendo nel dolore, nel buio, nella paura e nell'insicurezza.
Soffro ogni giorno di più e la voglia di prendere un coltello, avvicinarlo al mio collo e mettere fine a tutto questo una volta per tutte cresce in me.

Non mangio nulla perchè l'unica cosa che ho è l'acqua, acqua sporca come il sorriso che mostro a Kyle per dimostrare che sono forte. Ma sono stanco di fingere.

 E sì, è stato Kyle a farmi questo....

Ogni giorno lotto per respirare e la paura che oggi o domani potrebbe essere l'ultimo che aprirò gli occhi non mi spaventa più di tanto. 

Quando Kyle entra io mi paralizzo, ma cerco di respirare normalmente per non sprecare l'ossigeno, ossigeno che presto scomparirà con me.

"Se solo avessi la forza, il coraggio di rialzarmi" mi ripeto sempre in testa, poi mi rispondo con un "Poi cadrei a terra di nuovo"; ed è proprio vero.

K: Buon giorno Liam -mi "saluta" Kyle.

Io taccio, taccio per non sprecare la voce, taccio per l'ossigeno, taccio perchè ormai non ha più senso per me parlare.

Kyle lo sa e si limita a sghignazzare, poi mi si avvicina e stringe le catene.
Caccio un urlo.

K: Allora ai ancora le corde vocali! -esclama sarcasticamente-

K: Credevo che per la fame te le fossi mangiate! -continua-

Non rido, non piango, non mi arrabbio...niente di niente, lo fisso semplicemente.

Quando se ne va, mi abbandono a me stesso e inizio a piangere per tutto e per tutti.
E ancora una volta vedo formarsi sul pavimento la solita poltiglia di sangue e lacrime, praticamente tutto il mio dolore, la mia sofferenza, il mio sconforto, il mio pianto, la mia tristezza...la mia anima.

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