36-Giappone

5.4K 156 34
                                    

POV'S KARINA.

Eravamo in aeroporto ma la mia testa era ancora nel mondo dei sogni, ieri andammo a dormire tardi e stamattina avevamo il volo per il Giappone verso le 7:30 per i vari scali che dovevamo fare.

«Non sei emozionata? La nostra luna di miele in Giappone, una terra incredibile piena di cose da scoprire» iniziò a parlarmi Alessandro emozionato.

«Si..si non vedo l'ora» mi stropicciai gli occhi.

«In aereo cerca di riposare piccola, sicuramente anche questo monello sta ancora dormendo» mi accarezzò la pancia.

«Esatto, mamma e figlio ancora sulle nuvole» ridacchiai.

«Ti capisco stanotte non è stata una semplice notte».

«Una notte molto movimentata» mi morsi il labbro ripensando a tutto.

In quel momento aprirono il gate del nostro volo e andammo anche noi in fila, il jet di Alessandro lo prendevamo solo se dovevamo muoverci restando in Europa, i voli come questo che stiamo per fare non riusciva ad arrivarci e per questo che prenderemo un aereo come tutti gli altri.

Attraversato il gate prendemmo un pullman che ci accompagnò all'aereo.

«Buonanotte amore» dissi mentre mi mettevo la cintura di sicurezza.

«Mira comando non fare sogni hot e riposati» mi lasciò un bacio sulle labbra.

Appena l'hostess finì di spiegare le solite cose crollai in pochi secondi, avevo proprio bisogno di qualche altra ora di sonno.

POV'S ALESSANDRO.

Dopo svariate ore di aereo e scali da un aeroporto all'altro arrivammo finalmente in Giappone, dal finestrino si intravedevano delle case sicuramente ci trovavamo nella periferia dov'era situato l'aeroporto.

«Amore..svegliati» sussurrai mentre Karina si era addormentata un'altra volta, mi chiedevo come facesse visto che per me era impossibile solo fare un'ora di sonno in aereo.

«Mmh..che c'è?» aprì piano piano gli occhi.

«Siamo arrivati l'aereo sta per atterrare» ridacchiai accarezzandole la pancia, anche il piccolo era sveglio.

«Avete riposato abbastanza su su».

«Devo dire che mi sento più riposata» si stiracchiò le gambe per quel poco che riusciva.

«Sai mentre dormivi ti guardavo e pensavo a quanto fossi fortunato».

«Anch'io e il piccolo lo siamo..e anche molto».

Appena l'aereo atterrò recuperammo i bagagli e uscimmo fuori dove il nostro taxista ci stava aspettando.

«Benvenuti in Giappone o per meglio dire a Tokyo» sorrise il taxista con il suo accento particolare.

«Grazie» dicemmo io e mia moglie mentre lui posava le valigie nel cofano.

Il tragitto fece restare anche me senza parole, c'era una natura molto bella nonostante l'inquinamento e la metà delle case o dei palazzi erano tutti immersi nel lusso.

«Siamo arrivati in hotel» si fermò avanti una struttura enorme di vetro che mi ricordava i palazzi di Dubai.

«Grazie ancora» lo pagai e lo salutammo, qui le persone erano di mio gusto soprattutto perché non posavano mai gli occhi su mia moglie.

Entrammo e l'hotel era decorato da varie cose che ricordavano la parte antica di questa meravigliosa patria, c'era perfino un albero di ciliegio che stava fiorendo e crescendo qui dentro, come sempre un passo avanti a noi loro.

Por siempre tuya Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora