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Il Chieftain aveva l'aspetto tipico dei pub irlandesi: dalle pareti interamente in legno ed il bancone vintage con delle leve antiche per la birra alla spina, il locale era penetrato da due colonne in pietra ed arredato con tavoli e sgabelli in rovere dalle sedute in velluto rosso. Dalla varietà di birre e dalle sciarpe del Liverpool appese dedussi che la clientela consistesse perlopiù in amanti del calcio che andavano al bar per guardarsi una partita con gli amici e per bere qualcosa senza impegno. A ogni modo, quel locale puzzava di sessismo; me ne resi conto quando Miley mi disse di cercare una divisa della mia taglia nello spogliatoio e mi accorsi che la suddetta "divisa" non sussisteva in altro che un paio di shorts di jeans troppo corti persino per essere shorts e una camicetta a quadri che, scoprii in seguito, avrei dovuto annodare allo stomaco come usava negli anni Ottanta. Per la mente mi passò l'idea di raccogliere i capelli in una coda, ma evitai per non completare il look da cowgirl sexy degli anime giapponesi per pervertiti.

Quando uscii dallo spogliatoio lanciai uno sguardo di fuoco a Miley. «Non capisco come tu possa sopportare questa discriminazione ogni giorno. Ci sono anche camerieri maschi, giusto? E loro servono per caso le eventuali, rare clienti donne o uomini omosessuali a petto nudo? Non credo proprio.»

«Te l'ho detto, a volte non vedo tutta questa differenza tra fare la cameriera qui e la spogliarellista al Roaring 20's» si giustificò Miley. «Ma cosa dovrei fare? Licenziarmi anche da qui? Per lavorare dove?»

«Lo so, mi dispiace» mormorai; mi resi conto di essere stata troppo dura con lei. In fondo, non era certo colpa sua se il locale dove lavorava la costringeva ad indossare abiti succinti soltanto per attirare clientela.

Iniziai a servire i tavoli, finché dalla porta non entrò un gruppo di uomini che conoscevo: erano tutti amici di Benjamin e, tra loro, Daniel. Indossava una camicia bianca ed un paio di jeans neri, dal collo spuntavano le due collane che, notai, aveva preso a portare regolarmente, dal compleanno di Julian. Vederlo seduto al bancone, a pochi passi da me, mi fece accelerare il battito cardiaco; speravo vivamente che non ne approfittasse per parlare di ciò che era successo quella mattina in ascensore e, allo stesso tempo, il pensiero che non sarebbe più accaduto niente di quel genere mi provocò una lieve fitta al petto che non avrei saputo spiegare. Era la stessa sensazione che mi attanagliava ogniqualvolta si voltava per squadrare una cameriera in quella tenuta indecente che gli passava affianco per recarsi a ritirare l'ordine per un tavolo.

Daniel distolse lo sguardo dalla partita per rivolgersi a me, che ero dietro lo spillatore, e fu solo allora che mi notò. «Ciao, Abigail.»

«Hey, Daniel» risposi per educazione, anche se non riuscivo a non provare ansia, dopo ciò che era successo tra noi. Ansia che probabilmente non avrei dovuto avere, dato che lui sembrava essere già passato alla conquista successiva, dal modo in cui esaminava le mie colleghe. «Vi porto qualcosa?»

«Non sapevo lavorassi anche qui.»

«Sto solo dando una mano ad un'amica, stasera» gli spiegai. «Allora, pronti a ordinare?»

«Sei birre, grazie. Bionde.»

«Arrivano.»

Quando li ebbi serviti passai ai tavoli. Una donna mi sorrise maliziosamente come le porsi una pinta di birra; non mi capitava molto spesso di ricevere quel tipo di attenzioni dal genere femminile, perciò ne rimasi sorpresa e persino lusingata. Comunque, sbuffai l'accenno di una risata e mi voltai, senza darle alcun cenno che potesse mostrare interesse - né disinteresse. La sorte volle, però, che il mio risolino si spegnesse in men che non si dicesse: quando ebbi sollevato lo sguardo, vidi Daniel fare delle avances a Miley, stringendole in fianco e parlandole all'orecchio. Lei era arrossita, ma non capivo se le stesse dando fastidio o meno, anche considerando che lei era omosessuale, - il modo in cui fosse spesso finita nel letto di molti uomini, lavorando al Roaring 20's, era sempre stato un mistero, per me - perciò decisi di non intervenire: Miley sapeva come comportarsi se qualcuno la importunava sul posto di lavoro, al night ne avevamo visti tanti che ci riservavano attenzioni indesiderate. Purtroppo quando si ha a che fare con gente arrapata ed ubriaca bisogna sempre tenere la guardia ben alta e guardarsi da chiunque, perché non si sa mai che reazioni potrebbero avere, quegli uomini. Avevo conosciuto ragazze - colleghe - che si erano trovate a fare i conti con tipi violenti, che avrebbero tentato di ottenere ciò che volevano anche prendendoselo con la forza. In quel campo si lavora con gente pericolosa e si impara a badare a noi stesse. A ogni modo, Daniel congedò Miley con una pacca sul sedere come un cavallo ed io la raggiunsi.

𝑺𝑶𝑳𝑶 𝑫𝑼𝑬 𝑺𝑨𝑻𝑬𝑳𝑳𝑰𝑻𝑰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora