Capitolo 1

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I personaggi poligonali si muovono velocemente nello schermo, vecchio quasi quanto me. Ho completamente perso la cognizione del tempo, e come me, anche Lincoln. Abbiamo fatto innumerevoli partite a Smash Melee, un gioco picchiaduro nel quale i personaggi più celebri dei videogiochi...si picchiano. È un gioco piuttosto vecchio, ma sia io che Lincoln siamo amanti dei giochi retrò.
Siamo in pareggio, e nessuno dei due riesce a vincere. Decidiamo di fare un'ultima partita: chi perde dovrà offrire una cena intera al vincitore. Combattiamo fino a quando non ci fanno male i pollici. Entrambi abbiamo più del centocinquanta percento di danno inferto. Arriva la pallina magica che ti da' il potere di fare la super mossa, quella che può ucciderti in un sol colpo. Dopo aver saltato a vuoto varie volte, riesco a colpire la pallina, e di colpo il personaggio da me scelto, la Principessa Zelda, diventa luminosa. Aspetto che Link, eroe di Hyrule, si avvicina, ma non ne vuole sapere. Provo ad avvicinarmi per dargli il colpo di grazia e premo il pulsante per finirlo. Zelda carica il suo colpo, ma Link si trova un pixel più lontano del dovuto. Il super potere svanisce, e Link ne approfitta: con un sol fendente di spada, mi butta fuori dal ring. Cazzo. Ho perso per un pelo .
Lincoln si alza dalla sedia di scatto e alza le braccia al cielo.
"Campioni del mondo!!" grida, per poi mettersi a saltare per tutta la stanza. Ogni volta che vince una partita, deve per forza rinfacciarmelo o non è contento. Si avvicina e mi sfoggia un sorriso da ebete. Come vorrei prenderlo a calci... ma non posso. Che peccato, sarebbe stato divertente vederlo saltellare per il dolore.
"Cara la mia piccola Leaf, domani sera mi devi una pizza e una birra"
"Che palle" sbuffo, "Un pixel più vicino e ti avrei distrutto..." incrocio le braccia al petto, ma accetto la sconfitta.
"Questo è perché Zelda non ha una spada!" dice lui, fiero di se'per aver scelto uno spadaccino dal suo stesso nome.
"Non c'entra niente. Guarda che hai vinto solo una partita in più di me, e per puro caso!"
"Non sopporti la sconfitta eh?" dice lui, mettendosi a ridere.
Io mi siedo sul suo letto, aspettando che spenga la console.
Da quando abbiamo scoperto la saga di The Legend of Zelda, Lincoln si fa chiamare Link, come l'eroe protagonista.
Vengo quasi ogni giorno a casa sua da ormai dieci anni. I suoi fratelli ora mi considerano come una di loro. Molto spesso mi spaccio per una della loro famiglia. Sfrutto il fatto che tutti e quattro siamo biondi, anche se sono l'unica con gli occhi verdi, mentre gli altri hanno gli occhi azzurri. Link è il mio migliore amico, gli devo tanto. Grazie a lui e ai suoi fratelli, posso scappare dai problemi di casa.
Mia madre è una stilista, se n'è andata di casa qualche anno fa perché non sopportava più la depressione di mio padre. Se n'e andata senza dire niente, se non un "vaffanculo!"
Mio padre un tempo era un musicista, ma non è mai riuscito a fare successo. Ora é terribilmente depresso e non riesce più a riprendersi. Esce a sballarsi ogni giorno per dimenticare tutto. Il risultato? è come se vivessi da sola.
È per questo che vado da Link così spesso. Lui mi capisce. Ha perso entrambi i genitori undici anni fa. Entrambi erano militari in missione. Purtroppo, proprio il giorno in cui stavano tornando a casa, ebbero un incidente aereo e persero la vita. Il figlio maggiore, Trevor, aveva solo vent'anni. Fu costretto a rimboccarsi le maniche e fare da padre ai fratelli minori, Jason, che aveva quindici anni, e Lincoln, che ne aveva solo dieci. In più, si è anche preso cura di me, perché sapeva dei problemi che avevo in famiglia. Gli voglio molto bene. Io e lui abbiamo un rapporto molto speciale. Diciamo che oltre che un fratello maggiore, è anche un padre per me. E forse, ho una cotterella per lui. Forse. Non fateci troppo caso.
Trevor apre la porta della stanza di Link, ed entrambi ci giriamo.
"Scusate se interrompo la vostra sessione da super nerd" inizia, ma Link lo interrompe.
"Abbiamo appena finito. Vuoi sapere com'è andata a finire?"
"Se proprio devo saperlo..."
"29-30 per me!! L'ho stracciata!"
Mi alzo di scatto ed indico Link con fare d'accusa.
"Ha vinto per pochissimo!! Stavo per vincere io!" dico, rendendomi conto di aver utilizzato un tono di voce troppo alto.
Trevor guarda entrambi, e si mette una mano sulla fronte, facendo uno sguardo esasperato.
"Avete quasi vent'anni, ma ne dimostrate cinque a testa."
Io e Link ci guardiamo, e poi scoppiamo a ridere. Non ha poi tutti i torti. Quando si tratta di competizione, ci comportiamo come dei bambini, e questo da sempre. Trevor ci guarda ridere e non riesce a rimanere serio, facendo un sorrisetto, poi guarda me.
"Ero entrato per chiederti se cenavi con noi stasera."
Annuisco e gli rivolgo un sorriso.
"Volentieri! Tanto papà non tornerà a casa prima delle due di questa notte, come al solito."
Trevor mi sorride, alzando un pollice in su.
"Bene. magari ci guardiamo anche un film insieme, se vi va."
Io e Link, da buoni nerd, non abbiamo mai rifiutato di guardare un film.
"Jason c'è stasera? O fa il turno di notte?" Chiede Link, sedendosi accanto a me sul letto.
" Dovrebbe tornare tra un'ora. Ho tutto il tempo di cucinare..." Trevor s'interrompe, poi scuote la testa. "Fanculo, ordino le pizze"
Io guardo Link e Link guarda me, alziamo le braccia al cielo e ci mettiamo ad esultare come ragazzini. È sempre festa quando mangiamo la pizza. Trevor spalanca gli occhi, sorpreso e forse anche spaventato della nostra reazione eccessiva.
"Confermo ciò che ho detto prima, siete dei bambini."
Si allontana dalla stanza, ma so perfettamente che infondo con noi si diverte. Trevor si comporta spesso da padre rompipalle con noi, uno di quelli che ti chiede di abbassare il volume della TV perché troppo alto, quello che non riesce a capire a "certi comportamenti", cioè la nostra fretta di fare le cose o la nostra troppa energia. È solo cresciuto troppo presto, e purtroppo non è stata una sua scelta.
"Scusa, se stasera mangiamo pizza, la vuoi anche domani?" Chiedo, ricordandomi della scommessa. Link annuisce, stendendosi sul cuscino.
"Non è una domanda da fare. Se paghi tu, potrei mangiarla anche tutti i giorni."
Lo sguardo da sfida si impossessa del mio viso, e di colpo gli tolgo cuscino dalla testa, sbattendoglielo in faccia. Lui soffoca un urlo, ed io scoppio a ridere. Si toglie il cuscino della faccia, e fa uno sguardo arrabbiato, ma è così buffo che non è credibile.
"Vuoi la guerra?" Chiede lui, prendendo il secondo cuscino. Glielo prendo dalle mani di iniziamo a fare la lotta dei cuscini. La finta rabbia di Link svanisce all'istante, e tra botte di cuscino in faccia e sul corpo, ci stiamo divertendo troppo. Nel frastuono, sentiamo Trevor dire: "Che è 'sto baccano?"
Scoppiamo a ridere, perché quell'adorabile guastafeste è entrato di nuovo in camera con la faccia arrabbiata, dicendo: "Ragazzi!! Datevi un contegno! Andate al college, non alle elementari!"
Link ed io non riusciamo a smettere di ridere, e per ripicca, Trevor va in camera sua, prende uno dei suoi cuscini verdi e ce lo lancia addosso. Noi lo stringiamo tra le braccia, ma lui ha un'aria confusa.
"Ora è nostro." dice Link.
Trevor sembra parecchio innervosito, e sto per allentare la presa per paura della sua reazione. Quando Trevor s'innervosisce è la fine per tutti. Non riesci a guardarlo in faccia per la paura. Non usa la violenza e non lo farebbe mai, ma il suo sguardo è così tagliente che è come se ti uccidesse con un coltello affilatissimo. Fa molto più male. Invece, per mia sorpresa, fa un sorrisetto.
"È così che la mettete?"
Come un leone a caccia della sua preda, si avvicina lentamente, io cerco di allontanarmi ma mi ritrovo in un vicolo cieco: il muro. Link è più veloce di me, riuscendo a rotolare giù dal letto. Io non riesco a muovermi. Mi ritrovo faccia a faccia con Trevor. I suoi occhi azzurro ghiaccio sono così profondi che mettono timore. Mi volto verso Link, che con la mano mi fa cenno che mi avrebbe tagliato la gola. Non mi muovo, e il contatto con lo sguardo di Trevor mi fa sentire a disagio. Allunga la mano verso di me , aspettando che gli restituisca il suo cuscino verde.
"Leaf." sussurra, in maniera quasi provocante.
Questa è la sua arma più letale. È tremendamente sexy quando fa quella voce.
Non appena dice il mio nome in quel modo, gli restituisco il cuscino. Lui fa un sorriso, e poi mi da' un colpetto sulla fronte con due dita.
"Ahia!" Mi lamento, continuando a sorridere come una cretina a causa del suo sguardo.
Poi lui si allontana, dando un colpo anche sulla fronte di Link, ma più forte. Link si mette a ridere, strofinandosi la fronte.
"Scusa Grande Capo, ci piace prenderti in giro quando fai la parte del padre rompicazzo"
Trevor se ne sta per andare, ma quando sente Link, si gira, autoindicandosi.
"Mi vedete davvero così?"
Io e Link ci guardiamo senza dire niente, ma Trevor capisce al volo. Abbassa lo sguardo e fa una piccola risata, ma sembra insicura. Forse non l'ha presa bene come vuole far credere, quindi tento di parare il colpo.
"Non pensare che questa parte di te non ci piaccia! Ti adoriamo così." dico sorridendo, poi mi alzo in piedi per andare ad abbracciarlo. Tra me e lui ci sono quaranta centimetri di differenza, quando ricambia l'abbraccio mi sento come se fossi avvolta in una copertina, ed è una sensazione che mi è sempre piaciuta. Quando ero più piccola per abbracciarmi doveva inginocchiarsi, oppure mi prendeva direttamente in braccio. Ogni tanto lo fa ancora per prendermi in giro.
"Va bene, se lo dici tu" Trevor mi accarezza i capelli per pochissimi istanti, poi si allontana dalla stanza.
Mi sento un po' in colpa per avergli detto in maniera implicita che è un po' noioso quando si comporta in quel modo. Mi volto verso Link, che mi sta guardando. Evidentemente abbiamo avuto lo stesso pensiero. Sento di dovergli chiedere del di lui, ho i sensi di colpa troppo potenti.
"Ci è rimasto male, vero?" Chiedo, sentendo un piccolo bruciore al petto per l'ansia di avergli fatto del male. Mi metto una mano sul petto e inizio massaggiare, come se potessi risolvere il problema. Mi sento un'idiota. È capitato più volte di sfotterlo un po' quando si comportava in quel modo, e la maggior parte delle volte stava al gioco, in un certo senso. Forse lo abbiamo preso in un momento in cui si è sentito più vulnerabile.
"Il problema di fondo è che lui sa perfettamente di essere così da quando i miei non ci sono più, ma non vuole ammetterlo." Dice Link, guardandomi con un viso piuttosto preoccupato. Abbasso lo sguardo e inizio a guardarmi le gambe per nessuna ragione.
"Devo chiedergli scusa"
Link scuote la testa.
"Lascia stare. Gli passerà da solo, sai com'è fatto. Se insisti sul problema, peggiori solo le cose"
Annuisco e mi stringo tra le braccia.
"Hai ragione"
Mi sento comunque uno schifo, Trevor non è nella lista delle persone che voglio far star male. Link si alza e si mette nuovamente vicino a me, mettendo un braccio dietro alla mia schiena.
"Smettila di avere i sensi di colpa. Non servono a niente."
Mi volto verso il suo viso. I suoi occhi azzurri mi studiano, come se mi stessero guardando dentro. Ormai mi conosce perfettamente, più di chiunque altro. Se sono preoccupata, triste, arrabbiata o felice, lui lo capisce subito. Mi fa un sorriso per rassicurarmi. Il suo sorriso riesce sempre a farmi stare meglio. Ricambio lo sguardo e appoggio la testa sulla sua spalla. Lui mi stringe a se'. È una cosa che facciamo da sempre. Se una cosa non va,ci coccoliamo un po' per stare meglio . Tra besties, naturalmente.
Link mi da' un bacino sulla fronte, e non posso fare a meno di sorridere.
"Cosa farei senza di te?" Chiedo in maniera retorica, cercando di non abbassare lo sguardo al contatto con i suoi occhi. Link sorride dolcemente e mi accarezza. Siamo così legati che spesso sembriamo una coppia, ma non lo siamo.
Entrambi abbiamo bisogno del momenti dolci, e da quando entrambi ci siamo lasciati con i nostri vecchi partner, Huriosa e Nancy, cerchiamo di colmare quel vuoto che ci manca, pur non essendo innamorati. Molti trovano questa cosa assurda, ma trovo che non ci sia nulla di male. Siamo migliori amici e vogliamo la felicità e il benessere reciproco.
Huriosa è la mia ex, ma siamo rimaste amiche. Siamo state insieme dal terzo anno di liceo al quinto, ma poi lei si è innamorata di un'altra ragazza. Evidentemente non ero io quella giusta per lei. E la cosa peggiore, è che non potevo farci niente.
Nei primi tempi è stato molto difficile, mi resi conto che non potevo rinunciare a lei. Ci volevamo ancora molto bene, nonostante tutto. Abbiamo deciso di restare amiche, e la cosa ha più o meno funzionato. Accetto la sua attuale relazione, anche se ammetto che ogni tanto ci ripenso e piango come una bambina. Ma sì, so andare avanti.
Per Link e Nancy, invece, non è stato lo stesso.
Nancy gli faceva del male psicologico. Gli sono rimasta accanto fino alla fine, avevo paura che non si riprendesse più dalla depressione. Invece è riuscito a superare tutto ritrovare il coraggio di lottare.
C'è stato un giorno, però, in cui avevamo bevuto quel bicchierino di troppo, così facemmo del sesso sfrenato. È stato così strano -ma anche bello, lo ammetto- che ci promettemmo di non farlo più. Quella volta abbiamo decisamente esagerato.
Link mi stringe ancor più forte di prima, ma all'improvviso, sentiamo di rumori provenire dall'ingresso.
"Sono a casa!"
È la voce di Jason.
Io e Link ci alziamo dal letto e andiamo verso l'ingresso per salutarlo. Ormai sono abituata alla terra che ha sulla pelle ogni volta che va al lavoro, quindi lo abbraccio lo stesso, anche se riempie di terra anche me. Jason addestra i cavalli e da una mano ad una sua amica che possiede una fattoria , Iris. Si conoscono dai tempi del liceo, e non si è mai capito se effettivamente sono innamorati. Non parla mai di questo argomento.
"Com'è andata oggi?" Chiede Link, facendo il suo saluto segreto che facevano da quando erano piccoli.
"Bene ma non benissimo. Rush ha fatto un po' i capricci, non so perché fosse nervosa"
Rush è il cavallo prediletto di Jason, come si intuisce dal nome, è molto veloce.
Jason alza il sotto dei pantaloni, e mostra una ferita grande quanto tutto il suo polpaccio.
"È stata Rush?!" chiedo, spalancando gli occhi. La ferita che gli percorre il polpaccio è impressionante. Lui annuisce, facendo un sospiro.
"Ora è tutto ok, non fa troppo male. È stata Iris a medicarmi. Anche se per un attimo ho pensato il peggio."
Jason è così abituato alle ferite che è come se non gli facessero più alcun effetto. Trevor viene verso di noi, e la prima cosa che nota è proprio l'enorme ferita di Jason.
"Come hai fatto?" Chiede, con uno sguardo che sembra impassibile. Dentro di lui, vive una tremenda preoccupazione, ma non gli piace mostrarsi vulnerabile.
Jason si mette una mano sull'altro braccio, guardando Trevor un po' intimorito.
"Rush..."
"Rush" gli fa eco lui, come se fosse innervosito dalla cosa.
"Avresti dovuto stare più attento. Eppure sei un addestratore, dovresti sapere che se fai un errore del genere, puoi anche finire male. Ti è andata bene. A che stavi pensando? Ad Iris?"
Jason resta serio, con lo sguardo rivolto verso di lui. Ha imparato a tenergli testa non da troppo tempo. In realtà, ha una grande paura di deluderlo. Jason mette una ciocca di capelli biondo-viola dietro l'orecchio.
"A lavorare, ecco a cosa pensavo. So perfettamente qual è il mio lavoro e sono perfettamente in grado di farlo. Non c'è bisogno che mi ripeta tu di dover stare attento. Non sono più un ragazzino, e lo sai anche tu."
Trevor lo guarda con sguardo indecifrabile. È un misto tra rabbia, delusione, orgoglio. Non riesco a capire bene cosa sia, ma l'atmosfera inizia a farsi molto pesante. Quando si mettono a litigare, la casa sembra trasformarsi nel Circolo Polare Artico. Tutto diventa più freddo e triste. Jason va velocemente verso il bagno, sbattendo la porta dietro di se'. Io tengo lo sguardo fisso sul pavimento, mi sento terribilmente a disagio, e di troppo. Sto pensando di tornare a casa, l'atmosfera si è fatta troppo pesante per reggerla . Nemmeno Link dice una sola parola. Ciò che fa, è prendermi la mano e trascinarmi nella sua stanza, chiudendo la porta in maniera tale da poter parlare.
"Senti, forse è meglio che vada a casa." dico a bassa voce, un po' frastornata dal litigio a cui ho assistito. Link spalanca gli occhi e inarca le sopracciglia.
"Cosa? E vorresti lasciarmi solo con quei due che si lanciano fulmini e saette alla maniera di Zeus?"
"Sicuro che non sono d'intralcio?"
"Non lo sei! Mi faresti un vero piacere se restassi con me stasera. Se ci sei tu, mi sento più tranquillo, e...ho meno probabilità di essere coinvolto nelle loro cose"
Prendo la mano di Link e gliela accarezzo per passatempo.
"Va bene, se è questo che vuoi" Dico, un po' insicura. Mi auguro solo che questa atmosfera così fredda non duri troppo a lungo.
"E poi lo sai che la pizza mette d'accordo tutti"
Annuisco e sorrido, facendo una piccola risata. D'altronde ha ragione. A chi non mette di buon umore la pizza? Mi avvolgo nelle coperte perché inizio a sentire freddo, la temperatura inizia ad abbassarsi con il calare della sera. Cosa c'è di meglio di un buon amico e un paio di coperte in una serata di novembre? Link rimane seduto sul letto, ma si avvolge comunque nelle coperte.
"Lunedì hai lezione?" chiede Link, strofinandosi le mani per scaldarsi.
"Si. Nel pomeriggio, non appena finisco il lezioni in accademia, devo scappare alla lezione di canto"
"Il lunedì per te è davvero orribile. Non hai manco il tempo di respirare"
"Lo so... Almeno quella di questa settimana non sarà una lezione vera e propria, perchè si terrà il seminario per le band."
"E che roba sarebbe?"
Gli spiego che il seminario per le band è un seminario in cui si riuniscono tutti i musicisti del corso, e che a seconda del livello, i maestri si regolano per formare delle band emergenti. È un modo per conoscere gente nuova, ed una fantastica occasione per realizzare il mio sogno più grande! Sogno di avere una band da quando avevo più o meno cinque anni. Ascoltai Don't Stop Me Now dei Queen per la prima volta assieme a mio padre e m'innamorai della loro musica. Loro sono stati la mia più grande ispirazione per poter realizzare questo sogno.
"Roba forte!" Dice lui con aria contenta.
" Si! Spero mi mettano con persone strane come me. E magari, anche della mia età. Potrebbero capitarmi pure dei quindicenni, e spero di no, ew"
"Lo spero per te. Tu non puoi decisamente stare con le persone normali. Le faresti impazzire"
Scoppio a ridere, perché ha completamente ragione. Quale persona sana di mente sopporterebbe tutte le mie lune? Sono una diciannovenne fin troppo lunatica. A volte ci sono, e altre volte no con la testa. Per fortuna ho chi mi sopporta.
"E tu, che intenzioni hai?"
"Eh, boh... Sto facendo il college per temporeggiare. Non ho ancora un'idea precisa sul futuro. Le cose che voglio fare sono tante, ma non so se posso farle diventare un lavoro." dice Link, facendo un sospiro.
Da quando era piccolo pratica arti marziali, ed è cintura nera. Nel combattimento è davvero fantastico. Se si impegnasse potrebbe tranquillamente fare l'insegnante di quella meravigliosa disciplina, però dice sempre di doverci pensare e che non è affatto sicuro. Secondo me sarebbe molto in gamba, ha molta pazienza con i più piccoli. Lui mi ha insegnato delle mosse di autodifesa che nel corso del tempo mi sono state utili, quando mi sono trovata da sola, specialmente a scuola. Anche se sono bassina e in carne, senza muscoli, sono riuscita a farmi rispettare dal bulletto di turno durante il primo liceo. Da quel momento, nessuno mi ha presa di mira. Certo, gli insulti giravano comunque, ma non esiste la perfezione. Alla fine, il periodo scolastico non è stato così bello, ma nemmeno così tremendo. Dopo un po' di tempo passato a parlare, la porta della stanza viene aperta da Jason. Ha gli occhi leggermente arrossati e i capelli non completamente asciutti. Doveva essersi sfogato sotto la doccia per non farsi vedere. Ne sono certa.
Infatti, quando inizia a parlare, la voce è piuttosto roca e quasi spenta.
"Potreste venire ad aiutarmi per apparecchiare?"
Io e Link non diciamo niente riguardo alla sua condizione, e ci precipitiamo di aiutarlo. Non che ci sia così tanto da fare. Jason mi fa scegliere la tovaglia perché "hai gusti migliori dei nostri in fatto di colori", e ne scelgo una arancione e bianca, in tema con questa fredda serata d'autunno. Mettiamo posate e bicchieri sul tavolo. Tutti e tre guardiamo risultato del nostro duro lavoro in silenzio, ma un silenzio tremendamente imbarazzante. Io guardo Jason, Jason guarda Link, Link guarda me, e dopo infiniti secondi di silenzio, scoppiamo a ridere.
"Perchè stiamo ridendo?" chiede Jason, continuando a ridere.
"E che ne so, te continui a ridere" dice Link, ridendo.
"Leaf, mi dispiace che tu abbia assistito alla cosa di prima..." Dice Jason, riferendosi al litigio con Trevor. Scuoto la testa.
"Non devi mica scusarti." gli do una leggera pacca sulla spalla e lui sorride.
"Tra me e lui c'è una strana intesa. È sempre così severo perché vuole il meglio per me, e ne sono consapevole. Solo che... molto spesso non capisce che posso anche cavarmela da solo. Non sono più un ragazzino da un pezzo ormai. So come fare il mio lavoro, quello di oggi è stato solo un errore."
"È la cosa del fratello maggiore. Vorrebbe proteggerti, ma forse lo fa nel modo sbagliato." Lo rassicuro, anche se non so bene cosa sto dicendo. Essendo figlia unica, mi è difficile comprendere la storia del legame fraterno. In un certo senso, è come se ne vivessi una simulazione con loro.
"Ogni tanto anche tu mi metti pressione, J." inizia Link "Solo che tu e Trevor avete caratteri differenti. A volte sei rigido, ma non quanto lui. Sei più morbido, per mia fortuna. Io credo che spesso e volentieri tendi a simulare i suoi comportamenti."
Jason spalanca gli occhi, ed ha un'aria del tutto confusa, e forse, anche un po' ferita.
"Questa non è una cosa brutta, perché vuol dire che lo ammiri. Non puoi negarlo." dice Link, accennando un sorriso. Jason butta gli occhi altrove, ha uno sguardo imbarazzato. Sospira.
"È che anche io cerco di essere un buon fratello maggiore, ma sento di non essere alla sua altezza."
Non riesco a credere a ciò che ho sentito, faccio uno sguardo incredulo.
"Non dire stronzate!" Inizio, avvicinandomi a lui e mettendomi anche una mano sul fianco.
"Noi due non siamo fratelli di sangue, è vero, e non so cosa voglia dire. Ma ti considero come tale. Mi hai saputo accogliere sin dal primo giorno in cui ci siamo incontrati. Mi hai fatto fare un sacco di cose belle, e nei momenti brutti, sei sempre lì a darmi qualche perla di saggezza! Abbiamo condiviso un sacco di bei momenti assieme, come degli amici-fratelli. Quindi, bro"
Prendo il viso di Jason tra le mani e gli stringo leggermente le guance. Devo alzarmi in punta di piedi per farlo, ma non importa se serve a farglielo capire.
"Non dire mai più di non essere all'altezza di Trevor, perché è una grande stronzata. Sei fantastico esattamente quanto lui. Ti è chiaro?"
Jason prende le mie mani e me le tira giù, continuando a stringermele. Fa un sorriso e le pupille dei suoi occhi si ingrandiscono leggermente, tipo i gatti. Annuisce timidamente.
"Non so davvero cosa dire."
"Sono d'accordo con lei, per una volta. Sei grande bro" dice Link, incrociando le braccia al petto. Link non è un tipo da fare chissà quali discorsi ai fratelli, ma ci tiene tanto a loro. Solo, lo dimostra in altri modi invece di usare le parole.
Prima che Jason dice qualcosa, per casa si inala un odore fantastico. È proprio lei.
Jason rimane lì, mentre io e Link corriamo verso l'ingresso. Troviamo trevor con ben quattro cartoni di pizza in mano. Io e Link gridiamo: "PIZZA!"
Trevor si allontana da noi e rotea gli occhi al cielo, sospirando. Poi fa un sorrisetto divertito, ma quando lo fa, si gira. Non vuole farsi vedere.
"Santo cielo, sembra che non mangiate da un mese."
Jason resta a guardare, in piedi, ancora un po' terra per la faccenda accaduta solo un'oretta prima. Trevor lo guarda, prima con il suo solito sguardo serio, ma poi accenna un sorriso.
"Non restare lì impalato. Avrai fame dopo aver lavorato tanto."
Jason ricambia il sorriso, si siede, ed allegramente mangiamo insieme. Tutti e quattro parliamo di tante cose, tutto sembra essere tornato normale. Ridiamo e scherziamo come abbiamo sempre fatto.
Dopo aver mangiato, ci sediamo sul grande divano giallo che regna sovrano nel salotto.
Jason sceglie un film d'avventura, il nostro genere preferito. Il film dura tre ore. Trevor crolla alla seconda ora, e noi lo seguiamo a ruota. Sono stata l'ultima ad addormentarmi, ma non sono riuscita a scoprire come finisce la storia tra Katy e Adam, protagonisti del film. I pensieri si affievoliscono.
Devo tornare a casa più tardi...
Questo è stato l'ultimo pensiero prima di addormentarmi di faccia sul cuscinetto del divano.

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