Capitolo 25

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24 Maggio

È passato un altro mese. Aspen mi ha finalmente dato la gattina per prendermi cura di lei, e ora in casa non sono più sola. Daphne è meravigliosa, è molto affettuosa. Ha solo dei modi strani di farlo notare. Per esempio, inizia a fissarti così tanto che sembra ti stia per rubare l'anima da un momento all'altro, fino a quando non la coccoli. Che strani, i gatti. Ecco perchè li amo.
Ho trovato lavoro allo Shell Cafe', anche se part-time. È pur sempre qualcosa, mi pagano anche bene tutto sommato. Non posso lamentarmi, è un grande passo in avanti nel mondo degli adulti. Questo mi ha resa davvero felice. Sicuramente lo sarebbe stato anche papà. Mi manca tantissimo. La sera gli scrivo delle lettere per aggiornarlo su qualche mi succede. Mi piace pensare che le legga, questo mi fa sentire meno sola.
Anche con la band sta andando a gonfie vele... circa.
Le canzoni per la BDB sono ormai pronte, ma i ragazzi hanno rallentato la composizione dell'inedito a causa mia. Già, dopo un mese il foglio del testo è ancora completamente bianco.
Mitch mi ha già fatto abbastanza strigliate, mi sono stufata di sentirle. Come faccio a scrivere qualcosa che susciti delle vere emozioni con tutta questa pressione addosso? La cosa che più mi limita, è la parte strumentale ormai quasi composta. Una canzone può nascere prima con la strumentale e poi con il testo o viceversa, sia chiaro, ma prima di entrambe viene l'idea, ovvero di che cosa si vuole parlare nella canzone. Dall'argomento, nasce il genere che vuoi comporre. Ho affrontato questo discorso con Mitch innumerevoli volte, ma se n'è sempre lavato le mani dicendo "ormai è fatta, non abbiamo più tempo."
Peccato che l'ho detto per un mese intero. E quella che non si adatta sono io. Dovrei organizzare una ribellione per quelle cantanti che all'interno della band non vengono mai ascoltate.
Tante volte ho anche provato a discuterne, ma sono troppo orgogliosi per ammettere di avere torto, almeno in parte. Posso aver procrastinato, certo, ne sono consapevole. Che testo posso scrivere se nessuno di noi sa di cosa vuole parlare nel brano? Che stress!
Come ogni mattina, metto su della musica rilassante, mettendomi davanti a quel dannato foglio bianco. Nel pomeriggio abbiamo le prove finali con Frederick, che ci ha chiesto di far sentire l'inedito già completo, in modo che se ci sono errori, possiamo correggerli in tempo.
E io non sono riuscita neanche a scrivere una singola e stupida parola. Gli argomenti per una power ballad d'effetto sono limitati, perciò non ho molta scelta. La maggior parte di questi però viene ritenuta dagli altri "cringe". Accidenti, ho proprio una band rompi coglioni, con tutto il grandissimo meraviglioso affetto che provo per loro.
Navigo un momento su Internet in cerca d'ispirazione. Provo su Pinterest, magari delle immagini possono tornarmi utili. A parte innumerevoli sfondi molto belli per il telefono, non ho trovato niente.
Forse l'unica soluzione è provare a fare ciò che mi riesce meglio: scrivere una storia. Ma su cosa? Mi sento come se fossi all'interno di un tornado e non avessi modo di tornare a terra. Non sto facendo altro che premere il pulsante della penna in maniera ossessiva, senza nemmeno premere la punta di essa sulla carta.
Daphne è lì sulla scrivania, ad osservarmi mentre mi dispero in cerca d'ispirazione. Quando i nostri sguardi si incrociano, fa un miagolio dedicato, socchiudendo gli occhi come a dirmi "Sei proprio patetica, umana." È una situazione così tragica che mi sento giudicata persino dalla mia gattina. Guardandola, mi viene in mente il gatto di Aspen, Apollo. Chissà come sta. È già passato un bel po' di tempo da quando me li ha mostrati, e abbiamo dato loro un nome.
Dafne e Apollo. Questi nomi mi rimbombano come eco. Dafne e Apollo...
Un momento. E se provassi a scrivere una canzone su di loro? Non sui nostri gatti, sia chiaro. Sui veri Dafne e Apollo, la ninfa e il dio. Certo, è una storia un po' tragica, ma potrei darle un finale migliore. Vediamo cosa esce fuori. Provo a scrivere qualunque cosa mi venga in mente.

Due ore sono passate, finora ho scritto quattro righe. Mi sento come SpongeBob quando in un episodio doveva scrivere un tema di ottocento parole e ci ha messo mezza giornata solo per la prima parola, "IL". Almeno io ho scritto quattro righe. Meglio di niente! Ora mi serve una pausa, e per pausa intendo che è arrivato il momento di dare fastidio al mio ragazzo.
Prendo il telefono e lo chiamo, buttandomi sul letto con la grazia di un elefante.
"Hey principessa!" Risponde, energico come sempre.
Oh, il mio golden retriver.
"Buongiorno, sir Aspen. Avevo proprio voglia di darti fastidio." dico ridacchiando a voce bassa.
"Dovrei cambiarti il nome in rubrica. ZANZARA ti si addice." "È un onore avere una zanzara personale!"
"Hai ragione allora, se lo dici tu." Aspen fa una risata. Sento molte voci oltre alla sua, in sottofondo.
"Dove sei? Sento della confusione."
"Sono venuto in spiaggia con mia sorella, glielo avevo promesso."
Di colpo mi prende uno di quei sensi di colpa inutili, allo stesso tempo mi si scioglie il cuoricino, perché è un fratello splendido.
"Magari riattacco subito, non voglio togliere tempo alla tua sorellina." mi esce una voce terribilmente strana, molto più acuta del solito.
"Non ti preoccupare, non le togli tempo! Daisy sta dormendo. Il problema è solo uno."
"Cioè?"
In pochi secondi mi arriva una foto. Lui è seduto sulla sdraio, mentre Daisy è stravaccata sulle sue gambe, con la testa appoggiata beatamente al petto. Se potessi piangere cuoricini, lo farei. La vita purtroppo non è fatta di stickers.
"Siete così carini!" la mia voce diventa sempre più acuta, il cuore ha deciso di comportarsi come i gelati sotto il sole.
"Sono bloccato... Non so per quanto tempo resterò così."
Mi metto a ridere, immaginando la scena. È come se Daisy fosse la colla che lo tiene sulla sedia.
"Vorrà dire che verrai con tua sorella alle prove di stasera."
"Tu ridi, ma è già da un'ora e mezza che sono in questa posizione! Le gambe saranno morte." fa la voce disperata, ma so che in realtà non gli dispiace.
"È il tuo destino essere un bel cuscino su cui dormire. E io lo so perfettamente." affermo, con fare complice. Aspen si mette a ridere di gusto, capendo a cosa mi riferissi.
"Tutti che ti credono innocente, dovrebbero conoscerti!" ridacchia, poi continua. "Comunque, tu che mi dici? Hai trovato qualcosa da scrivere?"
"Sì! Ti dico anche come."
Gli racconto tutto il mio ragionamento, da come dallo sguardo indignato della mia gatta sia passata a fare un ragionamento sulla mitologia, pensando di scrivere una canzone su Dafne e Apollo. Ho dovuto anche specificare che intendo quelli veri, e non i nostri gatti.
"Bello! Ma non era una storia tragica?"
"Sì, ma le darò un finale diverso, così avrà senso con la strumentale più movimentata. Eros confonderà la freccia di piombo con quella dell'amore, così Dafne si innamorerà di Apollo e avranno il loro e vissero felici e contenti."
"È una bella idea. Se ti va, vediamoci prima delle prove così vediamo il testo insieme!"
Ho sempre apprezzato la sua propensione ad aiutare il prossimo. Il problema è che quando si tratta di testi, lui è decisamente peggio di me. Almeno so che farà del suo meglio pur di aiutarmi.
"Certo. Ti confesso però che al momento ho scritto solo quattro righe..." dico, ridendo imbarazzata per evitare di mettermi a piangere e a gridare dal panico, cosa che in questo momento mi piacerebbe tanto fare. Ma no, autocontrollo, direbbero i Jedi.
Aspen resta in silenzio per qualche secondo, sicuramente per elaborare il panico che gli sta salendo dato che da lì a sei ore avremmo dovuto avere la canzone già pronta.
"Ah... ce la fai a scrivere l'intero testo prima delle prove?"
Persino l'ottimismo di Aspen sta crollando.
Leaf, devi imparare a prenderti la responsabilità delle tue azioni. Questo è perché sei una procrastinatrice seriale!
Detesto a morire la mia coscienza, vorrei tanto sopprimerla ma purtroppo ha ragione, anche se la colpa non è del tutto mia. Diciamo... la maggior parte.
"Io ci provo. Ce la metterò tutta. Un testo da qui a sei ore uscirà senz'altro, ma non so se il risultato sarà buono."
"Così mi piaci. Non importa come andrà, l'importante è provarci. Sono sicuro che ti verrà un bel testo alla fine."
Aspen viene interrotto da un rumore, più precisamente un gemito.
"Ben svegliata, eh. Ero comodo?"
"Da morire." sibila l'altra voce, ci metto qualche secondo a capire che fosse sua sorella Daisy. Aspen fa una piccola risata.
"Ascolta, Leaf. Vediamoci per le quattro e mezza da te, va bene? Faccio schifo con i testi, ma voglio provare a darti una mano."
Sorrido. Chissà, magari può uscire davvero qualcosa di buono.
"Grazie. Allora a dopo, divertitevi al mare!"
"Certo, se Daisy non rompe..."
"Hey!" Urla la piccola, mentre Aspen se la ride.
"Ti amo." mi dice, con voce dolce.
Sento il calore pervadermi le guance.
"Anche io ti amo." faccio finta di inviargli un bacio volante anche se non può vederlo, riattacco il telefono.
Ora che ho capito di cosa voglio parlare, cerco nuovamente aiutarmi con le immagini di Pinterest. Prendo come punto di riferimento la meravigliosa scultura di Bernini. L'espressione di Apollo e Dafne, in perfetta armonia con i loro movimenti.
Ricomincio da capo. Decido di mettermi nei panni di Apollo, racconto la storia come avrebbe voluto che andasse. Deve essere stato doloroso non riuscire ad avere un amore felice. Se avesse avuto un dialogo diverso con Eros, le cose sarebbero andate diversamente. Forse Dafne si sarebbe innamorata di lui, poteva ricevere quell'amore che aveva tanto desiderato.

Ancora Una CanzoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora