Capitolo 27

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"Se ce l'ha fatta lui, possiamo farcela anche noi!" affermo entusiasta, grattandomi le mani in maniera compulsiva. "Abbiamo speranza." utilizzo un tono di voce più chiaro, rivolgendo di un sorriso. Aspen ricambia, intrecciando alle dita le mie.
"Certo che ce l'abbiamo. Non ci faremo bloccare adesso, dobbiamo trovare solo occasione giusta per affrontare il discorso. Insomma... Prima o poi dovranno pur saperlo, giusto? Non possiamo nasconderlo per sempre."
Annuisco, mentre con il pollice gli accarezzo dolcemente la mano.
"Beh, se in futuro dobbiamo avere una nostra carriera, prima o poi..."
Eppure, nella mia mente albergano solo finali tragici. Non capisco se sia solo il periodo o lo scorso litigio che mi ha scossa moltissimo. Magari se risolviamo le cose, posso tornare ad immaginare un futuro con loro senza avere il volta stomaco o l'ansia.
Tante cose non vanno, e mi auguro di risolvere il tutto. Quando sei in un ambiente del genere, immaginarsi il futuro è una grande impresa.
"Ci penseremo. Prima dobbiamo risolvere con Mitch."
"Hai ragione."
Camminiamo in silenzio per qualche minuto, in cui esiste solo il tocco delle nostre mani. Decido di interrompere il silenzio.
"Posso farti una domanda?"
"Questa è già una domanda."
Mi metto a ridere, scuotendo la testa.
"Sei proprio scemo. Comunque... Se dovesse capitare qualcosa... chessò, che non accettassero la nostra relazione. Cosa faresti se ci mettessero davanti ad un ultimatum?"
Aspen fa un sospiro, grattandosi il mento.
"Senza pensarci due volte, li manderei a fanculo e mi cercherei altro. Non ho nessuna intenzione di rinunciare a te, amore mio."
Mi vengono i brividi lungo la schiena, di nuovo quelle due paroline che mi piacciono tanto. Sorrido come un ebete.
"Amo quando mi chiami così." ridacchio. Accidenti, quanto sono ridicola.
"Come? Amore mio?" dice con voce cantilenante per sfottermi, la cosa mi piace lo stesso. È seriamente preoccupante, sarà la mia anima masochista.
"Dai!"
Aspen mi abbraccia forte in preda la ridarella, facendomi oscillare a destra e a sinistra.
"Anche io farei la stessa cosa per te. Come ho detto a Frederick... sei la persona migliore che mi sia mai capitata nella vita. E non voglio perderti per nessuna ragione al mondo."
Mi volto per poter guardare il suo bellissimo viso, radioso come il sole. Potergli anche solo regalare un sorriso, è una grandissima benedizione. Non saprei con quali altre parole descriverlo.
"Affronteremo tutto questo insieme. Nessuno di noi perderà nessuno. Promesso."
"Promesso, allora."
Aspen si avvicina a me, donandomi un dolce bacio sulle labbra.

Con i ragazzi ci siamo visti un paio di giorni dopo. Mitch si è finalmente deciso a rispondere, ma non sembrava avesse voglia di chiarire le cose. Damien è riuscito a convincerlo, più o meno. Ci siamo visti allo Shell Cafe'. Grande trovata visto che avevo appena finito di lavorare e quantomeno speravo di cambiarmi visto che i miei vestiti sanno di caffè bruciato, ma non importa.
Il signor Jackson, il caposala, si avvicina a me col suo solito sguardo divertito.
In realtà il signor Jackson non è esattamente un "signore". Ci passiamo solo dieci anni, è solo che è il figlio della proprietaria. La gente lo chiama così perché si divertono a farlo sentire potente, e anche più vecchio. Di fatto, ha solo trent'anni. Ed è anche molto attraente, a modo suo. Ha uno strato sottilissimo di barba nera, i capelli del medesimo colore con qualche eccezione bianca, la carnagione abbronzata e due occhi verdi... o azzurri. Non l'ho mai capito.
"Il tuo turno è finito mezz'ora fa, Leaf. Hai ancora voglia di lavorare? Caspita, dovrei proprio darti un aumento."
"Magari... sto solo aspettando i miei amici." ridacchio, giocherellando nervosamente con le mani. Mi capita spesso di farlo in sua presenza, ha un energia così potente che incuterebbe timore a chiunque, ma in realtà è solo un uomo simpatico con un palese disturbo dell'attenzione. Ecco perché ci vado d'accordo.
"Oh, capisco. Bene, puoi aspettare qui allora. Non ti chiederò di fare altro, promesso." il signor Jackson mi regalo un sorriso rassicurante, dandomi una leggera pacca sulla spalla.
"Grazie, signor Jackson." sorrido, un po' imbarazzata. Essere così vicina a lui è come essere su un pianeta con una gravità molte volte più forte di quella terrestre. Altro che magnetismo.
"Anche tu? Cos'è questa cosa che vogliono tutti farmi sentire così vecchio?"
Mi metto a ridere, lui si allontana. Le chiacchierate con lui sono sempre così strane. Almeno è simpatico.
I ragazzi arrivano nel locale una decina di minuti dopo. Nessuno proferisce parola. Alzo la mano per farmi vedere, mi raggiungono al tavolo.
"Beh, che prendete?" Chiedo, chiamando Nico per prendere l'ordinazione. Da quando ho iniziato lavorare lì, ordinare qualcosa non è più un grosso problema. Sto riuscendo a sbloccarmi. E poi, ormai li conosco tutti. Forse ho chiamato la persona sbagliata, perché io e Nico non andiamo d'amore d'accordo. Il suo essere così cupo mi fa sentire a disagio la maggior parte delle volte, e detesta le mie iper-fissazioni. Siamo costretti a sopportarci, dopotutto.
Nico prende gli ordini, fissandomi poi con una faccia da funerale.
"Bei colleghi." commenta Damien, facendo avanti e dietro con lo sguardo tra me e Nico.
"È solo con lui così, con gli altri bene o male vado d'accordo."
"Bene o male?"
"Hey, sono pur sempre introversa. Stare a lungo in un posto fuori dalla mia zona di comfort è un enorme sforzo!" Dico a voce bassa. Se i colleghi mi sentissero, riceverei solo occhiatacce e non ne ho molta voglia.
Nico ci porta i nostri ordini, lasciandomi lo scontrino. Una volta allontanato, Damien rompe il silenzio.
"Allora... c'è qualcosa di cui dovremmo parlare." si volta verso Mitch, che fino a quel momento ha trovato molto interessante la tovaglia blu del tavolo. Lui annuisce, sbuffando.
"Non è che ci sia chissà cosa."
"Ce l'abbiamo eccome." dico decisa, stupendo persino me stessa per la fermezza con cui ho parlato.
Mitch alza gli occhi al cielo, guardandomi con aria saccente, il che mi fa ribollire il sangue.
PRIMA LA BAND. PRIMA LA BAND. Ripeto a me stessa come un mantra.
"Non ti sei neanche accorto di essere stato uno stronzo nei miei confronti?"
"Lo pensiamo tutti." aggiunge Sabrina.
Mitch fa roteare il cucchiaino come se fosse una bacchetta della batteria, fissando non so cosa davanti a se. Lascia il cucchiaino, spiaccicandosi le mani sul viso con fare sospirato.
"D'accordo, d'accordo. Se proprio volete sentirlo dalle mie labbra, sono uno stronzo. Un perfetto idiota che voleva semplicemente il meglio per la band." lo dice con un tono così seccato e superficiale che mi verrebbe voglia di tirargli il mio cappuccino bollente in faccia. Ma no, hanno dovuto inventare quella orribile cosa chiamata autocontrollo.
"Se volevi il meglio per la band, beh, lo hai fatto nel peggior modo possibile. Sono arrivata al punto di voler abbandonare tutto, perché mi sono sempre sentita un gradino sotto di voi. E tu sicuramente non hai migliorato la situazione, mi hai fatto sentire una merda, come se le cantanti non avessero importanza, come se fosse un lavoro così semplice. Ho ammesso di aver procrastinato, perché il fatto di non aver avuto nessun tipo di esperienza mi spaventava, e sono finita a scrivere una ciofeca al posto del testo, nonostante mi fossi davvero impegnata. Le tue parole sono state orribili, taglienti come solo le lame possono essere. Nonostante questo, ho ricominciato da capo. E dovresti... farlo anche tu. Almeno fino alla BDB." le mani mi tremano, ho sempre odiato le discussioni. Mitch sgrana gli occhi in un'espressione sorpresa.
"Fino alla BDB? Stai scherzando spero."
Lo guardo confusa, gli altri appresso a me.
"Che vuoi dire?"
Mitch mi guarda negli occhi. I suoi acquisiscono una sfumatura strana. Non li ho mai visti prendere questo colore, un castano così acceso da sembrare rosso sangue.
"Non resterò." afferma con tono deciso. Il petto mi si stringe, come pressato da un gigantesco macchinario che tiene a bada gli organi del corpo. Avrà avuto decisamente qualche guasto, perchè mi manca l'aria.
"Cosa?" chiede Aspen, aggrottando le sopracciglia e spalancando gli occhi. Sabrina lo guarda con sguardo deluso, Damien incredulo.
"Amico, non puoi farci questo, cazzo! Manca un mese, abbiamo lavorato sodo per arrivare a dove siamo ora! L'inedito è anche pronto, non ci manca più nulla!"
Ho sperato con tutte le forze che Mitch se ne uscisse con qualcosa tipo "Ha ha! Sorridete, siete su candid camera!" Ma nulla. È terribilmente serio. Non dice nulla. Scuote solo la testa.
"Perché fai così? La maggior parte delle volte ti abbiamo dato ascolto, non tenendo conto nemmeno del suo pensiero." Aspen mi indica, alzando leggermente il tono della voce. "Ti abbiamo sempre rispettato, pensavamo tutti avessi buone qualità di leadership. A quanto pare, ci sbagliavamo. Hai detto di tenerci alla band, Mitchell? Bene. Dimostracelo!"
Aspen ha un tono di voce così deciso fermo, che faccio fatica a riconoscerlo. Una parte di me lo trova estremamente sexy, l'altra mi ricorda di evitare quanto più possibile eventuali conflitti.
Mitch aggrotta le sopracciglia, stringendo i pugni.
"Forse non avete afferrato il concetto. Mi sono stancato." nessuno osa dire altro in attesa che continui, ma non aggiunge altro.
"Vorresti abbandonare tutto solo perché per una volta non ti abbiamo seguito?" Chiede Sabrina, facendo un sorriso incredulo. Non riesco a capirlo. Spero davvero sia soltanto un momento di rabbia, e che rimetta a posto le idee. Altrimenti vanificherebbe i suoi stessi sforzi.
"Smettetela! Non vi sopporto più! Questa è una delle ragioni per cui me ne voglio andare, non funziona niente!" Urla Mitch, talmente forte da far tremare le mura. Tutto il locale si volta verso di noi. Per fortuna il signor Jackson ha fatto segno con la mano alla clientela di non preoccuparsi e di tornare le loro cose.
"Stava andando tutto bene, Mitch. Dopo la settimana scorsa però iniziato a voltarti di merda con tutti, soprattutto verso di me. Cosa ti ho fatto?" Chiedo, cerco con tutta me stessa di controllarmi. Per il fuoco che arde dentro di me, non riesco nemmeno a bere il mio cappuccino.
Nonostante questo, il più deluso di tutti è Damien, il suo migliore amico. Il suo sguardo fa più male di una coltellata al petto.
"Ti prego, cerca di capire. Non buttare tutto all'aria. Ti stiamo dando l'occasione di ricominciare... non dirmi che stai davvero mollando tutto, buttando all'aria anche il tuo lavoro."
Damien posa una mano sulla spalla di Mitch, ma lui si scosta velocemente senza neanche guardarlo in faccia.
"No, non voglio più continuare. Mi dispiace. Per me questa band è morta." Mitch si alza, guardandoci tutti di sbieco, poi un'espressione addolorata. Se ne va, lasciandoci tutti e quattro senza parole. Ci guardiamo in silenzio, eppure pieni di domande. Aspen si mette una mano sulla fronte, passandosela poi tra i capelli e chiudendo gli occhi per un momento. Inspira, sbuffando.
"Non riesco seriamente a crederci."
"Nemmeno io. Non ha voluto ascoltare persino me... È da qualche giorno che si comporta così. Non so cosa gli stia prendendo." dice Damien con voce rotta e lo sguardo logorato. Dev'essere dura soprattutto per lui. Mi chiedo come faccia a sopportare questa situazione.
"Dam, davvero non sai nulla? So che sono argomenti privati, ma sei tu quello più vicino a lui. C'è qualcosa che sta succedendo nella sua vita che lo sta rendendo così...?" Meglio non aggiungere aggettivi. Potrei essere troppo scortese.
Damien alza gli occhi al soffitto per fare mente locale. Scuote la testa.
"Non che io ricordi. In questo periodo abbiamo parlato davvero poco. Dice sempre che ha da fare, per questo non ci siamo più visti né sentiti. Sta lasciando i messaggi con il visualizzato, senza neanche rispondere... sta succedendo molto spesso."
"Oh." riesco solo a dire. Sicuramente sta succedendo qualcosa, ma se non lo sa Damien, non possiamo saperlo noi.
"Hai modo di indagare?" Chiedo, lui alza le spalle.
"Posso provare, ma se lui non collabora non posso promettere niente. Intanto, siamo costretti a provare senza di lui." fa un sospiro, fissando la tazzina del caffè ormai vuota.
"Detesto dirlo, ma se hai bisogno d'aiuto, ci sono." dice Aspen, mostrandogli il pugno. Damien lo fissa sbigottito, battendolo.
"Grazie, McFly."
"Ovviamente anche noi." dico, sforzando un sorriso.
"Grazie a tutti."
Non doveva accadere, non ad un mese dalla BDB. Voglio scoprire cosa sta succedendo a Mitch. Non può cambiare in questo modo nel giro di così poco tempo. Ora che le canzoni sono tutte pronte, proveremo una sola volta la settimana. Ciò vuol dire che ci restano solo quattro prove prima del finale.
Senza basso si può provare, ma si sente che manca qualcosa. Ho un enorme rancore nei suoi confronti e questo non lo nascondo, ma i Fox 'n' Wolves non sono tali senza di lui.
Dobbiamo assolutamente andare a fondo della faccenda.

Unavolta usciti dal locale, decidiamo di goderci l'aria aperta al parco. Legiornate si stanno allungando, sono le 19 e ancora il sole brilla alto nelcielo. L'estate è ormai alle porte, eppure non riesco a vedere oltre il 16giugno. Non ho idea di cosa può succedere dopo la BDB. Resteremo ancorainsieme? Prenderemo strade diverse? Questi dubbi mi tormentano.
Io e i ragazzi ci sediamo sull'erba bagnata. Bene, avremo tutti e quattro ilculo verde quando ci rialzeremo.
"Che progetti avete per l'estate?" Chiedo, mentre fisso le nuvolemorbide nel cielo. Pian piano stanno acquisendo un colorito rosa, le potreifissare per ore intere. Danno un' atmosfera da sogno.
"Forse andrò fuori città con Hu. Stiamo pensando di andare ad Edimburgo."dice Sabrina, sorridendo.
"Non avete proprio voglia di avere caldo, eh?"
"Non ci teniamo. E poi, Edimburgo da molto le vibes di posto fantasy."
"È vero, è molto bella. Sarebbe bello essere lì, magari dentro un bosco adindossare abiti fiabeschi"
"Che figata!" Commenta Aspen tutto contento. Oh, pagherei perindossare qualcosa del genere assieme a lui.
"Già, sicuramente lo faremo E poi perché no, anche indossare qualcosa atema Harry Potter." dice Sabrinacon occhi sognanti, come se avesse la scena davanti a sé. Mi ero dimenticatadel loro estremo amore per Harry Potter.
"È vero. Dovete mandarci tutte le foto!"
"Ovvio. E tu invece, Dam?"
Lui ci mette un po'a rispondere, perso tra i suoi pensieri.
"Bella domanda. Stavo pensando di fare un viaggio con Miya, anche se nonso ancora dove portarlo. Le mie possibilità economiche sono molto ridotte, nonposso fare chissà quali progetti, ma ci proverò."
Sospira, facendo un sorrisetto dispiaciuto.
"Sono sicura che Miya apprezzerà qualunque cosa, è un ragazzo intelligentee dolce." affermo, rivolgendogli uno sguardo intenerito.
Damien abbassa lo sguardo, i suoi occhi diventano di un blu più intenso. Posauna mano sul viso, rischiando persino di sbavare l'eye-liner pur di non farsivedere imbarazzato. Notevole.
"Lo so." resta in silenzio qualche secondo. "Tu che farai?"
Bene, ora che dico?
"Onestamente non lo so... Ora che ho iniziato a lavorare il tempo è dimeno, sta passando così velocemente che non mi sono ancora resa conto che ormaiè estate. Mi piacerebbe fare qualcosa tipo..."
Andarmene a Fanculandia con Aspen, non posso di certo dirlo.
"Mi piacerebbe andare in qualche posto dove c'è il mare, oppure fare unsalto a Disneyland, per poi visitare Parigi."
Appena nomino Disneyland, si illuminano gli occhi di tutti.
"Vorrei poterci andare anche io!" Dice Sabrina, portandosi una manoal petto.
"Sì, anche io. È il sogno proibito d'infanzia." aggiunge Aspen,ridacchiando. È bello come quando si tratta dell'infanzia, la pensiamo tuttiallo stesso modo.
"Già..." Sorrido. Chissà, forse un giorno riusciremo a realizzarequesto sogno. Mi volto verso Aspen.
"Manchi solo tu."
Aspen sorride, alzando lo sguardo al cielo. Wow, oggi tutti cerchiamo risposteda lì.
"Conto di divertirmi, anche se non ho piani al momento. Sono certo chesarà una bella estate."
"Vorrei il tuo stesso ottimismo. Vai a rimorchiare?" chiede Damiencon uno sguardo complice, facendo un sorrisetto. Lancio ad Aspen uno sguardodivertito. Lui scuote la testa, col suo solito sorriso luminoso.
"Nah. Voglio vivermi l'estate con le persone a cui tengo di più."
Damien rotea gli occhi, sbuffando.
"Sprechi un sacco di possibilità."
"Non è vero. Non ho bisogno di rimorchiare per essere felice. Ho già tuttociò di cui ho bisogno, e sono felice così." Aspen mi rivolge un sorrisoveloce, ma intenso. Il cuore batte forte, devo combattere contro me stessa perapparire naturale. Sono così grata di avere un ragazzo come lui nella mia vita.Il suo modo di vedere la vita, da anima buona e avventuriera... davvero, nonesiste di meglio per me. Quanto lo amo. Sono una ragazza fortunata.
"Troppo sdolcinato, che schifo." dice Damien con viso quasi irritato,ma non lo è per davvero. Aspen sbuffa, tirandogli una gomitata amichevole.
"Non è colpa mia se volete sempre vedere tutto in negativo!"
"Sì, è colpa tua perché in confronto a noi sembri una cazzo di luce,facendoci apparire come... boh, cosi oscuri."
"Vai a cagare, Duke."
I ragazzi si danno delle spinte per vedere chi cade per primo sull'erba.Tipico. Mi metto a ridere, godendomi la scena. Tra di noi, non ci sono quasimai stati momenti così. Siamo sempre sull'attenti, sempre a discutere. In ottomesi è stato così raro uscire insieme senza parlare di band. Insomma,comportarsi da amici più che da colleghi di lavoro. Per una volta, abbiamoparlato di noi, delle nostre vite e di ciò che siamo fuori dal gruppo. Iragazzi hanno davvero tanto da raccontare. Eppure mi chiedo come mai non siamoriusciti a stare insieme per davvero. Purtroppo, per ora non siamo al completo.Vogliamo scoprire cosa sta succedendo a Mitch e perché abbia deciso di punto inbianco di mollare tutto dopo l'ultima discussione. Andremo fino in fondo allafaccenda, costi quel che costi.


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