Capitolo 19

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Io e Aspen restiamo stesi sul prato a parlare di tante cose. Il punto che più ci preoccupa, è nascondere la nostra storia ai ragazzi della band. Una delle regole più severe all'interno dei gruppi musicali, è proprio quella di evitare la storia tra i membri, perché potrebbe compromettere la carriera. Abbiamo riflettuto a lungo su questo. Abbiamo un po' paura, siamo onesti, ma vogliamo provare a far coincidere le due cose. In presenza degli altri saremo semplicemente due grandi amici, e niente di più. Questo non sarà tanto difficile. Dobbiamo solo stare attenti ai nostri discorsi. Non dobbiamo far tralasciare nulla.
"Stiamo correndo un grande rischio", inizia Aspen col sorriso in volto, mentre guarda affascinato le stelle, "Ma non importa. Voglio provarci comunque. Facciamo in modo che musica e amore convivano in armonia. Se dovesse succedere qualcosa tra di noi, non lasciamoci trasportare dalla negatività, okay?"
Mi volto verso di lui, accennando un sorriso e scuotendo la testa.
"Forse. E non dico che per te sia più facile, ma... La batteria ha uno schema da seguire, stando ovviamente al tempo giusto. Per la voce è diverso. Se non riesco a sentire la canzone perché non sono dell'umore adatto, si noterebbe subito. Un po' come l'altra volta... Ti ricordi quanto feci
schifo?" Faccio una sottile risata, nonostante quel ricordo mi intristisca davvero tanto. Detesto fallire.
"Ok, non eri proprio al massimo, ma ho anche io la parte di colpa. Sono andato fuori tempo tante volte, ho fatto perdere l'orientamento a tutti quanti." Ridacchia.
"Sì, questo è anche vero."
"Leaf, mettiamoci d'impegno se vogliamo che la cosa funzioni."
Aspen tende una mano verso la mia, e io gliela stringo, guardandolo negli occhi per qualche lungo secondo.
"Promesso?"
"Promesso."

In studio c'è un'atmosfera allegra, tutti sono di buon umore. Ci serviva un po' di pausa da noi stessi. È passata solo una settimana da quando io ed Aspen ci siamo messi insieme, eppure sembra un'eternità. Sarà perché mi sono buttata non stop sullo studio dei brani. Ora che alla Battaglia delle Band manca poco più di un mese e mezzo, mi sembra più reale. Questa sarà la mia prima esibizione in assoluto dal vivo con una band ed una scaletta. Ho tanta paura di dimenticare i testi, ma non voglio fallire. Non voglio assolutamente che vada come la mia primissima esibizione dal vivo. Mi concentrai così tanto sul testo e la melodia che finii per sbagliare tutto, proprio perché non ero libera. Stavolta voglio riuscirci. Per i ragazzi, per Aspen, ma soprattutto per me stessa. Non devo dimostrare niente agli altri. Faccio ciò che devo per restare in piedi. Ormai ci mancano solo due brani da completare, e finalmente avremo finito. Dovremmo solo ripetere bene per far sì che tutto riesca, e saremo finalmente soddisfatti. Di solito, quando canto, guardo un punto fisso per concentrarmi meglio, non penso agli sguardi degli altri. Questa volta, invece, ho cercato il SUO sguardo. Appena lo incontro, mi viene in automatico sorridere, e dare più corpo alla canzone. Ammetto che a dirlo è schifosamente sdolcinato, però solo la sua presenza mi dà una grande carica. Emana quell'energia positiva di cui ho sempre avuto bisogno.
"Bravissimi. Ormai avete quasi terminato, contenti?" Chiede Frederick, guardandoci con aria fiera. "Sì, almeno poi me li levo dalle palle che non li sopporto più." dice Damien.
Sabrina gli tira una gomitata potente. "Ma quanto sei bugiardo, stai zitto, che ci ami alla follia." Lui sbuffa, mentre Mitch se la ride.
"Dopo la BDB, ci meritiamo almeno una vacanza." dice Aspen, alzandosi in piedi per stiracchiarsi.
"Già, però sono piuttosto emozionata... Voi no?" Chiedo.
"Un po' sì, e anche se ho una minima esperienza, suonare dal vivo fa sempre un altro effetto." dice Mitch, mentre si lega i capelli rossi e viola.
"Boh, io vorrei solo dormire." dice Sabrina, facendo un'alzata di spalle.
"Totalmente noi." Replico, entrambe ci mettiamo ridere.
"Scherzi e neanche troppo a parte, ho l'ansietta."
"Il pubblico fa abbastanza paura, e avete ragione", inizia Frederick, "Ma dovete farci l'abitudine se questo è ciò che volete davvero. Suonate, cantate. Non pensate al pubblico, perché una volta che siete la' sopra, oltre alle luci e i vostri strumenti, non vedrete nient'altro. Siete solo voi e la vostra musica. Perciò, mettetevi d' impegno e sarà un successone." Frederick poi si volta verso di me. "Mi raccomando." Annuisco, stringendo la mano al petto. "Ce la metteremo tutta."
Una volta usciti dallo studio, i ragazzi parlano un po' tra loro, mentre io resto dietro con Damien. "Come va il naso?" Chiede, un po' imbarazzato. "Va meglio, non preoccuparti" lo rassicuro, sorridendo.
"Meglio così. Sai, ho visto che hai legato molto con Aspen ultimamente."
Oh porca puttana. Il cuore perde dei battiti, ma devo assolutamente restare naturale, o ne va' di mezzo tutta la carriera, e forse rimango anche un po' fottuta.
"Sì. Abbiamo tanto in comune, ci troviamo bene. È un po' come se fosse un fratello." Dico, sorridendo. La più grande puttanata di tutta la mia esistenza. È stato terrificante annunciare di vedere Aspen come un fratello. "Oh wow, addirittura. Mi fa piacere che ti faccia stare bene. È vero che io e lui facciamo fuoco e fiamme, non facciamo altro che litigare. Tutto questo, perché lo considero un ottimo rivale. Lui è tutto ciò che io non sono, e viceversa. Siamo come due poli. Ma nonostante questo, beh, non lo considero..." Damien non finisce la frase, scuotendo freneticamente la mano, "Hai capito."
Gli lancio uno sguardo complice, sorridendo maliziosamente per stuzzicarlo un po'.
"Non guardarmi così!" Dice, il suo viso cambia colore all'improvviso.
Oddio, mi sembra di vedere la dimostrazione di quelle fanfiction Enemies to Lovers. Leaf, dovresti proprio smetterla di associare tutto alle fanfiction, non hai più dodici anni.
Grazie, vocina interiore.
Mi metto a ridere, dandogli poi una pacca sul braccio. "Sai che scherzo. Sono contenta che finalmente lo hai ammesso."
Lui fa un sorriso.
"Se lo stuzzico, non lo faccio con cattiveria... Anche se a volte vado sul pesante senza rendermene conto."
"Ce ne siamo leggermente accorti."
"Migliorerò. Cercherò di essere... Meno antipatico. Ed è un enorme sforzo, sappilo."
"Sono davvero fiera della tua forza di volontà."
Non ho proprio voglia di ritrovarmi in un silenzio imbarazzante, perciò decido in fretta di cambiare argomento, anche per cercare di conoscerlo meglio.
"Come sta andando con Miya?"
"Abbiamo alti e bassi, come succede ad ogni coppia in fondo. Tutto sommato sta andando bene. Quel ragazzetto ha fin troppa pazienza con me. Tipo, l'altro giorno siamo usciti per bere qualcosa assieme, e tu sai come divento quando io inizio a bere. Ad essere onesti, non ricordo bene come siano andate le cose, ho una specie di vuoto di memoria. Ricordo che il giorno dopo mi sono ritrovato da solo in camera di Miya. A quanto pare ero davvero distrutto, così mi ha portato a casa sua perché era più vicina. Ci credi che mi ha addirittura portato la colazione a letto? Mi sono sentito in colpa, non me lo merito!"
"No, infatti non te lo meriti proprio." Replico, con un sorriso divertito.
"Grazie, eh."
"Prego. È stato super carino!! Già a prima vista l'ho trovato tenero. Se dovessimo di nuovo fare serate di gruppo, portalo con te. Mi farebbe piacere averlo con noi."
"Ma certo, lo farò imbucare spesso. E tu invece?"
Il calore sale di colpo sino alle guance, ma devo cercare di non farmi prendere dal nervosismo.
"Tipo quel ragazzo che stava con te... Com'è che si chiamava? Quello biondo?"
"Lincoln? No, no, non è come credi. Io e lui siamo amici d'infanzia, tra noi c'è un legame fraterno molto forte. E poi, lui è già fidanzato, non ricordi?"
Damien sgrana gli occhi, massaggiandosi le tempie per cercare di ricordare.
"Ah, con quel ragazzo dai capelli rossi?"
Io annuisco.
"Sì, ora ricordo"
"Però... ho avuto per tanti anni una crush per il fratello maggiore." dico un po' imbarazzata, ma anche divertita. Damien fa uno sguardo incredulo.
"Dai! Ha Instagram o qualcosa? Voglio vederlo."
"No. Ormai ha trent'anni, appena li ha compiuti ha sbloccato l'achievement boomer. Ha iniziato a trovare i social troppo complessi e stupidi. So che sembra una roba stereotipata, ma con lui è successo davvero. Lo prendiamo parecchio in giro per questa cosa." dico, cercando di trattenere le risate. Poi prendo il cellulare, cercando nella galleria delle foto per mostrarle a Damien. Ne prendo una del 2012 ed una scattata recentemente.
"Questa è di dieci anni fa." dico, guardando la foto assieme a Damien. Mi sembra assurdo che sia già passato così tanto. Nella foto, sorridevo così tanto che mancava poco a strapparmi la pelle. Eravamo tutti e quattro sul divano, io stavo abbracciando Trevor e Link e Jason erano completamente sdraiati, con una linguaccia terribile e birichina, facendo il simbolo del rock con la mano. Damien fa poi lo zoom sul viso di Trevor, mettendo una mano davanti alle labbra. Fa più volte avanti e indietro con lo sguardo tra me e la foto.
"Questo è lui a vent'anni?"
Annuisco, sorridendo.
"Stento a crederci. Sembra uscito da una serie TV, ci credo che ci stavi sotto."
Gli mostro la foto scattata più recentemente.
"Ma dai, è rimasto identico ma solo con i capelli più lunghi! Ce l'hai ancora la crush per lui?"
Mi metto a ridere, riponendo il telefono in tasca.
"Beh, ora no. Più che altro, ora provo una profonda ammirazione per lui. È diventato il mio fratellone, quando ne ho avuto più bisogno mi ha fatto anche da padre. Gli devo molto." dico sorridendo.
"Problemi con tuo padre?" chiede, con voce più delicata del solito.
"Proprio così."
"Sai, ti capisco. Tanto tempo fa, ho avuto seri problemi con mio padre."
Prima che Damien dica altro, gli tocco la spalla per attirare la sua attenzione.
"Non sei costretto a parlarne."
"Se ho iniziato il discorso, è perché voglio farlo, non credi?"
Sorrido, dicendo un impercettibile "Grazie della fiducia."
"Mio padre era piuttosto violento. Temo di aver preso da lui, sul lato istintivo. Non voglio, con tutto me stesso, essere come lui. Per nessuna ragione. Io e mia madre ne abbiamo ricevuto tante, davvero tante. Una volta cresciuto però, ho iniziato a difendere sia lei, che me stesso. Non potevo permettere che ci accadesse qualcosa. Sai, siamo riusciti ad incastrarlo e a sbatterlo dentro solo da un paio d'anni. È stata dura, ma sono contento che sia finita."
Sentire questa storia, mi ha fatto riflettere molto. È vero che negli ultimi anni non ho avuto un padre presente in nessun modo, ma prima che la mamma se ne andasse, prima che entrasse in depressione, lui c'era. Avevamo un rapporto stupendo. Damien non ha nemmeno avuto la fortuna di averlo durante la prima infanzia. Ogni giorno per lui e sua madre, era una lotta alla sopravvivenza. Porto le braccia al petto.
"Mi dispiace tanto, davvero. La cosa importante è che ora tu viva serenamente."
"Ormai è tutto passato. Fino a un po' di tempo fa, tendevo a cercare nei ragazzi ciò che avrei voluto da lui. Ti è mai capitato?"
Ci rifletto per un po'.
"Forse il fatto che il fratello di Lincoln abbia ricoperto proprio quel ruolo nella mia vita, non ho cercato questa cosa anche nei ragazzi. Però, capisco la sensazione. Ti sono vicina."
"È bello sapere che non sono l'unico. Col tempo questa cosa è andata a scemare. Sono diventato io il daddy della relazione"
Scoppio a ridere e lui fa lo stesso.
"Non so più come si fa il passivo."
"Io tutto il contrario. Sono passiva con chiunque. Donne, uomini... sempre sotto." dico a bassa voce, ridacchiando. Sperando che Aspen non stia ascoltando questi discorsi.
"Credimi, si vede."
Entrambi ci mettiamo a ridere, e camminando continuiamo a parlare del più e del meno. Non avevo mai parlato così tanto con Damien in tutti questi mesi di conoscenza. Per esempio, in chat privata ho pochi messaggi con lui, così come con gli altri. Siamo nella stessa band, forse dovrei provare a costruire un qualcosa di più solido con tutti loro, tralasciando Aspen. Sarebbe anche ora.

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