Capitolo 7

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Arrivo in studio accolta da un verso esasperato.
"Cazzo, di nuovo!"
Aspen lancia le carte sul tavolo, poggiando una mano sul viso.
"E poi quello che non sa perdere sono io." ridacchia Damien.
Grido un "Salve!" Per annunciare il mio arrivo, facendo saltare entrambi dalla sedia. Che scena meravigliosa.
Mi siedo davanti a loro, accavallando le gambe come se non fosse successo nulla.
"Buon pomeriggio teste di cazzo." dico, mandando loro un bacio volante.
"Ciao, testa di cazzo." replica Damien.
Senza dire altro, Aspen prende le carte, mischiandole con maestria. Sembra quasi un mago, per come le padroneggia. Quasi mi addormento, ipnotizzata dalle carte, strofino gli occhi per tenermi concentrata. Quando si tratta di giochi di logica non me la cavo poi così bene, infatti mentre Aspen prova a spiegarmi le regole di Briscola, faccio fatica a stare al passo. In realtà non ci ho capito niente. Così decidiamo di fare un giro di prova, ed io gioco in squadra con Aspen. Mano a mano mi spiega i passaggi che fa, le cose che non potrebbe fare le cose che è più giusto fare. Dalla sua mano sembra più semplice di quel che pensassi.
Solo che l il gioco lo vince nuovamente Damien.
"Più o meno hai capito?"
Annuisco insicura, ma provo a fare una partita da sola per vedere se ho capito il gioco o meno. Non è andata proprio come speravo, perché a distanza di pochi secondi ho già dimenticato moltissime cose. Mi tocca chiedere aiuto, e Damien si offre volontario.
"Non farti aiutare dai perdenti." Dice, mostrando un sorrisetto superiore, Aspen gli mostra il dito medio sbuffando.
Ogni volta che tocca a me, chiedo consiglio, poi provo a giocare per conto mio. Faccio parecchie stronzate, ma è così che s'impara. Dopo un po', ci raggiungono anche Mitch e Sabrina.
"Nemmeno sono entrata... ma che è sto casino?" chiede Sabrina guardandomi confusa.
"Studiavamo...vero?" rispondo, Damien verifica se la mia giocata fosse decente. Ormai Aspen ha vinto. Alza un pugno verso il cielo, esultando.
"Una sola vittoria su cinque, non montarti troppo, carino."
Damien ritira le carte mettendole nel suo zaino, mentre Aspen risponde con una semplice linguaccia.
"Abbiamo due ore di tempo, cominciamo?"
Chiede Mitch sorridendo, e tutti si mettono alla loro postazione. Sabrina alla tastiera, Mitch al basso, Damien alla chitarra, Aspen alla batteria.
Mi metto davanti al microfono, e l'atmosfera cambia improvvisamente.
È la prima volta che sento questa sensazione. Mi sento parte di qualcosa di grande, qualcosa che può cambiare la storia della mia vita. Un brivido di adrenalina scorre nelle mie vene. Oltre il vetro dello studio c'è il responsabile. La sua presenza mi mette pressione, ma non ci sta cagando di striscio. Lo ripeto tra me e me per evitare di mettermi in agitazione da sola. Ok, sono pronta.
"Pronti?" chiede Aspen. Tutti facciamo un cenno con la testa. Ed è suo compito tenere il tempo. Rumore di bacchette.
Un, due, tre, quattro.
Si inizia.
Stiamo studiando assieme, quindi naturalmente nessuno di noi è perfetto. Però dobbiamo sfruttare al meglio lo studio, perché è difficile far coincidere gli impegni di tutti.

Come dicevo, nessuno di noi cinque è perfetto. La maggior parte delle volte andiamo fuori tempo, ma ci stiamo divertendo. Volano insulti tra Aspen e Damien, Sabrina da' le testate contro al muro quando sbaglia, Mitch simula pianti, io mi metto in posizione fetale quando stono. Tutto nella norma.
Caos puro.
Ma dopo un'ora e mezza siamo riusciti ad imparare bene la prima strofa di The Power of Love.
Dopo svariati tentativi, finalmente andiamo tutti a tempo , e fine della prima strofa, ci guardiamo stanchi, ma sorridenti. Lascio un attimo il microfono per idratare me e le corde vocali. Non sono ancora abituata a cantare per così tanto tempo. Ancora mi chiedo quanta resistenza abbiano effettivamente i cantanti, cosa che non ho ancora assimilato. Mi guardo intorno: sono tutti stanchi, ma manca ancora mezz'ora per finire le prove.
"Bel lavoro. Siamo partiti bene, dai!" Dico sorridendo, dando una pacca sulla spalla a tutti quanti.
"Quello che abbiamo fatto in un'ora e mezza è tantissimo...manca solo mezz'ora. Cinque minuti di pausa e continuiamo finché c'è tempo" dice Mitch, mentre appoggia un attimo il basso sul pavimento per bere. C'è un momento di silenzio totale che mette a disagio tutti quanti. Come al solito, Damien interrompe il silenzio.
"Per essere la prima volta, non avete fatto schifo. Cioè...non quanto pensassi. Di fare schifo, fate schifo. Si sa che il migliore qua dentro sono io." dice, fissando il vuoto. A volte è difficile capire se scherza o fa sul serio.
"Potresti non evidenziare il tuo egocentrismo almeno per un secondo?" Chiede Aspen, mentre si accascia sulla cassa esausto.
"È uno sforzo troppo grande per lui" Dico, sedendomi un attimo per terra.
"Hai idea dell'assurdità che mi hai appena chiesto?"
Aspen rotea gli occhi al cielo, per poi sistemarsi la bandana che gli stava cadendo dalla fronte. Dopo questa mini pausa riprendiamo a suonare, ma per la stanchezza non riusciamo a fare granchè. Riusciamo a fare solo un paio di battute. Appena finite le prove, decidiamo di prenderci un caffè insieme, prima di tornare a casa. Andiamo allo stesso bar in cui sono andata con Aspen quando ci siamo conosciuti. Detto così sembra che ci conosciamo da una vita.
Il locale è pieno come al solito, e mi sembra che abbiano messo qualche decorazione in più. Veniamo accolti da delle stelle di Natale all'ingresso, e ci sediamo.
"Vai Damien, visto che sei tanto fantastico, ordina per noi" dice Aspen, dandogli una gomitata amichevole.
"Non prendo ordini da te, coglioncello." Ringhia lui.
"Bada a come parli, stronzetto dai capelli blu!"
"Hey hey, calmi!!" Metto un braccio davanti a loro. Che mossa idiota, come se potessi a risolvere qualcosa. Però preferisco che non diano spettacolini con tanta gente intorno.
"Andrò io, i vostri bei culi pesanti rimarranno sulla sedia, state tranquilli. Allora, che volete?"
Aspen e Damien evitano di guardarsi in faccia. Si sentono imbarazzati. Beh, qualcuno doveva pur dirglielo, però continuano a non parlare, e a breve dovrei essere da Link. Non posso rimanere qui tutto il giorno.
"Ragazzi? Vi hanno segato la lingua?"

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