|Cap.13|

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Harry Pov's

Sono le sette di mattina...uff non voglio alzarmi così presto ma non ho più sonno! Scesi dal letto e in un attimo la fresca aria mattutina mi provocò un milione di brividi lungo la schiena. Arrivato davanti alle scale poggiari un piede alla volta su ogni scalino per evitare di cascare data ancora la mia leggere sonnolenza e trovai un Louis che faceva avanti e indietro per il salotto per poi fermarsi a pensare, credo. Era già vestito, indossava un paio di jeans, una felpa 'Obey' e le Vans bianche. Mi stavo iniziando a preoccupare così mi avvicinai poggiandogli una mano sulla spalla per farlo voltare dato che mi dava le spalle. I suoi occhi color ghiaccio erano leggermente arrossati e sul suo viso aveva dipinta un'espressione di paura, rabbia, delusione e preoccupazione. Ma che gli è successo?

«Hei Lou ma che hai?» Gli chiesi gesticolando riferendomi al suo stato.

«Ohh emmh... mamma mi ha chiamato e mi ha detto che...beh...che Lottie ha avuto un'attacco di panico e quando ha chiesto di me io non ero lì con lei...» Disse triste.
Lottie purtroppo soffre sin da piccola di attacchi di pianico ma ormai erano da parecchio che le capitava...questa cosa mi puzza di bugia...ma...cosa mi sta nascondendo?

«Amico mi dispiace» Lo abbracciai forte. Anche se mi sta mentendo so che lo fa per un motivo ben preciso e qualunque cosa gli sia successa in questo momenro ha bisogno di un abbraccio...insomma chi non vorebbe un abbraccio quando si soffre?

«Hazza io devo andare a fare la spesa dato che l'aspirapolvere Niall ha spazzolato via tutto» Disse facendo un sorriso tirato.

«Va bene. Vuoi che ti accompagni?» Chiesi io.

«No! Cioè...volevo dire che beh...non c'è bisogno tranquillo-si avvicinò alla porta contuando a fissarmi nervoso-behh io vado...ciao!» Chiuse d'un tratto la porta facendola sbattere.

«Ooookay» Dissi allungando la 'O'.

Louis Pov's

Mi dispiaceva mentire a Harry, uno dei miei migliori amici, una delle persone che sono le più importanti per me ma devo. Devo proteggerli da quel mostro. Ora sono in auto, sono ancora sotto shock ma so che la cosa giusta da fare dopo aver già chiamato Mr. Roger che mi ha detto che quello non ha più la libertà vigilata, è andare alla polizia e denunciarlo per minacce. Arrivato davanti alla struttura pitturata di un giallino miele e con una grande scritta 'Police' in bianco e blu, scesi dalla macchina per poi varcare la porta d'ingresso. Un signore sui circa cinquant'anni con occhi color cioccolato, capelli corvini e vestistito con la divisa da polizziotto mi accolse alla diciamo 'Reception' chiedendomi cosa potesse fare per me.

«Devo fare una denuncia» Spiegai al polizziotto. Lui annuì indicandomi una porta chiusa con la targa appesa con scritto sopra 'Office'. Mi avvicinai e bussai, sentì dall'altra parte una voce roca e maschile dire in risposta un' "avanti" prima di aprirla e richiuderla dietro di me. Mi ritrovai davanti a un uomo con circa dieci anni più di quello prima vestito con un completo color grigio e delle scarpe laccate che da dietro alla scrivania mi sorrise per poi alzarsi in piedi e porgendomi la mano che strinsi.

«Piacere, io sono il commissario John Miller, addetti a svolgere casi di ufficio, cosa posso fare per lei signor...(?)» Chiese lui.

«Louis, Louis Tomlinson piacere. Devo fare una denuncia verso quell'essere chiamato 'Padre'» Dico rabbrividendo al pensiero della sua immagine. Ci accomodammo sulle sedie.

«Certo, mi può spiegare la dinamica delle cose?» Chiese. Annuì iniziando a raccontargli tutto partendo dal motivo del suo arresto fino ad arrivare alla lettera ricevuta questa mattina.

«L'ha portata qui con sè?» Chiese lui. Annuì estraendo un pezzetto di carta dalla tasca dei jeans e gliela porsi.

«Mi dispiace Mr.Tomlinson ma suo padre non può essere incriminato per prove insufficienti, io la credo ma la legge mi impone di avere più prove, ma alla prossima minaccia venga qui e così la potremmo aiutare» Disse con fare dispiaciuto. La rabbia mi ribbolliva dentro.

«Ma come? Quel lurido bastardo si merita di tornare in cella e marcirvi questa volta!» Urlai scattando in piedi e sbattendo un pugno sulla scrivania che per un attimo vibrò per l'urto. Lui si alzò e mi venne in contro.

«Signor Tomlinson capisco la sua rabbia, ma la prego si calmi» Mi disse toccandomi un braccio.

«E va bene! Ma tornerò!» Urlai uscendo velocemente. Ho paura. Tanta paura. Ripresi la macchina e tornai a casa accelerando sempre di più. Parcheggiai furioso e entrai in casa sbattendo la porta. Mu ritrovai davanti a una scena dolcissima ma in questo momento sono troppo incazzato guardare tutti che si svaciucchiano.

«Hey Lou! Ma che hai?» Chiese Hope. Le mandai un'occhiataccia. Mi guardò confusa prima che salissi le scale e andare in camera mia.

Qualche settimana dopo...
Hope Pov's

Lou ultimamente è cambiato, è sempre chiuso in se stesso, non parla, non ride e non sorride sta sempre rinchiuso in camera sua...ma cosa ci sta nascondendo? Ora sono a vasa dei ragazzi con tutti e ovviamente lui è in camera sua. É corso di sopra dopo aver preso qualcosa dalla posta che credo l'abbia sconvolto. Che sia l'elevato costo per l'abbonamento per le carote? Bah non so ma voglio indagare.

«Ragazzi ma Lou che ha? A voi dice qualcosa?» Chiesi io rivolgendomi ai ragazzi. Scossero la testa in un "No".

«Mi sto iniziando a preoccupare, non è più lo stesso...» Dissi gesticolando. Loro in risposta annuirono in approvazione. Un rumore di passi veloci dalle scale ci fece sussultare girandoci di scatto. Era Lou in lacrime. Ma cosa...? Non ci fece parlare che ci mostrò una lettera e una foto. La foto era di noi a ridere sul divano, sembrava essere fatta da fuori della grande finestra che scorgeva in salotto. Liam prese la lettera e iniziò a leggere.

«Caro digraziato di un figlio,
Eh gia sono io, lo sfortunato uomo che è diventato padre di un lurido vigliacco. Ti scrivo per farti sapere che sono uscito dal postaccio in cui mi hai mandato ma credo che ti abbiano già avvertito. Mi hanno rilasciato per buona condotta anche se di buono ho solo la vendetta che voglio infliggere in te. Sai ho visto i tuoi amichetti...Harry Styles, il riccio cuocoprovetto della truppa, poi Zayn Malik, il moro dall'aria misteriosa e riservata, Niall Horan, il biondo dolce e carismatico, Liam Payne, il papà della situazione e poi le ragazze uh beh Leyla e Danielle le castane simpatiche di Harry e Zayn, Chiara e Perrie, le bionde carismatiche di Niall e Zayn e per ultima la mia preferita...Hope Juliet Hunt, la ragazza bionda, dolce, passionale, insicura, simpatica e divertente e....emmh si giusto di cui sei-emmh ciøoè a cui vuoi bene (Dovrebbe essere una correzione di Liam dato che c'è Hope che può ascoltare). Sta attento e ricorda le mie parole. Un giorno perderai tutto. Un giorno molto vicino...» Lesse.
Mu girai verso di Louis.

«Che significa tutto questo?» Chiesi urlando. Una lacrima solcò sul mio volto fino a cadere a terra.

**FINE CAPITOLOO**
Alloraaa intanto vorrei ringraziarvi per la pazienza! Ho avuto molto da studiare e non ho potuto aggionarnare.

Domandina: Che ne pensate del padre di Lou?

A prestooo!

Kiss kiss xx

~Chiara

Our destiny ||Louis Tomlinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora