Hope Pov's
Ero stesa sulle ginocchia di Liam che fissavo il vuoto di un muro di un'ospedale. Quell'ospedale in cui si stava per decidere la sorte di un essere umano comunemente conosciuto con il nome "Louis William Tomlinson". L'unico ragazzo che appena lo vedi senti non le farfalle, l'intero zoo nello stomaco, che ti fa fondere i neuroni e mandare a puttane l'autocontrollo con un solo sorriso o con la sua risata cristallina. Perfetta anch'essa. Come lui d'altronde. Ad un tratto videmmo un'uomo uscire dalla sala operatoria per dirigersi verso di noi. Aveva gli occhi contornati da profonde e oscure occhiaie, il viso sciupato, di chi ha faticato fino all'ultimo delle sue energie. L'uomo era alto, moro, occhi verdi e indossava un camice da sala operatoria con una mascherina blu appesa al collo e una targhetta identificativa "Dott. Ryan Morris". Si avvicinò sempre di più a noi fin quando non pronunciò il mio nome. Mi alzai di scatto insieme agli altri che mi seguirono. Era muto. Come se non riuscisse a trovare le parole adatte. Cosa che mi fece accigliare.
«Dottore, che gli è capitato? Si è rotto qualcosa? È solo una frattura a una costola...o che so a...a una gamba, vero? Mi dica che è così!» Lo persuasi gesticolando e cercando di incoraggiare piú me che lui. L'uomo scosse la testa piano e per un'attimo abbassò lo sguardo prima di rialzarlo.
«Signorina Hunt, purtroppo non è così semplice, il ragazzo ha avuto un trauma cranico durante l'impatto, ha perso molto sangue...ma non pensi al peggio! É vivo, ma è in coma famacologico, lo stiamo tenendo in vita fin quando le sue attività celebrali si ristabiliranno tanto da supportare il risveglio e tutte le azioni che esso comporta, ma se questo non dovesse accadere saremmo costretti a chiederle di staccare la spina...» Concluse. Ad un tratto tutta questa consapevolezza e dolore mi travolsero come lame. Sentii il cedere delle ginocchia mentre mi portai le mani alla bocca per soffocare i singhiozzi che si erano fatti vivi insieme alle calde lacrime che in un attimo ricoprirono il mio viso. I ragazzi mi presero dalle braccia e mi portarono su una sedia prima di poter cadere a terra. I ragazzi erano distrutti. Zayn prendeva a pugni il muro, Harry a calci le prime porte che gli passavano davanti, Niall cadde a terra di ginocchia con la consapevolezza sul cuore, Liam scosso si fece posto al mio fianco e senza pronunciare parola cercò di calmarmi. Le ragazze cercavano di mantenere la calma generale nonostante anche loro molto tristi e sconsolate.
Il dottore si riavvicinò a noi con passi insicuri prima di parlare.«S-Sgnorina lo stiamo per potare in stanza, se volete vederlo, potete entrare uno alla volta, riesce a sentirvi...» Disse con voce tremante e insicura. Lo ringraziai e cercai di sfoderare un sorriso che mi riuscì come una smorfia.
Dopo circa una manciata di minuti delle infermiere vestite di tutto punto si fecero spazio nel corridoio mentre portavano una barella fuori dalla sala operatoria. Mi alzai leggermente e intravisi il viso angelico del mio Lou. Mi alzai di scatto quando furono davanti alla stanza ma venni bloccata gentilmente con le parole di un'infermiera sulla quarantina.
«Signorina, mi spiace ma prima dobbiamo sistemargli la flebo, poi potrà entrare» Disse accennando un lieve sorriso di quelli che rassicurano. Annuì ringraziandola e andai a sedermi dov'ero precedentemente comunicando a gli altri che mi avesse detto.
Tutti noi eravamo sconvolti, turbati, spaventati, terrorizzati, incapaci di dire quel qualcosa che non riusciva a convincere neanche noi stessi. Sento come un buco allo stomaco, profondo, che si espande piano e lentamente fino ad arrivare al cuore e riducerlo in cenere. Senza di lui nulla ha più senso. I miei sorrisi che nome avranno? E le mie risate? La mia felicità da chi sará dovuta? Eh? Qualcuno che mi sa rispondere?! Nessuno eh?! Mi manca come l'acqua manca nel deserto del Sahara,una cosa indispendabile insomma. Per me. Per Harry. Per Liam. Per Zayn. Per Niall. E anche per Leyla, per Danielle, per Perrie e per Chiara, anche se sembra assurdo. Noi tutti ormao siamo legati da qualcosa di inspiegabilmente magico e unico. Come può qualcuno voler togliere al mondo la sua risata, il suo sorriso, le sue battute pessime ma che facevano ridere me, le sue buffe facce. Come? Mentre continuavo a tormentarmi con questi pensieri Liam iniziò a scuotere leggermente il mio braccio per richiamarmi all'attenzione. Uscì dal mio stato di trance e rivolsi il mio sguardo verso di lui. Con un gesto di testa mi fece notare le infermiere le lasciavano la stanza.«Su, va da lui, digli quello che provi» Disse con un piccolo sorrisetto. Annuì e entrai con passi indecisi all'interno della stanza chiudendo la porta alle mie spalle. Mi andai poi a sedere sull'orlo del letto lasciato libero dal suo corpo stando attenta a non schiacciare qualche filo delle apparecchiature che lo tengono in vita. Iniziai a osservare il suo volto, le varie escoriazioni erano stati disinfettati e incerottati per bene, aveva anche una benda intorno alla testa che copriva anche la fronte. La sua bocca era leggermente schiusa e da essa fuoriusciva il suo fiato caldo, i suoi occhi color ghiaccio chiusi delicatamente, i capelli intravisibili scopigliati, la pelle leggermente pallida e fredda al contatto. Gli accarezzai più e più volte la guancia prima di iniziare a parlare.
«Hey Lou, come va lì? Da noi? Oh beh tutto male...senza te non è lo stesso...-stetti in silenzio senza sapere cosa dire-
E se non ce la fai tu io che faccio? Se non riesco ad aiutarti?
Hai presente l'effetto che fa la droga? Ecco, tu fai peggio. È grazie a te che sorrido, che rido e mi sento me stessa. Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata sai?
Con tutti contro ma tu con me e io con te.
Come vedi sono ancora qua e lo so che non è una garanzia ma ci starò perchè sei tutto ciò di cui ho bisogno.-presi un respiro profondo-
Sei forte. Lo sei più di quanto immagini. Ci sei stato anche quando neanche ti conoscevo.
La mia forza già da allora dipendeva da te.
E io ora ti voglio accanto. Al mio fianco per vivere il resto della nostra vita insieme. Perchè la tua felicità e la mia.-un'altro respiro-E ho ripensato a tutto quello che abbiamo passato assieme.
E cristo.
Che vada a fottersi quell'uomo. Voglio finisca dietro le sbarre fino a che non muoia sapendo di essersi giocato la libertà, ma sopratutto la felicità.
Perché nessuno c'è la fa senza te. E mi manca il modo in cui mi strigevi nelle tue forti braccia. Come mi facevi sentire a casa.
Prima mi hai resa felice.
Mi hai fatto sorridere. Mi hai fatto vivere. Beh e adesso? Adesso non puoi più. E Dio solo sa se potrai farlo ancora.
E io ho bisogno di te.
Senza di te mi sento uno schifo.
Ed è orrendo sapere che la tua felicitá dipenda da qualcuno che non potresti più rivedere sorridere. Lou. Ti prego. Se ora mi stai ascoltando. Svegliati. Fallo per me...» Stetti qualche secondo a guardarlo. Poi mi alzai dal letto e mi avvicinai al suo orecchio.«Ti amo mio Tommo» Sussurrai prima di uscire fuori dalla stanza. E sorridere. Perchè nonostante tutto lui mi faceva stare bene anche così.
*FINE CAPITOLO*
Avete il permesso di trucidarmi viva. Mi scuso davvero molto ma ho avuto da fare con la scuola e non trovavo tempo fisico per trascrivere su wattpad. Spero di non aver perso lettrici con questa mia mancanza. Grazie a tutteee! Al prossimo aggiornamento! Vi amo tutteee!❤Kiss kiss Xx
~Chiara❤
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Our destiny ||Louis Tomlinson||
FanfictionHope Hunt, ha 18 anni, bionda e occhi azzurri, ha un carattere scontroso, testardo e lunatico. In realtà è solo una ragazza ferita dalle persone che la ritengono un rifiuto sociale perché vive in un orfanotrofio. Ebbene si, Hope vive in un orfanotro...