[COMPLETATA]
Mukoyōshi «Letteralmente "genero adottato", è un uomo adulto che viene adottato in una famiglia come marito di una figlia, prendendone il cognome». Questa è la sorte che toccherà a Kim Hana, giovane figlia del capo di una delle più gran...
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«Hana! Hana! Svegliati!».
Faccio fatica ad aprire gli occhi, sono stanchi e pesanti; quando provo ad aprirli vedo una figura offuscata, che cerca -in malo modo- di farmi svegliare. Sgrano gli occhi e la figura davanti a me riesce a prendere la forma di Jennie che mi chiama a gran voce, ma i suoni mi risultano ovattati, come se fosse lontana kilometri da me.
Mi alzo a mezzo busto e subito vengo colta da un profondo senso di nausea che mi costringe a mettermi la mano sulla bocca per non vomitare sul letto; mi gira la testa, tanto che mi chiedo se sono ferma o sto già camminando. Faccio un respiro profondo cercando di riprendermi e apro un occhio mentre l'altro è chiuso a causa dei raggi del sole che entrano prepotenti nella stanza.
«Che succede?» chiedo con la voce impastata dal sonno. Jennie mi guarda, non con il solito sguardo arrogante e altezzoso, piuttosto sembra preoccupata.
«Succede che sei tornata a casa ubriaca... di nuovo!». Aggrotto la fronte cercando di ricordare cosa fosse successo la sera prima e quella prima ancora, ma la mia mente è vuota, completamente buia, non sento niente se non il forte impulso di vomitare e continuare a dormire. Poso di nuovo la testa sul cuscino e tiro le lenzuola fino a coprirmi la testa, fino a nascondermi dal mondo esterno.
«Hana!» mi sgrida Jennie tirandomi via le lenzuola, e subito la sensazione di freddo pervade il mio corpo già vestito dalla sera precedente. Sono consapevole di essere un totale disastro, non ho nemmeno avuto la decenza di indossare il pigiama.
«Ugh! Ti prego lasciami in pace» replico sbuffando e riprendo le lenzuola, ma la corvina mi afferra per i polsi gettandosi su di me e mettendosi a cavalcioni. Il suo peso sullo stomaco mi fa contorcere sia dal dolore, sia perché adesso avrei dovuto seriamente vomitare.
«No, non ti lascio in pace! Sono passati cinque giorni da quando tu e Taehyung avete chiuso e da quel giorno sei combinata uno straccio! Non fai altro che bere e dormire» mi rimprovera cercando di mantenermi ferma, ma sebbene io provi a dimenarmi, sono ancora troppo sbronza per reagire.
