t r e d i c i

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Maggio è alle porte, e finalmente si respira un'aria più leggera. Il caldo è arrivato all'improvviso costringendomi a fare un veloce cambio di stagione nell'armadio, che a differenza di altre persone, a me non dispiace molto, non lo trovo noioso; mi piace poter riguardare i miei vecchi vestiti che non indosso da un anno, ognuno di loro ha una storia da raccontare.

Purtroppo però, molti dei miei vestiti primaverili sono ancora a casa di mia madre, quindi ho già programmato che questo pomeriggio farò un salto da lei per riempire gli ultimi scatoloni e trasferirli qui.
Anche Taehyung ha deciso di seguire il mio consiglio e mettere via un po' di robe invernali, riempiendo molte più scatole di me.
Ma quanti vestiti ha?

Per mantenere l'equilibrio in casa, abbiamo deciso di non parlare di ciò che è successo tra noi l'ultima volta, anzi, di quello che stava per succedere; siamo in un costante limbo, in cui stiamo insieme, ma non stiamo insieme: possiamo sposarci, ma non possiamo fidanzarci. Che buffa la vita.

«Taehyung, dove le poggio queste?» gli chiedo maneggiando una grossa pila di scatole ricolme di vestiti invernali. Il corvino, vedendomi in difficoltà si avvicina a me dandomi una mano.

«Per il momento mettiamoli nello sgabuzzino, poi alcuni li portiamo da Hise più tardi».

Ci avviciniamo al grande sgabuzzino e lui inizia a passarmi, uno per uno, gli scatoloni da riporre in ordine uno sopra all'altro, nonostante lo spazio si fosse quasi esaurito.

«Però! Sei davvero forte!» esordisce sorpreso, mentre mi vede maneggiare le scatole pesanti e tastando di scherno i miei "muscoli" sui bicipiti.

«Cosa vuoi che ti dica? Sono una donna piena di risorse» ammetto pavoneggiandomi e Taehyung inizia a ridere pizzicandomi un fianco e azzera ogni distanza che c'è tra di noi per poi regalarmi un dolce bacio.

«Lo so, e infatti mi piaci anche per questo» mormora a fior di labbra.

Arrossisco leggermente, mentre lui tiene una mano sul mio viso caldo e l'altra sul mio fianco; sento il suo corpo massiccio premere sul mio che mi provoca una sensazione di piacere fisico quasi da far male, perché ho un'irrefrenabile voglia di toccarlo e sentirlo mio. Ci chiamiamo con lo sguardo, gridandoci il nostro desiderio tacitamente, ma forte e chiaro. Tuttavia, ciò che proviamo è destinato, per il momento, a rimanere solo un sogno, poiché ho accettato la sua scelta di rispettare il contratto, in fin dei conti ha ragione, mio padre gli ha dato la possibilità di poter "rinascere", seppur a modo suo; pertanto, finché non decideremo di sposarci, continueremo a desiderarci a distanza come due ragazzini alla prima cotta.

Il nostro dolce momento viene interrotto dal telefono di Taehyung, che inizia a squillare e lui alza gli occhi al cielo visibilmente infastidito.
«Non rispondere» mi lamento stringendolo a me e Taehyung sorride dandomi un altro bacio.
«Il lavoro chiama».

Mukoyōshi // K. TaehyungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora