Capitolo 13: non una relazione

378 8 1
                                    

23 settembre 2021

Le mie labbra si muovono verso l'alto mentre osservo il ragazzo al mio fianco che mi porta alla sua auto «non pensavo saresti venuta oggi sai?» poso il mio sguardo su di lui «neanche io»

Poi comincio a guardarmi intorno sperando che Nic non sia nei paraggi.

Sfortunatamente sta correndo nella nostra direzione con uno sguardo minaccioso «coppia che scoppia» sorride a Lautaro mentre gli da una botta sulla schiena.

Vedo l'argentino soffocare leggermente a quello schiaffo (infatti dopo pochi secondi comincia a tossire e non credo sia una tosse così salutare in realtà).

Chiudo gli occhi appoggiandomi con delicatezza alla macchina di Lautaro «coppia che scoppia?» mi porto le mani alle tempie «assolutamente, i giornali parlano solo di voi»

Vuole fare il simpatico.

Di questi tempi o litighiamo o non ci parliamo. Preferisco la seconda. La sua ironia fa cagare «si, simpatico» dice Lautaro aprendo la macchina e sorridendogli «non sto scherzando» lo guardo di sottecchi mentre osservo l'orario sul cellulare.

«si, quel sito "intertoday" o non ricordo come si chiama, sono poco social mi spiace» ci mostra la schermata del cellulare ed io, di conseguenza, metto le mie labbra a culo di gallina. O a papera (ma continuerò a dire a culo di gallina, suona meglio).

Ed è effettivamente così. Su quel sito c'è scritto che Lautaro ha una nuova fiamma «odio i gossip, inutili» sorrido forzatamente guardando i due ragazzi. Vedo Lautaro fare un piccolo sobbalzo «si, anche io»

Nicolò alza le sopracciglia a poi ritrae il cellulare «vi lascio alla vostra passeggiata lunare» sorride «"lunare"?» lo guardo male e lui sorride «è il tramonto»

«si, ciao Nicolò» Lautaro lo saluta e poi apre la macchina «anzi, sai che pensavo?» si avvicina a noi «che potresti darmi un passaggio fino a casa»

«stamane mi ha accompagnato Marcelo, non saprei come tornare e tutti sono andati via» batte le mani sulle cosce e poi scuote la testa «sali in macchina»

Io sbuffo e poi metto le cuffie tre nelle orecchie. Non ho voglia di sentire le altre stronzate di Nicolò per una gelosia del cazzo.

Nic fa una corsa verso la portiera dove sto per entrare io e mi spinge via «nono, tu dietro» alzo il sopracciglio e poi lo fulmino con lo sguardo «ti taglio il cazzo se non mi fai sedere davanti, amico» sorrido e lui annuisce.

Un bambino. Un totale bambino.

Lui si allontana ed entra nei sedili di dietro mentre io sbatto la portiera. Lautaro mi guarda leggermente terrorizzato ed io mi scuso con lo sguardo e mimo con le labbra uno "scusa''

In fine, mi sto scusando anche per il comportamento di Nic.

Faccio partire la riproduzione casuale con il volume al massimo e mi concentro solo sulle parole della canzone.

Sorrido leggermente e poi sospiro chiudendo gli occhi e lasciandomi trasportare dal testo.

Probabilmente i due stanno parlando perché li sento ridere, ma io faccio finta di nulla.

I miei occhi si spalancano quando sento la mano di Lautaro sulla mia coscia. Di colpo metto in pausa la musica e mi giro a guardarlo, ma lui ha gli occhi fissi sulla strada con un sorriso ancora sulle labbra.

Così guardo dallo specchietto retrovisore il mio amico. Il suo sguardo è puntato sul braccio del suo collega. I suoi occhi si spostano dal braccio alla sua figura e poi su di me. Ripete questo movimento almeno una quindicina di volte prima di parlare. O meglio prima di tossire.

Lautaro non toglie la mano nonostante senta la pressione di entrambi, anzi, stringe ancora di più la presa, ma senza farmi male.

«ok, basta così» dice Nicolò strattonando il braccio e guardando male l'argentino. Sorrido di nascosto spostando il mio sguardo verso il finestrino.

È così strano sentirsi protetti in questo modo così involontario. Capisco che lui non vorrebbe farlo, ma agisce ugualmente.

Lautaro scoppia a ridere ad alza quella mano in segno di resa «Nicolò non pensavo ti potesse dare così tanto fastidio» sento l'argentino girarsi nella mia direzione per capire anche cosa io ne pensassi della sua mossa, ma ho ancora un sorriso stampato sulle labbra che non riesco ad eliminare «a me danno fastidio tante cose» ci sorride mentre si attacca ai posti a sedere di dietro.

«ecco "a me danno fastidio tante cose", sei arrivato» il ragazzo al mio fianco ferma l'auto lasciando il tempo di far scendere il ragazzo dietro di noi.

Nicolò ci saluta e poi esce dall'auto sbattendo la portiera e avviandosi verso il cancello. Non si gira neanche un'altra volta indietro per guardarci. Entra e scompare nella sua abitazione «un po' scontroso oggi» dice Lautaro facendo manovra e riprendendo a guidare.

Io continuo ad osservare la casa del mio migliore amico, sperando compari e mi guardi un'altra volta, ma dalle finestre non vedo nulla.

Chiudo gli occhi e poi li riapro subito, girandomi verso il ragazzo al mio fianco «ti va di mangiare una pizza a casa mia?» mi domanda svoltando alla destra «perché non vieni tu da me?» chiedo sorridendogli cordialmente.

Lui mostra una fossetta con il suo sorriso e poi annuisce «certo» e così comincia a imboccare la strada per casa mia.

L'ho invitato da me soprattutto perché Felix è solo da troppo tempo e mi fa male sapere che non c'è nessuno con lui.

Ordineremo una pizza e tutto andrà a gonfie vele. O almeno lo spero.

Dopo pochi attimi, Lautaro parcheggia fuori casa mia e insieme ci dirigiamo verso l'ingresso. Una volta aperta la porta ecco che Felix corre vicino a me per farsi dare tutte le carezze del mondo «non sapevo avessi un gatto» mi dice chiudendo la porta e accovacciandosi per accarezzarlo «si, gli voglio un grande bene, è come un figlio» lui annuisce mentre continua ad accarezzargli la testa «è molto affettuoso» afferma alle fusa che Felix continua a fare.

Sorrido alla vista del mio gattone e poi mi dirigo verso il telefono di casa «puoi appendere qui il giubbotto» gli mostro l'appendice abiti vicino la porta. Lui annuisce alzandosi e togliendosi quell'indumento.

«ordino le pizze?» gli domando sedendomi sul divano. Lui mi raggiunge ad annuisce.

«che pizza vuoi?» mi giro verso di lui senza ricevere nessuna risposta. Non ricevo nessuna risposta neanche nei secondi a venire perché le sue labbra sono sulle mie. Non rifiuto il bacio e ricambio con foga.

Ricambio come se non volessi pensare a Nic, perché forse un po' mi piace il suo essere geloso, ma allo stesso tempo non voglio essere sotto il suo controllo.

Lautaro si stacca un po' da me e poi mi prende per i fianchi, posandomi sulle sua ginocchia «posso?» mi domanda posando una mano sulla cerniera della mia felpa della Nike. Annuisco riposando le mie labbra sulle sue.

Poi è il mio turno. Con leggerezza gli sfilo la maglietta e insieme cominciamo a fare questo gioco. Un bacio. Un po' oltre. Un altro bacio ancora. Andiamo più oltre.

Alla fine è questo quello che vogliamo entrambi, non una relazione.

Sei sempre stato tu! || Nicolò Barella || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora