29 Settembre 2021
Mi guardo un'ultima volta allo specchio e prendo chiavi della macchina e di casa prima di uscire definitivamente dalla porta. Apro la mia macchina e mi ci fiondo dentro.
Subito mi metto in moto e mi dirigo verso il bar in cui abbiamo deciso di incontrarci io e Lautaro.
Nicolò non è più venuto a casa a prendere il cellulare, forse gli allenamenti si saranno prolungati. Fatto sta che il cellulare di Nic è nella mia borsa, in caso dovessi allungarmi da lui e portarglielo di persona.
Dopo pochi minuti e tra una chiacchierata avuta con me stessa, eccomi arrivata al bar.
Parcheggio la macchina e poi osservo l'interno del bar «ha bisogno di aiuto?» da me viene un ragazzo, probabilmente mi ha vista spaesata «non si preoccupi, cercavo un amico, ma credo che non sia ancora arrivato» lui annuisce «siete in due?» questa volta ad annuire sono io.
Il ragazzo mi porta in un bel angolino del bar e mi lascia sistemare li «la ringrazio» lo saluto e poi scrivo un messaggi a Lautaro spiegandogli che sono arrivata.
Nonostante non sia ancora arrivato, non tarda a rispondermi dicendomi che tra cinque minuti sarebbe stato da me. Allo stesso tempo il mio cellulare inizia a squillare.
In un primo momento non vorrei rispondere perché il numero non è segnato, poi penso che potrebbe essere Nic e quindi rispondo «pronto?»
«Gin, sono Nicolò, ho dimenticato il cellulare da te, ci sei a casa?» vorrei sorridere nel sentire la sua voce eppure lo sento distante «no, però l'ho portato con me, dopo passo a casa se per te non è un problema» mi alzo da divanetto e faccio segno con la mano all'argentino che sta arrivando «no che non è un problema Gin, perché mai dovrei?» la sua voce sembra essere così comprensiva «perché ti sentivo strano, non voglio che sia successo qualcosa» inizio con dire.
«non vorrei che io ti avessi fatto qualcosa» guardo il ragazzo che ormai si trova davanti a me. Lo saluto con una mano e lui ricambia «Ginevra devi stare tranquilla, non è successo assolutamente niente di male, sono solo stanco, è stata una giornata pesante» annuisco «senti ci vediamo dopo altrimenti non rivedrai mai il tuo cellulare» lo sento ridere e ci salutiamo.
«scusami» guardo Lautaro e poi mi avvicino per salutarlo «no, stai tranquilla» ci sediamo uno di fronte all'altro «volevi parlarmi» mi sorride «anche io volevo farlo» annuisco e mi sistemo un po' sul divanetto «Lautaro, non vorrei ferirti quindi ti prego, dimmi che non è niente di romantico» lui sorride e poi si passa una mano fra i capelli «no, stai tranquilla» chiudo gli occhi e mi mordo un labbro.
Prima che cominci a parlare, ecco che il ragazzo di prima torna «volete ordinare?» Lautaro annuisce «per me un Negroni e per la ragazza qui con me...» l'argentino mi guarda «uno Spritz» il ragazzo va a preparare i nostri ordini e io e Lautaro restiamo nuovamente soli.
«in realtà volevo confidarmi con te» lui scuote la testa «non capisco, non puoi parlarne con Nicolò?» scuoto la testa in senso di negazione «perché riguarda lui» annuisce «vado dritta al punto» mi schiarisco la gola «qualche anno fa mi piaceva da impazzire Nicolò, questo sentimento pensavo fosse svanito, ma forse mi sono resa conto di avere ancora un forte legame sentimentale con lui che non ha mai ricambiato, in realtà»
Lautaro sorride e annuisce «cosa ti fa credere che lui non possa provare niente per te?»
«mi sono dichiarata a lui tempo fa, mi ha chiaramente detto di restare amici» lui mi guarda «sei sicura? Perché se devo dirla tutta-» la nostra conversazione viene interrotta dall'arrivo del nostro aperitivo. Entrambi ringraziamo e veniamo nuovamente lasciati soli «quello che vedo tra te e Nicolò non sembra un semplice rapporto tra due amici, lui è molto protettivo nei tuoi confronti » da un sorso al suo Negroni «a dirla tutta io credevo che foste una coppia»
La patatina per poco non mi va di traverso «non restarne sorpresa, lui è geloso di te, ti guarda come se fossi il suo gioiello più prezioso, ti mangia con gli occhi Ginevra» mi mordo il labbro «queste cose fanno parte delle ragioni del perché ho forse capito di provare ancora dei sentimenti verso di lui» lui continua a sorridere «ma infatti tu non fai da meno»
«in che senso?» gli chiedo mentre sorseggio il mio Spritz «ti comporti nel suo identico modo quando lui parla di te o guarda te» ingoio un groppo «anche io proverei dei sentimenti forti per qualcuno del genere» continua a bere il suo drink «è una cosa bella»
Sorrido «solo che lui mi vede come una sorellina» scuote la testa «non vorrei dire cose senza sapere, ma io indagherei se fossi in te»
«io non so cosa tu possa avergli detto ieri sera, ma stamattina era felicissimo Ginevra, davvero» arriccio il naso «anzi, faccio finta di non sapere» mi guarda di sottecchi con un sorriso malizioso e io sento le guance andare a fuoco «gli potresti aver lasciato qualcosina sul collo, fai attenzione la prossima volta» scoppiamo a ridere «grazie Lautaro, grazie mille»
«ora dimmi tu, di cosa volevi parlarmi?» lui sorride «niente di che, è una sciocchezza» mangia anche lui una patatina «ho deciso di prendere un cane» chiude gli occhi.
Mi mordo l'interno guancia non sapendo cosa rispondere «ottima idea» gli alzo un pollice in su quando riapre gli occhi e poi scuote la testa «si insomma, un cane è una bella decisione, per questo volevo un consiglio, secondo te?»
«credo che se a te piacciono i cani perché no?» gli sorrido «se ti migliorerà le giornate vale la pena»
«è per questa ragione che mi piaci Ginevra, sei genuina, buona» si morde il labbro proprio come avevo fatto io pochi istanti fa «parla con Nicolò e fammi sapere, sono curioso»
Sembra quasi che la storia del cane non sia reale e che in realtà non voleva parlarmi di questo, l'ho percepito dai suoi gesti mentre me ne parlava, però non posso insistere.
«si, appena capirò qualcosa ti faccio sapere, tu fammi sapere per il cagnolino» gli sorrido mentre mi alzo «dove stai andando?» mi domanda prendendomi delicatamente per il polso «vado un attimo in bagno»
A passi lenti mi avvicino alla cassa «vorrei pagare il conto del tavolo dieci» trovo lo stesso ragazzo di prima «ecco a lei» pago e lascio anche una mancia per lui il quale mi ringrazia.
Torno da Lautaro «io devo andare, Nicolò ha dimenticato il cellulare da me e lo sta aspettando» gli dico mentre gli mostro il telefono del sardo «stai tranquilla» si alza anche lui.
Cominciamo a camminare «vado un attimo a pagare» gli prendo il polso «non ti preoccupare» Lautaro mi guarda male «avevo detto che avrei pagato io ala nostra prossima uscita» mi sorride «non dovevi»
«e invece si che dovevo» gli occhi di Lautaro brillano ancora di più a causa del sole che sta tramontando, i raggi illuminano il suo sguardo «ci sentiamo più tardi» lo saluto.
Esco fuori dal bar con il fiato a mille e corro nell'auto.
Chiudo gli occhi per un istante che però sembrano interminabili minuti.
Grazie Lautaro.
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Sei sempre stato tu! || Nicolò Barella ||
RomantizmLa vita va vissuta appieno, senza perdersi in piccole parti insignificanti. Lei, Ginevra, lo avrebbe sempre pensato e nessuno potrebbe mai toglierle questo suo punto di vista. Ginevra sembra un po' una bambina sognatrice, nonostante i suoi quasi ven...