Capitolo 19: gioco

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29 Settembre 2021

I miei occhi sono fissi sul soffitto.

Magicamente il soffitto è diventato la cosa più interessante da guardare nella mia stanza.

Da un paio di ore sono tornata a casa dalla cena con gli altri e i miei pensieri sono fissi sul discorso di Nicolò.

Non ci capisco più niente.

Il suo atteggiamento mi sta mandando in confusione il cervello e allo stesso tempo non faccio altro che pensare a lui.

Cosa voleva dire il suo discorso?

È geloso? Si

Ma perché? Ho sempre fatto sesso con Rafael, non aveva problemi. Ho fatto sesso con altri ragazzi e non aveva questo problema. Perché con Lautaro si?

In ogni caso non capisco la sua fottuta esagerazione.

Lui può farlo con qualsiasi ragazza gli capiti davanti e con me si incazza?

Giuro che un giorno di questi lo strangolo.

Sbuffo mettendomi pancia in giù sul letto. Mi giro e mi rigiro cercando di trovare una posizione comoda, ma non riesco.

Sospiro alzandomi dal letto e andando verso la cucina, forse il gelato mi farà calmare.

Non ho fatto restare neanche Lautaro, ha capito che fosse successo qualcosa tra me e Nic, non ha voluto chiedere nulla e lo ringrazio per questo, ma non potevo farlo restare.

Prendo la vaschetta di gelato al pistacchio e me la porto sul divano accendendo prima la lampada e poi il televisore.

Dovrei dormire, ma non riesco.

Dovrei riposare, ma non riesco.

Tutto questo a causa di uno stupido ragazzo sardo che si deve mettere nelle mie relazioni senza nessun motivo valido.

No, adesso sclero.

Prendo il cellulare che avevo posato precedentemente sul tavolino e apro la chat di Nicolò.

Clicco il piccolo microfono per fare un messaggio vocale «adesso parlo io»

«fammi capire qual è il tuo cazzo di problema, mi hai rovinato una serata Nico. Si sia con gli amici che una serata di sesso. Voglio capire le tue cazzo di motivazioni, voglio capire perché non ti fai una manciata di cazzi tuoi su chi mi porto a letto. A te cosa interessa? Ti da fastidio che Lautaro sia un tuo comodi squadra? Ok me ne trovo un altro, ma non intrometterti nella mia vita sessuale che, apro e chiudo parentesi, non ho. Solo per averlo fatto un paio di volte con lui non significa che adesso ci sposeremo e avremo dei figli. Volevo svagare un po' e lui me l'ha fottutamente concesso» gli invio l'audio senza pensarci due volte.

Tempo tre secondi che ne registro subito un altro «e poi fammi capire questa storia. Vuoi fare tu sesso con me? Non siamo migliori amici con benifici Nicolò, cosa ti salta in mente? Cosa significa questa cosa? A me non passerebbe mai per la testa di vietarti di andare con delle ragazze a causa della mia gelosia. E sai Nicolò quanto cazzo sono stata gelosa da ragazzina che ti sbavavo dietro» mando anche questo e spengo definitivamente il cellulare senza neanche controllare se lo visualizza e se li ascolterà nei prossimi cinque minuti.

Questa situazione mi è sfuggita di mano, però adesso posso andare a dormire tranquilla.

Prendo il gelato e lo poso nel condizionatore. Spengo lampada e televisione e poi me ne vado dritta nella mia stanza.

Mi tuffo sotto le coperte, distendendomi su un fianco e poi cerco di addormentarmi.

La mia calma però dura pochi piccoli istanti perché dopo cinque minuti sento il campanello suonare.

«ma chi cazzo viene alle tre del mattino» è così, prima di andare a controllare chi sia, osservo prima se sul letto Felix è li che dorme, rasserenandomi del fatto che lui sta beatamente dormendo e che non si scappato.

Come se potesse bussare alla porta

Scuoto la testa e poi butto l'occhio sullo spioncino della porta.

Osservo la figura di Nicolò e così libero la porta da lucchetto. Apro la porta.

Il suo sguardo è già su di me «che ci fai qui?» entra e chiude la porta «qualcuno mi ha inviato degli audio» mi indica il suo cellulare «ne parliamo domani, ho sonno»

Lui scuote la testa «no, ora ne parliamo»

Nicolò si toglie la felpa restando con una maglietta a mezze maniche e poi si va a sedere sul divano «vieni»

Titubante lo seguo e mi siedo su una poltroncina quasi di fronte a lui «Ginevra quello che forse tu non hai capito è che per quanto tu possa essere la mia migliore amica» comincia a guardami «mi fai un certo effetto» e poi a guardare se stesso.

Guardo la parte del suo corpo che sta guardando e sento le guance andarmi a fuoco «sai, sono un ragazzo anche io» sento nuovamente il suo sguardo su di me «ti ho vista crescere, sono stato presente in ogni anno della tua vita, ho visto crescere il tuo corpo Ginevra» si alza «improvvisamente sei diventata una donna, bellissima in ogni suo punto» si avvicina piano piano a me «e non poterti toccare in quel modo fa male» si morde il labbro.

Sento il cuore che sta uscendo fuori dal petto «ecco tutto» fa un sorriso tirato e si allontana.

e non avrei neanche finito qui il discorso

Lo sento sussurrare, ma non chiedo niente a riguardo perché è come se questa frase, in fin dei conti, non l'avessi realmente sentita.

Mi alzo dalla poltrona e mi avvicino a Nicolò che si trova, oramai, in piedi vicino al divano «scusami Gin» mi passo la lingua sulle labbra e poso le mie mani sulle sue spalle facendolo sedere sul divano.

Alza lo sguardo per guardarmi «non mi aiuti così» neanche il tempo di fargli finire la frase che apro le gambe e mi metto a cavalcioni su di lui posando la mia fronte sulla sua «cosa fai Ginevra?» la sua voce trema.

«qualcosa che là me quindicenne avrebbe apprezzato» gli lascio un bacio sulle labbra e poi lo guardo dritto negli occhi. Vedo Nicolò trattenere un sorriso.

La mia bocca si posa nuovamente sulla sua, ma questa volta il bacio è più acceso «Ginevra» sento perfettamente la sua eccitazione.

Le mie mani si posano sull'orlo della sua maglietta e poi pian piano gliela sfilo. Successivamente le mie mani toccano il suo addome e scivolano sempre più in basso, fino ad arrivare alla cintura dei suoi jeans.

«Nic» sussurro al suo orecchio «facciamolo» lo guardo intensamente negli occhi «ne sei sicura?» annuisco lasciandogli l'ennesimo bacio sulle labbra.

Nicolò non se lo fa ripetere due volte. Mi sbottona anche lui il giacchetto continuando il nostro piccolo gioco.

Sei sempre stato tu! || Nicolò Barella || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora