7 : 𝓣𝓸𝓻𝓻𝓮 𝓭𝓮𝓵𝓵'𝓞𝓻𝓸𝓵𝓸𝓰𝓲𝓸

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1 ottobre 2019

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1 ottobre 2019

Ayla Baston amava il giorno, la luce, il sole.
Odiava la notte, il buio, l'ignoto.
Ma quella notte la stava amando. Come non aveva mai fatto prima. Quella notte, settembre se n'era andato lasciando spazio ad ottobre.
Non aveva mai amato settembre e gli eventi capitati quell'anno glielo avevano fatto odiare ancora di più.

"Potrà mai esserci fine al peggio?" si domandava. Ma conosceva la risposta. E non le piaceva per niente.

Quella notte la Torre dell'orologio le stava tenendo compagnia. Il suo respiro andava quasi a tempo con il ticchettio del grande orologio.

Ayla guardava gli ingranaggi. E pensava. Pensava. Pensava agli ultimi giorni. A sua madre all'ospedale. Al senso di panico provato. Al discorso con Fred. Al Quidditch. Alla litigata con James appena comparsa nell'ufficio della preside il pomeriggio precedente.

Sentì un formicolio alle mani ripensandoci.

«Signorina Baston non la aspettavo così pres... Ayla tutto bene?»

La voce della preside McGranitt si era addolcita radicalmente. La ragazza aveva in volto un'espressione spaesata, triste.
Minerva si allontanò da lei «Prendi un biscotto cara» ma Ayla rifiutò.
Sapeva bene, anche per esperienza, che quelli erano i biscotti peggiori mai mangiati in vita sua.

«È successo qualcosa?»
«Io...» prese un respiro.

Valeva la pena raccontare tutto e liberarsi una volta per tutte di tutto quell'enorme peso? Poteva fidarsi? Avrebbe capito?
«Spero di sì»

«No, non è successo niente ma...»

Non trovava le parole. Era difficile. Era difficile spiegare tutto. Ma doveva provarci.

«È successo tempo fa e ancor...»

Uno scoppiettio interruppe la conversazione.

Ayla neanche realizzò chi fosse appena comparso nella stanza.

«Ti rendi conto di essere stata una stronza prima?» nella sua voce c'era rabbia. Lo si sentiva anche a distanza.
Ma il tono di Ayla fu più tagliente nel pronunciare «Non sai niente Potter... meglio se stai zitto»
«No, non quando tratti male le persone... te ne sei andata, così senza neanche salutare»
«Non parlare di cose che non conosci»

La Baston, con il viso duro, si avvicinò alla porta, stringeva i pugni e nella sua mente contava. Contava per trattenersi.

Uno.

James non sapeva niente.

Due.

Non doveva parlare.

Tre.

Non doveva neanche pensare.

Quattro.

Migliore || James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora