27 : 𝓡𝓮𝓼𝓽𝓪𝓻𝓮

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26 settembre 2020

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26 settembre 2020

Cosa diavolo le era saltato in testa? Le selezioni? Il panico aveva il pieno controllo del suo corpo.

Se fosse caduta dalla scopa? Se avesse preso un bolide in testa? Se avesse fatto una brutta figura davanti a tutti? 

Avrebbe abbandonato la scuola a settembre. Ne era più che convinta.

Ma cosa sarebbe stato peggio? Fallire davanti a tutti oppure non presentarsi facendo credere a tutti che se la stava facendo sotto? Tra le due... una peggio dell'altra.

Erano appena le 5 del mattino, non aveva chiuso occhio. Così decise di uscire per correre un po' e rintanarsi poi nel bagno dei prefetti. Pensava così di rilassarsi.

Per tutta la giornata la testa di Ayla vagò da altre parti. Si trovò a Londra, a Parigi, a New York e perfino a Kyoto. Non sapeva come fosse arrivata dall'altra parte del mondo, ma sicuramente qualsiasi luogo era meglio dei banchi a Hogwarts in quel momento. 

Non aveva prestato attenzione neanche a una parola di un singolo professore, non era da lei, ma come biasimarla? Il suo rapporto con suo padre dipendeva da questo, o almeno, Ayla ne era convinta perché non aveva mai parlato a cuore aperto con Oliver. Ogni volta che veniva nominato il Quidditch, e soprattutto il Quidditch a Hogwarts la gola si seccava, le parole non uscivano dalla bocca e l'unica cosa che voleva fare era chiudersi nella sua stanza.

Ancora aveva in mente il volto di suo padre quel giorno al secondo anno. Anche se con il tempo l'immagine iniziava a sbiarsi e forse erano le sue lacrime di quel tempo a renderle il ricordo frastagliato.

Il pomeriggio arrivò. 

"Ci siamo. O la và o la spacca". 

Indossò la divisa, un po' arrangiata, impugnò la scopa e scese in campo.

Gli spalti erano piuttosto pieni. Non immaginava che alle selezioni assistesse così tanta gente. Ormai l'avevano vista, non poteva più tirarsi indietro.

Una parte di lei voleva cercare i membri della sua famiglia tra gli spettatori, ma aveva paura di peggiorare la situazione. Così guardò diritto, raggiunge il resto dei grifondoro e prese un respiro profondo.

James era davanti a tutti, insieme ad altri tre componenti della squadra. Ciò significava che restavano tre posti liberi e, forse, qualche riserva. Iniziò a parlare, si presentò e presentò i suoi compagni. Cosa un po' inutile dato che chiunque conosceva i loro nomi. Ma James era così formale.

"Tipico".

"Vi metteremo alla prova... non sarà facile. Vogliamo portarvi all'estremo per vedere di cosa siete capaci. Sarà un campionato difficile quello di quest'anno e voglio, vogliamo, a tutti i costi vincere. Se non siete intenzionati a impegnarvi, se credete che questo sia solo un banale gioco, potete riporre il vostro manico di scopa e godervi lo spettacolo. Detto questo, buona fortuna a tutti" 

James era così sicuro di sé. Parlava con una sicurezza che Ayla non gli aveva mai visto a dosso. Qualcosa si mosse nella pancia. 

"É solo ansia. Solo ansia".

Ayla salì sulla scopa e si alzò in aria. Iniziò a guardarsi intorno per capire bene gli altri partecipanti. Alcuni erano piccoli, altri traballanti. Poteva farcela. Poteva farcela. Ne era sicura, forse.

Iniziano a volare le diverse palle e il boccino. A quanto pare mancava anche un cercatore per la squadra. 

Le venne in mente il racconto di Harry di quella volta, la sua prima partita, in cui quasi ingoiò il boccino. Sorrise a quel ricordo. Era una storia che quando era piccola amava sentire.

Iniziò a vedere la palla rossa, la pluffa, roteare per il campo. Era il suo momento.

In un attimo la sfilò dalle mani di una ragazza poco più piccola di lei, scansò un bolide che per poco non le prese la testa, e arrivò all'anello. 

10 punti. 

Sentì della grida dagli spalti. 

"Posso farcela".

Riprese nuovamente la pluffa. Altri 10. Poi 20, 30, 40, 50. Aveva segnato cinque volte.

Ma anche gli altri avevano segnato.

La partita continuò per un tempo che ad Ayla sembrarono cinque minuti ma era più di un'ora e mezza che proseguiva. Molti giocatori erano stanchi, stremati, alcuni non erano neanche più in campo.

L'euforia di Ayla si calmò quando James gridò che la selezione era terminata.

Ayla fu l'ultima a toccare terra. Ma un senso di malessere le partì dal petto. Se non fosse entrata? Se avesse fatto schifo e qui 50 punti fossero stati solo un colpo di fortuna o il portiere li avesse fatti fare a posta?

"La Baston ci ha fatto il culo a tutti" sentì quando si avvicinò agli spogliatoi. 

Ayla si nascose dietro la porta in preda a una crisi. Non si era sentita abbastanza brava per la squadra.

Le parole le arrivarono ovattate e la situazione non cambiò fino a quando non si svuotò completamente la saletta.

"Godric che vergogna" si ripeteva "Ho fatto schifo cazzo!"

Con un grido prese a pugni l'armadietto alla sua destra.

"Ti sei fatta male?"
"Esci da qua" disse fredda lei senza alzare lo sguardo dalla mano rossa.
"Ti sei fatta male?"
"Sei sordo? Vattene cazzo"

Si stava innervosendo.

"Santa Priscilla Potter esci da questo cazzo di spogliatoio" gli gridò contro. Era nervosa. Non poteva farne a meno, soprattutto con lui e quel suo tono di voce così calmo che il quel momento la fece innervosire ancora di più.

"Sei stata bravissima prima in campo"
"Bella battuta Potter" fece una smorfia.
"Sono serio, Ayla"

Lei rise sarcasticamente "Vattene James"

Lui si accovacciò per terra, davanti ad Ayla "Fammi restare perfavore"

James la guardava; la guardava con occhi dolci, un po' tristi, come se la delusione che lei stava provando per se stessa in quel momento, l'avesse trasmessa su di lui.

"Ti fa male la mano?"
"No"
"Non fare la dura... chiunque si sarebbe fatto male con un pugno del genere" rise leggermente.

Ayla nascose un mezzo sorriso "Forse un po'"

Lui le disse di non muoversi e nel giro di qualche minuto tornò da lei con un panno e una busta di ghiaccio.

Rimasero in silenzio. James si mise seduto di fianco alla ragazza poggiando la testa sul muro.

"Vedi di non farti più male"
"Come se cambiasse qualcosa"
"La nostra nuova cacciatrice deve essere in forma per la partita che giocheremo tra due settimane"
"Non è divertente Potter"

"Mai stato più serio"

Migliore || James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora