29 : 𝓒𝓸𝓷𝓯𝓮𝓼𝓼𝓲𝓸𝓷𝓮

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27 settembre 2020

"Tra di noi?"

Ayla aveva pronunciato quelle parole senza neanche pensarci. Si rese conto che quella fosse una domanda stupida ma era ciò che sentiva. 

Milioni di domande le frullarolo nella testa, mentre James, di fianco a lei che la guardava senza distogliere lo sguardo, non parlava.

Cosa avrebbe dovuto dire in quel momento? Che ogni tanto sperava che ci fosse un noi? Che ultimamente le stava risultando difficile pensare a qualcosa che non fosse il suo tocco? Che nonostante la dichiarazione di Fred, riusciva solo a pensare a loro due che dormivano insieme? Che si sentiva nervosa quando stavano insieme ma che allo stesso tempo si sentiva in pace? Come poteva spiegargli quella sensazione?

Di certo non poteva dire tutte queste cose a James Sirius Potter. Sarebbe morta prima di pronunciare anche solo uno dei suoi pensieri.

Così sviò.

"Sì, intendo noi due in squadra, per vincere il campionato"
"Sì". La sua risposta fu secca. Tagliente.

Qualcosa nell'aria si spezzò. O forse era il cuore di Ayla. Si era legata le mani da sole.

Aveva combinato un casino. Se ne stava rendendo conto. Ma come poteva dire a James, la persona che aveva più detestato negli ultimi, che era riuscito a smuoverle qualcosa dentro? 
Ayla era convinta che le avrebbe riso in faccia, che l'avrebbe rifiuta. E non poteva sopportare un rifiuto. Non da parte sua.

Probabilmente si sarebbe pentita delle sue parole, ma non voleva rischiare. Non così tanto.

"Io... io credo che me ne andrò a dormire".

Senza dire altro lui si alzò.

Che fare adesso?

Iniziò a scendere le scale. Un gradino. Un secondo. Un terzo.

Okay. Basta.

"Al diavolo" borbottò Ayla.

Di tutta furia si alzò dal pavimento dove James l'aveva lasciata sola. A passo svelto raggiunse la porta. Un gradino. Un secondo. Un terzo.

Ma James era già al decimo.

"Maledizione Potter vai piano" gridò. 

Il ragazzo in quel momento si fermò. Non aveva sentito nessun passo.

"Ayla" disse fermandosi "Stavo andando nel dormitorio"
"Lo so dove stavi andando Potter" sbuffò lei trattenendo un sorriso.

Lui iniziò a balbettare: "Ayla... io non ti capisco. Un momento sei dolce, i tuoi occhi mi guardano, cambiano e io impazzisco, poi ti chiudi completamente e mi rispondi male. Io esco fuori di testa ogni volta! Perché? Perché ti comporti così con me?"

"Impazzisci?" lo prese in giro.

"Ah fanculo Ayla, vado a dormire" 
"Per una volta che faccio la simpatica... tu devi fare il guastafeste fifone"
"Fifone?" James divenne rosso in faccia.

Rabbia o imbarazzo?

"Non sono fifone. Rischio sempre quando sono con te, per te. Rischio di rovinarmi l'umore, la giornata, eppure ci provo lo stesso perché davvero voglio avere un minimo di rapporto con te ma ogni volta che facciamo un passo avanti poi tu ne fai due indietro. Spiegami il motivo. Spiegami perché mi detesti tanto! Spiegamelo perché io non l'ho capito e sono anni che ci provo, sono anni che provo a capirti e capire quello che può essere successo e ogni volta arrivo solo alla conclusione che sei una cazzo di lunatica"

Ad Ayla si spense il sorriso. Se prima stava scherzando, adesso aveva perso tutto il buon spirito.

"Vuoi sapere perché mi comporto così con te? Vuoi saperlo? Bene. Ti dirò la cazzo di verità Potter. Tu non hai idea di come sia vivere nella tua ombra. Non hai idea di quello che si prova a vedere tuo padre guardare il figlio di un'altra persona desiderando di esserne il padre. Non hai idea di cosa ho provato io tutti questi anni sentendo mio padre elogiarti perché sei il migliore. Il migliore a scuola, il migliore a Quidditch, il miglior capitano degli ultimi anni. Il migliore in tutto. E mi sono stancata di vedere mio padre deluso mentre mi guarda perché vorrebbe che io fossi te. Quando ero più piccola ci facevo meno caso, ma quell'anno, quell'anno in cui hai fatto la tua audizione al primo anno per entrare in squadra hai rovinato la mia vita. Mio padre era venuto per vedere me, vedere sua figlia entrare in squadra. Cosa è successo invece? Tu sei entrato in squadra. Io sono stata tagliata fuori. Da quel momento, non c'è stata mattina o sera in cui io non sia venuta al campo ad allenarmi da sola per poter dimostrare a mio padre di essere alla tua altezza. Ma tanto a te non interessa. A te interessa solo essere il migliore e sentirti sopra di tutti."

Stava gridando. Aveva gridato per tutto il tempo mentre piccole lacrime le scendevano. 

"E la cosa che più mi brucia è che nonostante tutto questo male io provo qualcosa per te! E mi illudo ogni volta che per te sia lo stesso. Quando mi chiedi di vederci, quando ti avvicini, mi parli, mi tocchi. Io mi illudo. Ma sicuramente a te fa piacere avere l'ennesima ragazza che ti corre dietro."

Aveva detto la verità. 

Aveva detto per la prima volta la verità. E l'aveva detta a James Sirius Potter. 

Si sentiva una stupida per aver buttato tutto fuori. Ma non ce la faceva più. Non riusciva più a guardare James e stare male. Con la costante paura di essere derisa o sminuita. 

Certo, Potter non aveva colpe in questa storia ma era a causa sua tutto il suo malessere.

Il ragazzo continuò a guardarla, senza proferire parola.

Così Ayla lo sorpassò e si lasciò James alle spalle, senza voltarsi, senza aspettarlo.

Non voleva sentire neanche una parola da parte sua, non era quello il momento. Adesso era solo il momento di mettersi a letto e cercare di dormire. Voleva dormire per non pensarci, per ignorare tutte le voci che le giravano per la testa che le dicevano di non essere abbastanza e che non sarebbe mai stata abbastanza. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 01 ⏰

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Migliore || James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora