Capitolo 1

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Contro ogni aspettativa, Hermione Granger non era la ragazza che tutti pensavano di conoscere. Ha sempre fatto quello che gli altri si aspettavano, senza mai infrangere l'immagine della perfetta ragazza che avevano creato su misura per lei. Aveva spinto e rispinto le sue passioni e i suoi desideri così in profondità da averli sotterrati tra i cumuli di negatività a cui era stata sottoposta nei precedenti anni. Aveva fatto quello che doveva, sforzandosi di andare avanti e continuare a combattere al fianco dei suoi amici anche quando ogni fibra del suo corpo le urlava di scappare lontano da tutti, arrendendosi. Ma il termine della guerra non avrebbe posto fine alla sua sofferenza e mentre guardava le persone intorno a lei celebrare la vittoria, era scappata dal campo di battaglia, esausta e dolorante. Per la prima volta sapeva con certezza di aver preso la giusta decisione scegliendo di mettersi al primo posto, e con questo pensiero continuò ad avvicinarsi sempre di più alla libertà, dirigendosi di soppiatto fuori Hogwarts. Con una rapida occhiata intorno per assicurarsi di essere sola, si smaterializzò nella casa dei suoi genitori. Sapeva di non poter rimanere lì troppo a lungo, poiché una volta che i Weasley si fossero accorti della sua mancanza, sarebbe stato il secondo posto i cui l'avrebbero cercata. Guardandosi intorno, sorrise amaramente al triste involucro che era diventato la sua casa. Andò dritta dove una volta si trovava la sua camera da letto e, sollevando l'asse del pavimento dietro la porta, afferrò quello che vi aveva nascosto dentro con cura. Sorrise tristemente alla fotografia davanti a lei: l'unica prova rimasta dell'esistenza della famiglia Granger. E dopo averla riposta nella sua borsa, sparì, così come era arrivata.

Aveva passato i giorni seguenti nascosta, viaggiando il più possibile. La bacchetta era riposta nella sua borsa con il fascino estendibile, inutilizzata. Non la usava per paura che i suoi amici avessero denunciato la sua scomparsa e sarebbero stati in grado di rintracciarla. Aveva preso parecchi mezzi babbani per allontanarsi il più possibile da Londra. Stava camminando velocemente per dirigersi verso la successiva fermata dell'autobus quando si fermò di colpo, incuriosita da un bar all'angolo. Sentiva la magia attirarla all'interno e dopo aver valutato i pro e i contro, prese un profondo respiro e vi entrò. Era silenzioso e, se non fosse per la donna anziana dietro al bancone, direbbe completamente vuoto. La donna alzò lo sguardo e dopo averla studiata le offrì un pasto caldo. Gli allarmi costantemente attivi nella mente di Hermione che la avvisavano del pericolo, erano inspiegabilmente spenti e senza pensarci due volte accettò. Merlino sapeva quanto ne avesse bisogno.
Mentre pranzava, fece due chiacchiere con la vecchia, conoscendola un po'. Notava come i suoi occhi si increspavano divertiti quando Hermione continuava a divagare su fatti che non centravano niente con il discorso ma non la rimproverò nemmeno una volta per questo, anzi, spesso si lasciava trasportare, unendosi alle chiacchiere della ragazza.

Quando Hermione ne ebbe il coraggio, chiese alla donna se avrebbe potuto aiutarla a cambiare i propri tratti con la magia. Lei obbedì senza fare domande, modificando il colore dei suoi capelli in un nero corvino, i suoi occhi in un celeste così chiaro da sembrare bianchi e modificando leggermente la fisionomia del suo viso, senza fare niente di troppo drastico.

<< Ragazzina, hai un posto dove andare? >> domandò la donna.

<< Troverò qualcosa, non sarà molto complicato. >> disse Hermione, con un'alzata di spalle. << Me la sono cavata negli ultimi giorni. >>

<< Potresti restare qui. >> offrì la proprietaria. << Non vorrei essere indiscreta ma sembri qualcuno che ha assolutamente bisogno di dormire per almeno una settimana. Da quanto sei in fuga? >>

<< Non ne ho idea, non mi sono fermata per più di un giorno tra un posto e l'altro e ad essere sincera non sono certa di sapere dove sono. >> disse Hermione, vergognosa. << Ti ringrazio per l'offerta ma non sono un tipo che si impone. >>

<< Guarda, al piano di sopra ho un appartamento inutilizzato da anni. Non è niente di che ma se volessi, potresti viverci per tutto il tempo necessario. >> insistette la donna, seria. << Non dovresti nemmeno pagare l'affitto, solo aiutarmi al bar ogni tanto. >>

<< Veramente? >> chiese la ragazza. << Sicuro di non causare nessun disturbo? >>

<< Veramente. >> affermò la donna.

<< Grazie mille! Non puoi capire quanto questo significhi per me... >> disse Hermione, bloccandosi quando realizzò di non conoscere il nome della signora di fronte a lei.

<< Zelma. >> si presentò divertita. << Il mio nome è Zelma e come dovrei chiamarti durante il tuo soggiorno qui, signorina Granger? >>

<< Come fai a sapere chi sono? >> chiese Hermione, rigida. Il panico l'assalì in fretta, guardandosi intorno alla ricerca di una via di fuga.

<< Tutti ti conoscono nel mondo magico e chi non lo faceva, sicuramente adesso lo fa. >> disse passandogli un giornale. Hermione sgranò gli occhi quando vide la sua foto in prima pagina, con la scritta scomparsa sopra. << Ma non preoccuparti, non dirò ad anima viva della tua presenza. Capisco quando qualcuno non vuole essere trovato e sembri capace di prenderti cura di te stessa quindi non vedo nessun problema. Sarai tu a decidere quando e se tornare a Londra. >>

<< Isabel. >> disse Hermione, dopo un momento di silenzio. << Vorrei che mi chiamassi così. >>

<< Bene, Isabel. >> annuì Zelma, sorridendo dolcemente. << Se vuoi ti mostro la tua nuova casa. >>

Hermione seguì l'anziana al piano di sopra. Il posto non era molto, proprio come le aveva detto, ma aveva tutto quello di cui Hermione aveva bisogno. Certo, avrebbe dovuto pulire più del dovuto ma avere qualcosa che mantenesse la sua mente occupata era proprio quello di cui aveva bisogno per affrontare i demoni che la perseguitavano. La donna sembrava aver capito le sue intenzioni e senza aggiungere altro, richiamò con un incantesimo tutto il necessario per la pulizia.

<< Non esagerare, cerca di riposare. >> disse la proprietaria del locale, posandole gentilmente una mano sulla spalla. << Se hai bisogno di qualcosa, sarò di sotto per le prossime due ore. Buonanotte. >>

Hermione annuì mentre continuava a guardarsi intorno. << Grazie mille, buonanotte. >>

<< Oh, benvenuta in Romania. >> aggiunse Zelma, lasciandola sola nel suo nuovo appartamento.

A new life (with you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora