Capitolo 2

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Era passato un mese da quando si era stabilita sopra allo Spitfire, il locale di Zelma, e ogni giorno che passava entrava sempre più in confidenza con la sua nuova vita. Nonostante la tranquillità delle ultime settimane, ogni sera, quando era avvolta dal calore delle proprie coperte, non riusciva a chiudere occhio. I terrori notturni continuavano a perseguitarla così spesso che le era diventato impossibile persino chiudere gli occhi per più di un'ora. Ed era proprio un'altra notte insonne che la portò dove era adesso: con occhi sgranati puntati al soffitto. Gli incubi sembravano peggiorare sempre più, diventando più vividi e dolorosi della notte precedente. Si mise a sedere, appoggiando la schiena nella testiera del letto. Scacciando le lacrime, afferrò il libro dal suo comodino ed iniziò a leggere, sperando che impegnando il suo cervello in qualcos'altro le orribili immagini che le infestavano la mente sarebbero svanite in fretta. Ma non fu così, e sbuffando, si alzò dal letto. Si diresse in cucina, con tutta l'intenzione di farsi una tazza di tè ma quando aprì il cassetto e vide le forbici, un'idea le balenò per la testa. Abbandonando l'idea della bevanda calda, andò in bagno e si guardò allo specchio, sorridendo amaramente alla persona che vide nel riflesso. Sotto tutti gli incantesimi usati per occultare il suo aspetto, trovava ancora delle tracce di sé stessa. Pensava che il suo nuovo aspetto, corrispondesse perfettamente a come si sentiva dentro. Tranne per un particolare: i suoi ricci ribelli. La ragazza timida ed impacciata che si nascondeva dietro alla massa quando si sentiva a disagio era andata via; aveva smesso di nascondersi anni fa, era diventata più forte e determinata e voleva che la donna davanti a lei rappresentasse questo. Dopo essersi bagnata i capelli, afferrò una ciocca e, senza la minima esitazione, la tagliò. Non ci fu nessuno shock iniziale, solo un'appagante sensazione di libertà. Cominciò a tagliare sempre di più, facendosi strada tra la sua folta chioma, osservando attentamente le ciocche cadere sul pavimento una dopo l'altra. Decise di fermarsi un po' sopra le orecchie, dandogli una forma ribelle ma curata. Quando terminò, si passò una mano tra i ricci corti che le adornavano il viso e annuendo si diresse nella cucina, dove preparò la colazione per lei e Zelma.

Quando la donna entrò nel locale, un'ora dopo, rimase sulla soglia ad osservare Hermione. << Direi che ti si addice. >> annuì prima di sedersi e addentare una fetta di bacon. << E grazie per aver preparato la colazione, è ottima come sempre. >>

<< Non avevo molto da fare, sono stata sveglia tutta la notte. >> disse Hermione, unendosi alla donna.

<< Incubi? >> chiese l'anziana, comprensiva.

<< Si, ho deciso di fare qualcosa di produttivo per distrarmi. >> disse Hermione. << Oggi riposati un po', mi occuperò io del grosso al bar. >>

<< Sei un tesoro. >> disse Zelma, addolcita. << Ma per quanto adori la tua compagnia sono preoccupata. Non avrai intenzione di occuparti di questo bar malandato per tutta la tua vita, vero? Finirai come me. >>

<< Non vedo cosa ci sia di male. >> ribatté Hermione, scrollando le spalle. << E sai benissimo che non ho intenzione di tornare a Londra, mi piace qui. >>

<< Beh, è un vero peccato che io non ti abbia detto di tornare lì ma di iniziare a decidere cosa vorresti fare della tua vita. >> disse la donna. << C'è qualche carriera che ti affascina? >>

<< Tutti si aspettavano che diventassi un auror, insieme ad Harry e Ron. >> sospirò Hermione. << Sai, continuare a combattere il crimine insieme come abbiamo sempre fatto. O che avrei studiato ardentemente per diventare ministro della magia. >>

<< Ed escludendo quello che gli altri si aspettavano da te, tu cosa volevi? >> domandò sinceramente Zelma.

Hermione boccheggiò. Nessuno le aveva mai chiesto una cosa del genere e si sentì estremamente a disagio quando se ne rese conto. La donna sembrava capire il suo conflitto interiore e placò i suoi dubbi, dicendole che ancora aveva tempo e che l'avrebbe aiutata a capire per cosa era portata.

<< Odio le ingiustizie. >> disse Hermione d'un tratto. << Che si tratti di umani o creature magiche non ha importanza, provo sempre quest'irrefrenabile impulso di trovare una soluzione che aiuti i diretti interessati. Avevo pensato di unirmi al dipartimento che si occupa della regolazione delle creature magiche. >>

<< E adesso non lo fai più? >> chiese Zelma.

<< Non ne sono sicura, credo mi piacerebbe diventare un guaritore. >> spiegò la ragazza. << Mi sento un po' incerta. Ho sempre seguito la strada che gli altri costruivano per me, senza mai discutere. Quindi, adesso che mi trovo a dover prendere una decisione così importante, mi sento frenata dalla paura di prendere quella sbagliata. Un altro problema è che per iniziare la scuola dovrei usare la magia ed il mio vero nome, questo implica venire trovata e non è una cosa che voglio. >>

<< Se il percorso da te scelto si rivela non essere adatto potrai sempre cambiare corso di studi; non sarai di certo la prima persona a prendere la decisione sbagliata sulla propria carriera. >> la rassicurò la donna. << Nel frattempo hai ancora qualche mese per poterci pensare e, se continui ad avere dei dubbi, ci informeremo sul corso di medicina. Ho un amico che lavora all'ospedale, potrei parlarci, spiegargli la nostra situazione e vedere cosa ci consiglia. Cosa ne pensi? >>

<< Un amico, eh? >> sogghignò Hermione.

<< Un mio carissimo amico. >> le sorrise la donna. << Non appena troveremo la soluzione sono certa che diventerai la migliore guaritrice del mondo e se dovessi fallire avrai sempre un posto qui. >>

<< Ci mancherebbe dopo tutte le modifiche che ho apportato al posto per renderlo più frequentabile. >> scherzò Hermione. << E ho fatto tutto senza magia, cosa che richiede un grande sforzo. >>

<< E devo ringraziarti per tutti i clienti che hanno iniziato a frequentare il locale anche se probabilmente è per la presenza dell'affascinante barista piuttosto che della pulizia del locale. >> la prese in giro la strega.

<< Oh, taci >> disse Hermione, prendendo i piatti dal bancone e portandoli al piano di sopra. << Quando torno, ti voglio lontana dal quel bancone. >>

<< Cacciata dal mio stesso locale. >> la prese in giro Zelma. << Cosa è diventata la mia vita. >>

<< Non scherzo, vecchia! >> urlò Hermione dalle scale. << Oggi ti riposerai e non ammetto obiezioni. >>

A new life (with you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora