Capitolo 5

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Dopo settimane relativamente buone, Hermione, si svegliò dalle poche ore di sonno che era riuscita a fare in preda al dolore. Le punture di un milione di aghi l'assalirono, perforando ogni centimetro della sua pelle ed irrigidendole i muscoli, riportandola indietro a quel giorno a Malfoy Manor. Si aggrappò saldamente al lenzuolo, l'unica cosa che le ricordava che non si trovava più in quel luogo orribile, che era sopravvissuta. L'agonia era debilitante. Sentiva come se ogni parte di sé la stesse abbandonando, rinunciando alla vita. La vista iniziò ad annebbiarsi ai bordi, oscurandosi quando il tormento divenne così atroce da darle l'illusione di stare per essere squarciata in due. Una fitta abbastanza potente le fece perdere il controllo e con un singhiozzo soffocato -il primo di molti altri- che cadeva dalle sue labbra, urlò.

Quando tutto cessò, rimase immobile sul letto. Si raggomitolò su sé stessa, abbracciando il proprio corpo nella speranza di riuscire a darsi la parvenza di un po' di calore umano. Ma la consapevolezza che questo dolore fantasma sarebbe stato sempre con lei, che l'avrebbe raggiunta inaspettatamente, cogliendola di sorpresa e destabilizzandola completamente era troppo da sopportare. La colse la malinconia, accompagnata da una dolorosa stretta al petto, e guardando l'incisione sul proprio braccio capì che alcune cose non sarebbero mai più tornate come prima.

Avrebbe potuto rimanere a letto tutto il giorno a riposare ma sapeva che aveva bisogno di distrarsi, altrimenti sarebbe rimasta tutto il tempo a rivivere quei tetri ricordi. Quindi, con tutta la forza d'animo che possedeva, si alzò dal letto. Ovviamente la sua sfortuna non ebbe fine quel giorno, poiché quando scese al locale, lo trovò gremito di gente. Dirigendosi lentamente verso il bancone, iniziò a lavorare senza preferire bocca con nessuno, se non per chiedere ai clienti cosa gradivano.

<< Ragazza, sembri un disastro! >> urlò Jeremy, avvicinandosi al bancone. << Cosa è successo? Sembra tu sia appena uscita da una lotta con un drago. >>

<< Grazie mille. >> alzò gli occhi al cielo, Hermione. << E pensi sia uscita vincitrice da questa lotta? >>

Jeremy si avvicinò ad Hermione, scrutandola attentamente. << Assolutamente, credo tu gli abbia fatto il culo. >>

<< Smetti di flirtare con la povera ragazza, la spaventerai. >> disse Andrew. << E sicuramente oggi non ha tempo per le tue sciocchezze. >>

<< Non ci sto flirtando! >> disse Jeremy, indignato.

<< Buono a sapersi, non vorremo che il tuo cuoricino si spezzasse quando ti rifiuterà. >> ghignò Andrew.

<< Magari io potrei aver spezzato il suo affermando che non ci stavo provando. >> disse Jeremy, provocando le risate del gruppo dei domatori.

<< Credimi, in questo momento il mio cuore è l'unica cosa che non mi procura dolore. >> disse Hermione, distrattamente, mentre serviva dei clienti e non notando gli sguardi confusi dei suoi nuovi amici.

<< Isabel! >> urlò Zelma, facendola sobbalzare. << Cosa pensi di star facendo? >>

<< Lavoro? >> chiese Hermione, speranzosa.

<< Non se ne parla, sali di sopra. >> disse l'anziana duramente. << E quando chiuderò, mi dirai perché non mi hai chiamata quando hai avuto una crisi. >>

<< No, non puoi farmi questo. >> la supplicò Hermione, in preda al panico. << Per favore, è l'unica cosa che mi impedisce di impazzire. >>

<< Sono preoccupata per te. >> ammise la donna, osservando preoccupata le mani della riccia contrarsi per gli spasmi.

<< Non è niente che si possa risolvere, dovrò solo imparare a conviverci. >> scrollò le spalle Hermione.

<< Potrei portarti da quel mio amico a vedere se può risolverlo. >> propose speranzosa, Zelma.

<< È fottuta magia nera, nemmeno un miracolo può guarir... >> disse Hermione, innervosita.

<< Non mi importa niente se la ragazza trema come se fosse perennemente sottoposta alla maledizione cruciatus, serviteci da bere! >> urlò un ubriacone interrompendo la conversazione.

Dopo quell'affermazione, il silenzio riempì la stanza. Il tempo sembrava essersi fermato per Hermione mentre tutti gli occhi erano puntati su di lei, lanciandole sguardi pieni di interesse e pietà. Questo non doveva succedere, pensò, mentre indietreggiava sempre di più, terrorizzata. Quando raggiuse la porta che portava al piano di sopra la spalancò e vi entrò dentro, lasciandosi tutti gli altri alle spalle.

Charlie, restato in silenzio per tutto il tempo, si alzò dallo sgabello e si diresse verso l'uomo. Lo afferrò per la maglia e lo gettò malamente fuori dal locale prima di avviarsi verso le scale che portavano all'appartamento di Hermione. Ma la strada gli venne sbarrata da Zelma.

<< Dove credi star andando? >> domandò la donna, con le mani poggiate sui fianchi.

<< Per quanto in questo momento somigli a mia madre, sto per andare a vedere come sta Isabel. >> disse Charlie.

<< Non credo sia una buona idea. >> disse la donna.

<< Un tentativo non ha mai ucciso nessuno. >> disse il rosso, superandola. Una volta davanti alla porta dell'appartamento, bussò e attese una risposta da parte della ragazza.

<< Zelma, sto bene. >> disse Hermione. << Credo rimarrò qui per oggi, è trapelato troppo e non posso permettere alla gente di sapere la verità. >>

<< Non credo dovresti dare questa soddisfazione alle persone. >> disse Charlie, dall'altro lato della porta.

<< Non sai di cosa stai parlando, dovresti lasciarmi da sola. >> disse la ragazza.

<< Non sono il tipo di ragazzo che abbandona un amico nel momento del bisogno. >> insistette il rosso. << Non importa a nessuno del tuo passato, sei una brava ragazza e abbiamo imparato a volerti bene nonostante nasconda la tua vera te. E nessuno ti biasima per questo, sei coraggiosa. >>

<< Sono solo una codarda che è scappata dalle persone che l'amavano. >> disse Hermione duramente, cercando di trattenere le lacrime. << Ferisco le persone, questa è la mia vera natura e dovresti allontanarti da me prima che ti succeda la stessa cosa. >>

Charlie sospirò, poggiando la testa nel legno della porta. << Credo che il mio cuore possa reggere qualche colpo, non sottovalutarlo. Ti aspetterò di sotto, con la speranza che tu possa raggiungere me ed i ragazzi. Ma se non lo farai, nessuno penserà meno di te; ci darà solo una scusa in più per cercare quel tipo e riempirlo di botte. >>

Hermione rifletté a lungo su cosa fare e quando scese nuovamente di sotto, ancora esitante, si guardò intorno alla ricerca di una testa rossa. Sorrise quando vide che aveva preso il suo posto, e stava aiutando a servire le bevande a tutti. Hermione si mise accanto a lui e lo aiutò, senza mai parlare. Charlie gli diede un colpetto gentile con il gomito sulla spalla per richiamare la sua attenzione, e quando lo guardò le mimò con le labbra quanto fosse orgoglioso, prima di tornare a riempire bicchieri come se niente fosse.

A new life (with you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora