Capitolo 7

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Mentre si incamminavano verso l'uscita, un ringhio spaventoso rimbombò per tutta la riserva.

<< Accidenti, quel drago sta continuando a dare problemi. >> si lamentò Charlie.

<< Andrà tutto bene, vero? >> chiese Hermione, preoccupata. << Sembrava sofferente. >>

<< Da quando lo abbiamo trovato, non siamo riusciti a curarlo del tutto. È sfuggente, irritato ed impaurito. >> sospirò il ragazzo. << Non mi sorprende con tutto quello che ha passato, ma a questo punto avrebbe dovuto imparare a fidarsi. Se continua così dovrà essere trasferito, ha mandato parecchia gente in ospedale. >>

<< Stiamo parlando dell' Ironbelly, giusto? >> chiese Hermione.

<< Si, ma per adesso non sembra nulla di grave quindi ti accompagnerò fino al bar. >> disse il rosso. << Non preoccuparti, andrà tutto bene. >> Il tempo di finire la frase, che un allarme risuonò. << Merda! Rimani qui. >> aggiunse, prima di allontanarsi di corsa.

Hermione lo sapeva bene, non sarebbe rimasta ferma e in disparte. Anche se il suo corpo le urlava di non avvicinarsi a quella che le sarebbe sembrata una seconda guerra, lei seguì Charlie fino a quello che avrebbe potuto descrivere solo come l'inferno. Al centro della radura, il maestoso drago argentato si trovava in posizione difensiva mentre sputava fuoco verso chiunque provasse ad avvicinarsi con fare minaccioso. Attorno a lui c'erano persone che urlavano ordini da ogni direzione, chi volava attorno alla sua figura mentre cercavano di avvicinarsi alla creatura così da poterla legare con delle funi e chi lanciava incantesimi che probabilmente non avrebbero funzionato data l'anzianità del drago.

Osservò in disparte Charlie e altri nuovi arrivati mentre si avvicinavano ad un angolo ed indossavano degli indumenti specifici prima di buttarsi in mezzo alla mischia e senza pensarci più di una volta, fece lo stesso. Una volta mimetizzata con gli altri, rimase nascosta, e senza dare nell'occhio si avvicinò sempre di più alla creatura che una volta le aveva salvato la vita.

Quando il capo diede l'ordine ai domatori di dare il cambio agli altri, ne approfittò ed osservò come la postura dell'animale sembrò più rilassata una volta da solo. Prese tutto il coraggio che aveva in corpo e si avvicinò al drago. Quest'ultimo notò subito la sua presenza perché si irrigidì nuovamente.

<< So che sei spaventato e ferito, ma voglio solo aiutare. >> disse calma Hermione. << Ti ricordi di me? Sono la ragazza che ti ha tirato fuori da quel posto orribile. >> Gli occhi rosso fuoco del drago erano puntati direttamente su di lei, aveva attirato la sua attenzione e deglutendo pesantemente continuò a parlarci. << Anch'io sono ferita e terribilmente spaventata e come te ho pensato che avrei risolto tutto da sola, ma non funziona così. A volte ci si deve fidare delle persone per poter guarire, come hai fatto tu quando eri alla Gringott con me e i miei amici. >>

Il drago perse la postura rigira per un secondo prima di abbassare la testa, avvicinando il suo muso al viso della ragazza. Hermione questa volta non era spaventata, non era intimorita dai canini aguzzi capaci di farla a pezzi in un attimo, ne dagli enormi sbuffi di fumo caldo che uscivano dalle sue narici. Tutta la sua attenzione era sugli occhi della creatura pieni di tristezza e confusione.

La testa del drago si voltò di scatto nella direzione opposta quando Charlie Weasley e dei ragazzi si avvicinarono al drago, pronti a riprendere la lotta.

<< Isabel, allontanati subito da lì! >> urlò Charlie, teso. << È pericoloso. >>

<< Allontanatevi voi. >> disse calma Hermione. << Lo state solo spaventando. >>

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