Capitolo 15

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Quando arrivò l'ora di cena, Hermione si sentiva stanca e dolorante. S'incamminò comunque con il gruppo alla mensa, convinta che un po' di compagnia e del cibo caldo sarebbero stati sufficienti per distrarla. La sua tattica funzionò fino a quando non arrivarono i primi spasmi. Prese un morso del panino, riempendosi la bocca, così da evitare di sibilare per il dolore.

<< Va bene, Granger. Verità! >> urlò Caroline, guardandola attentamente.

<< Cosa? >> Hermione sollevò un sopracciglio verso l'altra donna, prima di dare un altro grosso boccone.

<< Quante volte hai vomitato stamattina? >> chiese Jeremy.

<< Nemmeno una volta. >> disse orgogliosa Hermione, alzando il mento mentre incontrava gli sguardi degli altri.

<< Cazzate! >> urlò Tyler. << È assolutamente impossibile. >>

<< L'ho quasi fatto. >> ammise Hermione, stringendosi nelle spalle. << Ma sono riuscita a resistere per tutto il giorno, potete chiedere a Charlie. >>

Tutti guardarono Charlie, che divorava il suo panino come se non mangiasse da una settimana. Il rosso non li degnò neanche di uno sguardo, troppo assorbito dal suo cibo, si limitò a scrollare le spalle e scuotere la testa.

<< Sì! >> Andrew diede un pugno in aria. << Ragazzina, mi hai appena fatto diventare un uomo molto ricco. >>

Hermione ridacchiò mentre guardava quest'ultimo allungare la mano, riscuotendo il premio e sorridendo sempre più ad ogni lamentela.

Un altro spasmo la fece sobbalzare. I dolori dovuti all'infortunio erano brutti, ma, abituata a quelli giornalieri, li trovava sopportabili. Tuttavia, non credeva che abbinati al dolore della maledizione sarebbe stato semplice da nascondere.

Sapeva che gli spasmi erano solo l'inizio. Presto sarebbero arrivati i tremori incontrollabili alle mani quindi posò il panino sul piatto davanti a lei e poggiò le mani sulle proprie cosce, ben nascoste sotto al tavolo. Avrebbe fatto a meno della cena per quella sera.

Guardando i suoi colleghi divertirsi senza mostrare il minimo accenno di stanchezza, si rese conto che continuava a mentire a sé stessa. La verità era che per quanto ci provasse, non era come tutti gli altri. Non serviva più ai tavoli, adesso era una domatrice di draghi. Come tale, giorno dopo giorno, avrebbe sottoposto il suo corpo a sforzi eccessivi che avrebbero messo a dura prova la sua già precaria salute. Ma, come era solita fare, aveva strafatto. Non era pronta ad arrendersi e testardamente aveva continuato a lavorare, aggravando ulteriormente la situazione. Si morse il labbro, impedendosi di gemere, quando un improvviso dolore acuto le trafisse il braccio. Sicuramente non aiutava avere delle bruciature sulla cicatrice.  

Ad un tratto qualcosa di bianco le bloccò la visuale. Batté le palpebre, cercando di mettere a fuoco le immagini. Perché qualcuno le stava passando un fazzoletto? Una mano lo afferrò e glielo portò alle labbra, tamponandolo. Il gesto la fece sussultare prima di rendersi conto che era Charlie.

<< Ti sei spaccata il labbro, dovresti stare più attenta. >> sussurrò il rosso, preoccupato.

<< Scusa, ero sovrappensiero. >> ammise Hermione. << Credo che sia arrivato il momento di andare, scusatemi. >>

<< Sarai esausta. >> disse Caroline, comprensiva. << Riposati. >>

<< Non ne hai idea. >> sussurrò Hermione, alzandosi. << Ci vediamo domani, allora. >>

Senza dare tempo agli altri di rispondere, si allontanò dal pub e si diresse il più velocemente possibile alla sua capanna (per quanto l'andatura zoppicante glielo permettesse). Certo, poteva materializzarsi, ma non voleva rischiare di spaccarsi.

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