Capitolo 9

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Solo due giorni dopo, quando Hermione scese al piano di sotto, venne assalita da una raggiante Zelma.

<< Si può sapere cosa ti prende stamattina? >> domandò Hermione. << Sai che dormo poco la notte, tutta questa energia mi sta destabilizzando. >>

Zelma le passò il giornale locale dove sotto una sua vecchia foto c'era la notizia che le ricerche erano state interrotte con l'aggiunta di alcune speculazioni assurde su cosa le fosse successo che la fecero ridere.

<< Potrai iniziare l'addestramento. >> disse felicemente la donna. << Anche se mi terrorizza la sola idea che potresti rimanere ferita. >>

<< Prometto che starò attenta. >> disse Hermione. << Poi ci sarai tu a guarirmi, quindi non ho paura. >>

<< Frequentando così a lungo quei tre finirai col prendere le loro brutte abitudini. >> sospirò Zelma. << Perché non vai a prendere la tua bacchetta di sopra? Non oso immaginare quanto sia stato difficile per te non usarla. >>

<< Sono nata babbana. >> sorrise Hermione. << Non è stato così orribile come per qualcuno abituato fin da piccolo alla magia. >>

<< Puoi cercare di convincerti quanto vuoi, ma non me la bevo. Sei una strega; dal primo momento che hai toccato la tua bacchetta, i vostri nuclei si sono fusi diventando un tutt'uno. >> le spiegò Zelma, dolcemente. << Per tutto questo tempo hai vissuto come se ti mancasse qualcosa. >>

Hermione annuì e senza proferire parola si diresse al piano di sopra. Arrivata nella sua stanza, frugò disperatamente nell'armadio e quando trovò la borsa contenente la bacchetta, l'afferrò e la portò al piano di sotto. Non negava che tutto il suo corpo fremeva dall'eccitazione e dopo aver visto il sorriso incoraggiante che le rivolse Zelma, prese un lungo respiro prima di immergere la mano nella borsa; appena le sue dita la sfiorarono, i brividi percorsero il suo corpo. La tirò fuori e quando la strinse nel pugno, una luce accecante la avvolse mentre la magia le scorreva nelle vene, ridandole l'energia che non sapeva le mancasse.

Non si accorse di star piangendo fino a quando Zelma non le passò un fazzoletto, rassicurandola. << Andrà tutto bene, cara. >>

<< Come ho fatto a rinunciare così facilmente ad una parte di me? >> chiese Hermione, sconvolta. << Che razza di strega sono? >>

<< Una che ha dovuto fare una scelta. >> disse la donna. << Stai affrontando molte cose, magari dovresti rallentare un po', prenderti il tuo tempo per capire se stai combattendo a testa alta contro le tue preoccupazioni o se ti stai semplicemente limitando a seppellirle in profondità, continuando a fuggire da esse. >>

<< Posso stare di sopra tutto il tempo che voglio? >> domandò confusa la ragazza. << Come farai con il locale? >>

<< Non sottovalutarmi ragazzina, non sono così vecchia. >> scherzò la donna. << Me la sono cavata per molto tempo, alcuni giorni non faranno la differenza. >>

Hermione sorrise leggermente, prima di salire nuovamente di sopra. Dopo aver messo dei vestiti comodi, si avvolse tra le coperte con la bacchetta stretta tra le dita.

Passò i successivi giorni rinchiusa nella sua stanza, immersa nei suoi pensieri ed evitando i contatti con il mondo esterno. Si sentiva come se fosse tornata indietro di parecchi mesi e dovesse affrontare tutto da capo. Zelma passava ogni giorno a portargli dei vassoi stracolmi di cibo, ma, con lo stomaco scombussolato per via dei ricordi e degli incubi sempre più ricorrenti, non riusciva a mangiare molto. Sapeva che dopo tutto quel tempo lontana dalla sua bacchetta avrebbe dovuto impegnarsi parecchio per tornare al livello a cui era e così fece. Passò parecchie ore a sforzarsi ma ne valsero la pena poiché scopri di riuscire a padroneggiare la maggior parte degli incantesimi. Ma, quando si rese conto di non essere più capace di eseguire un Incanto Patronus, tutti i traguardi raggiunti fino a quel momento smisero di avere valore. Come era possibile che non riuscisse più a trovare un ricordo felice?

A new life (with you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora