Sono a casa, sdraiata nel letto con Andrea. Sono passate 2 settimane da quando Andrea ha sistemato tutto. Ormai lo conosce mio padre, mia nonna e, anche se non importa tanto anche Antonella. Seduta accanto a me ci sta chiara, con Francesco accanto ad Andrea.
-quindi sono stato perdonato del tutto no?- Andrea fa questa domanda riferendosi a chiara ma lei annuisce pensierosa. Decido così di metterle una mano nella spalla, accarezzandola pian piano. -che hai chiara?- tutto di un tratto ho l'attenzione dei due ragazzi e subito anche di chiara.
Vedo i ragazzi fare spallucce mentre chiara si mordeva le unghie. Sapevo che qualcosa non andava, sapevo anche che forse ero l'unica a non sapere nulla.
-parlate.- mi sposto dal letto e mi siedo sulla mia scrivania. -forza- mi avevano davvero nascosto qualcosa?-tranquilla Marty, è una cosa abbastanza positiva.- esclama Andrea avvicinandosi a me ma io lo allontano. Fino a 2 settimane fa si odiavano tutti e ora mi nascondono cose? - lo sa pure serena?- faccio una domanda, ma loro annuiscono. Ma davvero?
-prometti di non arrabbiarti ok?- Andrea fa questa domanda quasi spaventato dalla mia reazione. Ha detto che è una cosa positiva quindi.. non mi dovrei preoccupare.
Fa per avvicinarsi a me, mettendosi una mano nella tasca per poi uscire il suo telefono. Sblocca il cellulare sbagliando due volte il codice per colpa della mano che gli tremava. Lo vedo entrare su wathsapp e andare nella chat di benedetta, così mi porge il telefono e comincio a scrollare la chat con sguardo interrogativo.
"Amore caro, so che non mi hai dimenticata senó mi avresti bloccata no? Comunque, sono uscita da bevagna sai? Sono a Parigi visto i soldi che ho. Se saresti stato con me tutto ciò non succedeva, se non eri con quella vacca di fidanzata che hai, saresti pure venuto con me a Parigi. Ho già avvisato tutti, compreso la preside. Per vostra disgrazia non mi vedrete più. Bye bye amore👋🏻🥳🤪😘"
Prendo il telefono di Andrea e lo metto vicino a me. Poi guardo tutti con aria schifata. -amore? Come si permette?? Per non parlare il fatto di avermi chiamato vacca- Andrea mi guarda e alza le spalle come se nulla fosse, ma allo stesso tempo arrabbiato per l'aggettivo che ha usato nel descrivermi.
-ma perché non la bloccavi?- alza dinuovo le spalle così faccio per alzarle pure io come cosa scontata e poi quasi uscire dalla stanza. -ma perché fai così? Ti ho raccontato tutto senza nasconderti nulla.-Mia sorella furba per com'è prende per mano a Francesco e cominciano ad uscire dalla mia stanza. Non so dove stiano andando e nemmeno mi intaressa.
-non mi interessa Andrea, me lo dovevi dire subito. E soprattutto dovevi bloccare a una come benedetta.- si butta nel mio letto come se fosse morto e poi si siede mettendo le gambe aperte, facendomi segno di sedermi con lui.
-andrea fai il serio per favore- non voglio litigare con lui ma avrebbe dovuto dirmelo prima... -lo sono infatti, siedi per favore- faccio per sedermi davanti a lui mantenendo un contatto visivo. -perché ti chiama ancora amore?- fa per ridere, per poi levarmi una piccola ciocca di capelli davanti al mio viso. - ci chiamavamo così poi Ho capito che quel nome era più falso del suo "ti amo"-
Alza le spalle giocherellando con le dita delle mie mani. Per lui è tutto così scontato. Non mi dà per nulla fastidio il fatto che si siano chiamati amore. Il fatto è che me lo ha nascosto. Poi manco io e lui ci chiamiamo amore...e stiamo insieme da un bel po' già. -boh ok..-
So che non crede nemmeno un po'il quel "boh ok" ma fa per ignorare tutto, avvicinandomi a lui e abbracciandomi.
-non mi va di litigare ok?- mi allontana per guardarmi negli occhi per poi lasciandomi un bacio leggero sulle labbra, io non ricambio lascio fare tutto a lui. Ma ovviamente se ne accorge.-dai Martina per favore.- si alza dal letto, mettendosi le mani nella faccia mentre io rimango ancora ferma là, nel mio letto.
-vuoi che vado a casa? Perché se restare qua significa litigare e averti triste allora no- fa per prendersi le scarpe ma io mi alzo subito dal letto e lo fermo. Sono testarda, ma non volevo che andasse via ok? E non volevo nemmeno litigare.
-no dai, non andare via..- lo abbraccio e lui fa per posare le scarpe che aveva in mano per poi mettermi le mani nella schiena e abbracciarmi pure lui.-scusa..- faccio per distaccarmi dall'abbraccio. -non volevo litigare..non ci riesco.. magari però la prossima volta dimmelo subito.- fa per annuire per poi intrecciare le mie mani con le sue dandomi un bacio sulla fronte.
-non mi sento del tutto perdonato sai?- fa per ridere portandomi una mano nella faccia. -chiama serena, chiara e Francesco e se vuoi pure cristhian ok?--perché?- guardo attentamente Andrea, accorgendomi subito che stava sorridendo. -mac?- esclama con tono interrogativo. Poi faccio un sorriso enorme dandogli un bacio. -Sembri una bambina felice quando qualcuno nomina "Mac"- un altro posto che mi rende felice ahahaha.
*****
Andrea:
È sempre bello vedere il sorriso dopo la guerra.. mi piace molto di più quando sorride. Mi è dispiaciuto vederla triste, però avevo paura della sua reazione e, magari averglielo detto qua a casa sua è stata la cosa migliore, perché magari se la cosa sarebbe peggiorata ci sarebbe stata chiara. Invece, la sua reazione è stata calma rispetto a com'è lei. Anche se ancora non mi si leva dalla mente l'aggettivo con cui benedetta abbia descritto Martina.Le ho detto di invitare cristhian perché io so cose che nessuno sa di lui, ovviamente me le ha dette in altre occasioni, quando ancora Martina per noi nemmeno esisteva.
Forse è stato destino. Lei doveva lasciare Londra per venire qua da me.Poi, il modo in cui siamo quando nessuno non ha potere su di noi è pazzesco, i baci, le carezze nel petto e nel collo...tutta una serie di cose che, un maschio e una ragazza debbano avere nella vita. Abbiamo ancora 15 fottuti anni ma, io sono disposto a darle la vita. Questo e altro.
STAI LEGGENDO
My Fantastic Adolescence
Ficción Generalla protagonista è un'adolescente molto timida e insicura...il suo nome è Martina. Lei abitava a Londra, ma purtroppo con la morte della madre si dovette trasferire a Bevagna per restare a vivere da nonna mentre papà cominciava a cercare lavoro in qu...