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15.


LOUIS.


Il campanello suonò improvvisamente ed iniziai a sentire il mio cuore battere freneticamente all'interno del mio petto.

Sentivo la testa pesante e le mie gambe tremavano, e non per il freddo.

Aggiustai la maglia, passandoci sopra la mia mano, e mi guardai un'ultima volta. I capelli erano impeccabili grazie a Niall e mia sorella.

Abbassai la maniglia, pronto per uscire, ma prima che potessi mettere fuori dalla mia camera un solo piede, Lottie entrò correndo.

Chiuse la porta dietro di sé e mi prese per le spalle.

«Harry é di lá, seduto sul divano. É a dir poco scopabile!»

Esultò con gli occhi a cuoricino.

«Ti ricordo che hai un fidanzato, che quest'ultimo ti sta aspettando fuori e che Harry è gay.»

La informai.

«Adesso vado, rompiscatole!»

Mi diede un piccolo bacio sulla guancia e prima di uscire le mormorai un «non rimanere incinta!»

Alzò gli occhi al cielo ed uscii fuori dalla mia stanza.

Il telefono iniziò a vibrare e comparve il nome di Harry sulla schermata.

Sbuffai per la decima volta e tornai nella mia camera.

☎️Louis...

☎️Certo che sei straziante!

☎️Sempre terribilmente dolce...sono nella casa dei Tomlinson.

☎️Bene!

☎️Pensa che il figlio si chiama Louis ed ha ventitré anni, il destino mi vuole torturare.

☎️Oh, che coincidenze!

☎️Non vedo l'ora di vederti.

☎️Due minuti e mi vedrai.

☎️Ma che dici?

Lasciai il telefono sulla scrivania e finalmente raggiunsi il salotto.

Appena lo vidi, trattenni il respiro. Dal vivo era decisamente più bello e l'aggettivo scopabile era infimo per descriverlo.

Era girato di spalle, con le sopracciglia aggrottate a causa del messaggio di poco prima; lo capii dal suo sguardo, rivolto sul suo telefono.

Si sentivano le voci dei nostri genitori, impegnati in una vivace conversazione. Sbirciai piegando la testa e li vidi scambiarsi sorrisi con bicchieri di champagne.

Era il momento perfetto.

Mi avvicinai cautamente al riccio, facendo attenzione a non fare rumori. Arrivato vicino al divano, chiusi gli occhi respirando silenziosamente l'ottimo profumo che il suo corpo emanava.

Era uno di quei profumi paradisiaci dai quali non vorresti mai staccarti, per un attimo mi incantai a guardare la sua schiena muscolosa, poi mi ripresi per sorprenderlo.

Allungai una mano verso i suoi ricci e ne presi uno tra le dita, iniziando a giocarci facendo movimenti rotatori.

«Mamma, smettila!»

Disse senza mai girarsi.

Trattenni una risata e risposi.

«Non penso di essere tua madre.»

Snapchat  ➳  LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora