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«Il cuore sta cedendo, il ragazzo potrebbe non farcela!»

Sentilo le urla continue dei dottori schiantarsi contro le mie orecchie, mentre tutto intorno a me si faceva piano piano poco visibile.
Mi sentivo schiacciato e oppresso da quelle voci che continuavano a ripetere quelle frasi.


[Qualche ora prima ]


«Louis sei strano stamattina.»

Disse mia madre mentre serviva in tavola il pranzo per me e mia sorella.

«Mamma non dirgli niente che sennò si offende.»

Senza rispondere, fulminai con lo sguardo mia sorella mentre lei sogghignava.

«Finitela.»

Disse mia madre prima che tra noi due scoppiasse il fini mondo.

Sapevo di essere strano, quella mattina, mi ero svegliato grazie ad un incubo che adesso neanche ricordavo più, è appena avevo poggiato i piedi per terra subito un senso di agitazione aveva preso possesso di me.

Mi ero svegliato male, per non dire malissimo, oppresso da qualcosa che dentro di me continuava a rendermi nervoso.
Mi ero ritrovato a piangere senza un apparente motivo, cercando di scaricare l'ansia che mi opprimeva, ma non ci ero riuscito.

Stava succedendo qualcosa, non riuscivo neanche a capire se fosse qualcosa di brutto o di bello, ma la costante sensazione d'ansia mi diceva che oggi non sarebbe stato un giorno qualunque.

«Louis?»

Mia madre mi riscosse dai miei pensieri e mi incitò a iniziare il pranzo prima che si raffreddasse.

«Viene Harry, oggi pomeriggio e non ho fame, scusate.»

Mi ero alzato, senza neanche guardare le facce dei miei parenti e mi ero rinchiuso in camera.
Mi ero spogliato e rimesso nel letto, come se non mi fossi mai alzato.

Non riuscivo a capire proprio cosa mi stesse succedendo, ma oggi non sarebbe stato un bel giorno.

☎️Quando arrivi?

☎️Finisco di mangiare e sono da te, amore.

☎️Veloce Harry, per favore.

☎️Che succede, Lou?

☎️Sono strano e ho bisogno di te.

☎️Dammi cinque minuti, ti amo.

Se Harry in quel momento fosse stato dentro la doccia, avrebbe lo stesso smesso di farla solo per correre da me visto che stavo male: questo era uno dei motivi per cui il mio amore per lui era così grande.

Harry sapeva esserci per ogni persona, anche la più cattiva.
Harry aiutava qualunque essere vivente sulla terra: gli anziani con la spesa, i bambini del vicinato con i compiti di scuola, sua mamma con i lavori per la casa, sua sorella con lo studio, sua zia nella sua panetteria e riportava a casa i gattini persi.

Harry era speciale, me lo ripetevo tutti i giorni, ringraziando chiunque ci fosse lassù per avermi donato un ragazzo magnifico come lui.
Harry sapeva prenderti, sapeva coccolarti, sapeva farti stare bene anche solo con una parola.

Il mio amore per lui aumentata sempre di più: mi riempiva il cuore ogni secondo della giornata.

Era bello svegliarsi con la consapevolezza che qualcuno in quel mondo ,ormai così brutto, ti ama e ti desidera ogni secondo.
Era bello svegliarsi alcune mattine con il suo corpo premuto sul mio.
Era bello svegliarsi con il sorriso sulle labbra, senza un preciso perché.

Era bello pensare che senza Harry, la mia vita, non aveva più senso.



«Louis! Louis! Svegliati.»

Le urla di mia madre e il calcio feroce sulla porta della mia camera mi fecero sobbalzare nel letto.

«Che succede?»

Chiesi ancora con la voce impastata dal sonno.

«Hanno chiamato...La polizia, Louis devi andare subito.»

«Mamma, dove devo andare?»

«Harry ha fatto un incidente.»


[ Realtà ]


La mia testa aveva smesso di ascoltare qualsiasi cosa dopo che mia madre aveva pronunciato quella frase.

"Harry ha fatto un incidente."

La mia vita si era fermata e non avevo più reagito a nessuno stimolo.

Gli occhi rossi e inondati di lacrime, bruciavano così tanto, che tenerli aperti stava diventarmi difficile.
Mi tenevo la testa stretta tra le mani mentre cercavo di evitare qualunque parola che provenisse dalla bocca di un dottore.
Le gambe avevano ceduto appena ero entrato nel reparto dove il mio ragazzo era stato portato, e adesso giacevo a terra inerme.
La mia mente era appannata: nulla era più attivo, nessuna emozione.

Era come se mi stessi spegnendo insieme a Harry.

«Il cuore sta cedendo! Il ragazzo potrebbe non farcela.»

Harry, ce l'avrebbe fatta.
Harry era forte.
Harry era coraggio.
Harry poteva farcela.
Harry doveva farcela, per me.

«Lo stiamo perdendo.»

I dottori continuava a gridare quelle parole che io non volevo sentire.

«Forza, forza!»

Sotto le loro urla riuscivo a sentire il battito del cuore che mano a mano diventa sempre più debole.
Si stavano portando via Harry, si stavano portando via il mio Harry.

Ho vissuto troppo poco per dare peso da ogni lacrima, ma credo di aver vissuto abbastanza da comprendere che le lacrime a volte debbano essere liberate in silenzio.

Harry mi aveva insegnato ad andare oltre il peso di ogni singola parola e a dare la giusta importanza alle cose.
Harry mi aveva insegnato che non importava quanto la poesia da imparare a memoria sua lunga, l'importante è provare a ricordarla.
Harry con i suoi piccoli grandi gesti, mi aveva insegnato che c'era sempre un motivo per essere felici.
Harry era la mia felicità.

«Harry ti amo, ti amo come non ho mai amato nessuno, ti amo

E lo urlai, lo urlai con tutta la forza che avevo dentro me stesso, fregandomene del fatto che fossi in una sala d'aspetto di uno stupido ospedale.

In quel momento, il suo cuore smise di battere.


The End...


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