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HARRY.


Nonostante mia sorella avesse un letto molto spazioso, sapevo che di consueto dormiva nel lato sinistro. Così, dopo aver aperto la porta, che ovviamente scricchiolò, camminai lentamente verso la parte destra del materasso, sperando ci fosse Louis.

Accarezzai la guancia del ragazzo e scesi lentamente verso il collo, provocandogli un piccolo brivido.

Provai a chiamarlo svariate volte, ma sembrava essersi addormentato.

«Piccolo?»

Sentii un piccolo movimento e una specie di sospiro misto sbadiglio.

Scrollai le sue spalle e solleticai i suoi fianchi. Cercavo in tutti i modi di ricevere anche il minimo segno di vita, ma sembrava essere in coma.

Dopo qualche secondo, una mano toccò la mia ed esultai mentalmente per essere riuscito nel mio intento. Accesi la piccola lampadina e mi guardai intorno.

Ero esattamente accucciato di fianco a mia sorella, che dormiva tranquillamente, mentre dal lato opposto, un Louis leggermente rosso, cercava di trattenere incontenibili risate.

«Non dirmelo, Louis.»

Chiusi gli occhi e gettai la testa indietro, passando una mano sul mio viso.

«Era Gemma quella che stavi torturando.»

Disse divertitlo e con le lacrime agli occhi.

«Non potevi dirmelo?»

Guardai la sua pelle così chiara in confronto alla fioca luce che illuminava il suo piccolo viso, le labbra sottili e piene e due occhi brillanti, paragonabili a due preziose perle.

«Non mi sarei gustato questa meravigliosa scena.»

Si stropicciò gli occhi e mi guardò.

«Vieni un attimo?»

Mi alzai e feci il completo giro del letto per raggiungerlo.
Non sembrava affatto stanco, le sue iridi sprizzavano entusiasmo ovunque e batteva ripetutamente le sue mani sulle sue cosce.

«Cosa possiamo fare?»

Chiese togliendosi le coperte dal corpo, avvicinandosi a me.

«Veramente ci sarebbe una cosa che mi piacerebbe fare.»

«Voglio baciarti.»

Proferì parola Louis, con un leggere rissose sulle guance che tendeva ad aumentare.

«Fallo.»

Sorrisi sfottente, uno di quei sorrisi maliziosi.

Lo prendo per i fianchi e lo sollevo leggermente dal letto, posando poi le mie labbra si quelle del liscio. Sono morbidi, dolci e le amo. Le amo da impazzire, e non è l'unica cosa che amo di Louis. Passo immediatamente la lingua su di esse, in modo da avere libero accesso alla sua bocca. Ci stiamo baciando, lo stiamo facendo davvero e ci stiamo mettendo tutta la passione del mondo. Louis intreccia le dita con le punte dei miei capelli ricci, mentre i faccio scivolare le mie mani sulla sua schiena. E quando Louis si stacca, mi sorride, e non posso fare a meno di sentire il mio cuore scoppiare, scoppiare d'amore.


-


«Facciamo questo gioco.»

Dissi seduto sull'erba soffice del mio giardino. Io e Louis avevamo preso due giacche e avevamo deciso di uscire, per parlare un pò all'aria aperta. I nostri corpi si scambiavano calore reciprocamente.

«Dimmi»

Finì di masticare il biscotto alla canella e mise le sue mani all'interno delle tasche.

«Io dirò due frasi, una vera, l'altra falsa. Tu devi indovinare quale delle due è quella realmente accaduta.»

Era un gioco stupido, ma non riuscivo a resistere un minuto di più vedendolo sdraiata al mio fianco, con la testa poggiata sulle mie gambe, gli occhi a fissarmi e i capelli ad incorniciargli quel bellissimo viso.

«Va bene.»

Parlò scrollando le spalle.

«Ho rotto un dito ad un mio compagno di classe e ho rotto la finestra giocando con la palla.»

Fu la prima domanda che mi passò in mente.

«Penso sia giusta la seconda.»

«Esatto, e i miei genitori hanno dovuto pagare un sacco di soldi per i danni.»

«Se sei una seccatura oggi, non mi immagino come potessi essere da piccolo!»

Disse scuotendo la testa.

«Infatti ero un angelo.»

Pizzicai le sue guance.

«Come no.»

Schiaffeggiò la mia mano per toglierla dal suo viso.

«Tocca a te.»

Sorrisi vedendolo pensare a qualcosa da dire.

«Da piccolo sterminavo le formiche e mangiavo molte verdure.»

«Penso mangiassi molte verdure.»

«Sbagliato Styles, ero un vero assassino di formiche.»

Gli spostai una ciocca che gli era caduta sulla fronte e che gli copriva gli occhi e mi avvicinai al suo viso, non avrei resistito ancora molto.

«Ehi, che ci fate voi due qui fuori?»




Continua...




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