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HARRY.


Dicono che la prima persona a cui pensi la mattina appena sveglia e dopo aver aperto gli occhi, è la persona di cui sei innamorata.
Dicono che ogni volta che parli di una persona e ti batte il cuore, tu sia innamorato.
Dicono che se tutti i pensieri si concentrano solo su quella persona, allora sei nella merda.

Lo svegliarsi la mattina e trovare sempre, il suo messaggio con il buongiorno.
L'uscire nel pomeriggio e vederlo, il poterlo baciare e sentirlo mio ogni minuto della mia vita.
L'accarezzargli le soffici guance e ripetergli sempre, costantemente quanto io l'amassi.

Erano una successione di cose, che in questi quattro mesi, rendevano la mia vita migliore.
L'amare Louis, aveva aggiunto quel qualcosa che nella mia vita mancava, e adesso tutto era decisamente più bello.

«Tesoro, finisci la colazione invece di continuare a girare il cucchiaio nella tazza.»

Mia madre, con la sua solita voce squillante e acuta, mi riscosse dai pensieri facendomi sobbalzare sul posto.

Feci un movimento lento con la testa e girai ancora una volta l'oggetto nella tazza, prima di iniziare a bere il latte che vi era contenuto.

«Come va con Louis?»

Sorrisi solo al sentir pronunciare il suo nome e mia madre lo notò, visto che scosse la testa ridacchiando.

«Ieri siamo usciti per il nostro quarto mesiversario.»

«E come è andata?»

Ricordai in un secondo tutto quello che era successo il giorno prima.
Ricordai la sorpresa e gli occhi bendati, ricordai le sue parole e il picnic sul parco, ricordai Louis sotto di me mentre ci univano.

«È stato perfetto, lui è perfetto.»

Lei, a quel punto, mi affiancò posando il braccio destro sul mie spalle.

«Il mio bambino sta crescendo, sono cosí felice che le cose vadano bene tra voi due.»

«Non mi ha ancora detto ti amo.»

Mia mamma era sempre stata un po' la mia migliore amica, aveva sempre saputo tutto di me, ed era l'unica che riusciva sempre a darmi consigli.
Aveva sempre accettato tutte le mie decisioni, dicendomi dove sbagliato e  facendomi riflettere.
Era una delle poche persone di cui mi fidavo realmente e, adesso, sentivo il bisogno di parlarle di questo.

«Harry, ti ama anche se non te lo dice.»

«Lo so mamma, solo che a volte vorrei che pronunciasse quelle due parole. Stiamo insieme da quattro mesi.»

«Harry, ascoltami. Non pensare a te stesso, in questo momento, e ascolta le mie parole. Louis ti ama, ti ama alla follia anche se non te lo dice. Si vede da come ti guarda, come se fossi la cosa più preziosa al mondo. Si vede da come ti tratta, come se tu fossi una palla di cristallo. Si vede da come è sempre preoccupato per te, come se il mondo fosse sempre sull'attenti per farti qualcosa di male.»

«So che mi ama, ma...»

«Niente ma, Harry. Sono sicura che si sarà una ragione: non so, potresti ho eseguirlo? Forse è già stato male per amore? Se Louis è timoroso, non puoi incolparlo, magari ha solo paura.»

«La sua ultima relazione non è finita molto bene.»

«Ti sei risposto da solo, dagli tempo, Harry.»

Annuii incerto, con un sorriso la ringraziai per le parole che aveva speso con me e l'abbracciai.

«Ti voglio bene, mamma.»


-


☎️Voglio vederti, mi manchi.

☎️Amore, ci siamo visti ieri.

☎️Non mi interessa, muovi il culo e vieni qui Harry Styles.

☎️Lou, oggi devo allenarmi lo sai.

☎️Quando saremo sposati ti proibirò di allenarti, sappilo

☎️Sposati?

Arrossii instintivamente al solo pensiero di una vita con lui. 

☎️Per caso, vuole sposare qualcun altro Signor Styles?

☎️Harry Tomlinson, suona così bene.

☎️Lo so.

☎️Voglio circa una dozzina di bambini.

☎️Tutto quello che vuoi.

☎️E la bambina più grande di chiamerà Darcy.

☎️Darcy Tomlinson, suona così bene.

Sperai in un futuro insieme a Louis.


-


Dovevo allenarmi, dovevo vincere, dovevo battere.

Dovevo portare a casa la coppa, dovevo esserne fiero e dovevo vantarmene.

☎️È solo un incontro di pugilato, sta tranquillo amore.

Avevo scritto questo a Louis prima di entrare nel ring e iniziare.

Dovevo rimanere calmo, concentrarmi sull'avversario, scagliare pugni ben assestati mirando  nei suoi punti più deboli.
Dovevo regolare il respiro, ripararmi il viso, proteggere le gli organi vitali.
Dovevo colpire, colpire forte, atterrare l'avversario.
Dovevo essere coraggioso, forte, intelligente e veloce, ma non ci ero riuscito.

Era un dolore forte quello che sentivo sopra lo zigomo destro del viso, mentre percepivo qualche rivolo di sangue che colava dalla ferita.
Il dolore alla testa, dovuto alla caduta all'indietro, non accennava ad andarsene.
Tutte le persone erano riunite a cerchio introno a me: allenatore, medico del pronto soccorso e Louis.

«Louis, cosa ci fai qui?»

Essendo chiamato in caso, il mio ragazzo, si fece spazio tra le altre persone avvicinandosi sempre di più al mio viso.
Vi posò delicatamente un bacio e mi sorrise.

«Te l'avevo detto che mi mancavi.»

Il suo dolce sorriso mi rassicurò facendomi dimenticare, per poco, il dolore fisico che stavo provando.
Cercai di parlare ancora, ma avevo la gola secca, e riuscivo ad emettere solo suoni rochi.

«Tranquillo amore, va tutto bene.»

Ripeté Louis più volte.

«Ti amo.»

Sorrisi.



Continua...



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