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HARRY.


I loro corpi si univano perfettamente e sembravano fatti apposta per essere combaciati. Stessa cosa le loro labbra, sempre attaccate, si muovevano vogliose l'una sull'altra, prima velocemente, poi lentamente, per assaporare ogni millimetro. Il silenzio non era più padrone, un miscuglio di gemiti sopraffacevano qualunque altro impercettibile suono. Lui gli accarezzava dolcemente un fianco e con l'altra mano stuzzicava un capezzolo di lui, stringendolo leggermente. Il ragazzo aveva gli occhi chiusi, la bocca spalancata il più possibile per far udire i suoi lamenti di piacere, i capelli ricoprivano il cuscino e le sue braccia erano allacciate al corpo muscoloso del giovane, graffiandolo e massaggiandolo allo stesso tempo.

Zayn e Louis erano indissolubilmente immersi nei loro corpi, non avevano tenuto conto di nulla, avevano creato un loro spazio, un loro mondo così intimo in così poco tempo.

Ed io, io che avevo provato in tutti i modi a conquistare quel bellissimo ragazzo dal carattere tanto difficile quanto intrigante, non ci ero riuscito, avevo perso ancora una volta.

La mia vista non ne voleva sapere, quell'immagine disgustosa continuava a ripetersi nella mia mente, i gemiti aumentavano rumorosi, e le lacrime scendevano veloci sulle mie guance; calde quanto le fiamme e fluide come il sangue. Sembravano infinite, non volevano finire.

Un piccolo singhiozzo fu ciò che fece girare Louis.

I suoi occhi mi fissavano vuoti, e non avevo visto cosa più brutta di quella. Erano così belli quando stavamo insieme, mentre in quel momento parevano disinteressati a quello che avevo visto.

Ed ero esagerato, non era il mio ragazzo, ma sotto sotto ci speravo, speravo di essere io il ragazzo che gli faceva provare così tanto piacere, bramavo di averlo tutto per me, di proteggerlo e stringerlo tra le mie braccia, ma erano solo insulsi e stupidi desideri.

Anche Zayn iniziò a guardarmi, ed era strano, nessun ghigno alloggiava sul suo viso, si vedeva solo il suo petto alzarsi su e giù con movimenti irregolari e scostanti. Non fiatò, ma bastarono i loro sguardi per farmi crollare, nessuno dei due era deciso a parlare, quindi tirai i miei capelli e ormai frustrato e con il cuore distrutto, uscii da quella camera, sbattendo la porta.


-


Mi risvegliai sudato e agitato nel mio letto. La mia camera era buia, troppo. Quell'orribile scena passava insistente nella mia testa, facendomi urlare dalla stanchezza.

Stavo per alzarmi, una doccia mi avrebbe per lo meno risollevato, anche se di poco. Scostai le coperte, ma un piccolo sospiro mi bloccò.

Tastai con la mia mano tutto il piumone e toccai il corpo di un ragazzo al mio fianco.

Non ricordavo nulla di quello che era successo dopo aver visto quello che non avrei mai voluto vedere. Magari avevo bevuto qualche alcolico, oppure avevo portato un giovane a casa mia, ma non l'avrei mai fatto, o per lo meno non avrei mai usato i ragazzi come se fossero dei preservativi.

Accesi la luce e sbattei le palpebre per abituarmi a tutti quegli oggetti poco nitidi, a causa delle lacrime ancora presenti sui miei occhi, come delle patine trasparenti.

Louis dormiva tranquillamente al mio fianco, avvolto dalle mie coperte e rilassato come un piccolo bambino.

Non volevo più vederlo, non l'avrei più cercato, nonostante sarebbe stato difficile.

Snapchat  ➳  LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora